Torna la peste del gambero nel bacino del Sangro: a rischio la specie autoctona, scattano le misure di protezione

Dopo dodici anni, un nuovo focolaio di peste del gambero, o afanomicosi, minaccia la sopravvivenza della specie autoctona Austropotamobius pallipes nel bacino del fiume Sangro. L’allarme, scattato dopo il ritrovamento di numerose carcasse, è stato confermato nei giorni scorsi dalle analisi dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie che hanno rilevato la presenza del fungo Aphanomyces astaci. A seguito della conferma, la Asl Lanciano Vasto Chieti ha immediatamente informato i sindaci dei comuni interessati, sollecitandoli a emettere ordinanze restrittive per contenere l’epidemia.

L’indagine è partita tra il 22 e il 23 settembre 2025, quando il personale dell’unità operativa complessa (uoc) Sanità animale della Asl, guidato dal direttore Giovanni Di Paolo, ha effettuato un monitoraggio mirato. Alle operazioni hanno contribuito anche i veterinari della uoc Igiene degli allevamenti della Asl, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Abruzzo e Molise “G. Caporale” e il personale delle Guardie ittiche della Provincia di Chieti. Durante i sopralluoghi nei territori di Roio del Sangro e Villa Santa Maria, in particolare lungo il torrente Turcano e il Fosso della Palude, sono state rinvenute numerose carcasse di gamberi autoctoni. Ispezioni sul tratto terminale del torrente Gufo, affluente del lago di Bomba, hanno invece portato al ritrovamento di gamberi moribondi e carcasse della specie alloctona del gambero della Louisiana (Procambarus clarkii), probabilmente i portatori sani della malattia.

L’ipotesi di un inquinamento chimico delle acque è stata esclusa dopo aver constatato che la restante fauna acquatica, come anfibi e piccoli pesci, si presentava in buone condizioni di salute. Le lesioni articolari e le macchie scure e cotonose tipiche della malattia, osservate sui gamberi deceduti, hanno indirizzato la diagnosi verso l’afanomicosi.

A seguito della comunicazione della Asl, sono entrate in vigore severe misure di contenimento. Le ordinanze sindacali istituiscono una “Zona di protezione” nei tratti interessati del torrente Turcano e del Fosso della Palude. È stato disposto il blocco della pesca sportiva e il divieto di qualsiasi altro prelievo ittico non autorizzato. Le misure includono inoltre il divieto di movimentazione di gamberi, acqua e attrezzature e il divieto di ingresso in acqua a qualunque titolo, salvo specifica autorizzazione della uoc Sanità animale della Asl Lanciano Vasto Chieti. Per chiunque sia autorizzato a operare nell’area, è obbligatoria un’accurata disinfezione di tutta l’attrezzatura con una soluzione di ipoclorito di sodio (candeggina) a 100 ppm per un tempo di contatto di 30 secondi.

«La situazione è seria e richiede la massima collaborazione da parte di tutti – spiega Giovanni Di Paolo -. Le ordinanze emesse dai sindaci, che abbiamo sollecitato, sono uno strumento essenziale per creare una barriera e impedire che l’infezione si diffonda in altre aree del bacino del Sangro. Rispettare i divieti è un atto di responsabilità per la tutela della biodiversità del nostro territorio».

I sopralluoghi effettuati ieri dalla Asl hanno confermato che lo stato di allerta permane, con il ritrovamento di ulteriori carcasse di gamberi autoctoni. Il personale sanitario ha inoltre provveduto a installare un’apposita segnaletica per delimitare le aree di accesso e informare i cittadini dei divieti in vigore.

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