DOMANI PAGAMENTI PAYBACK, CONFINDUSTRIA DM: URGENTE ELIMINARE LA NORMA IN MANOVRA

Scattano domani i versamenti relativi al payback sui dispositivi medici per il quadriennio 2015-2018, che ammontano complessivamente a circa 520 milioni di euro a carico delle imprese del settore.

“Nonostante l’avvio delle procedure da parte di alcune Regioni la pubblicazione dei provvedimenti avviene con criteri non uniformi e senza lo scorporo dell’IVA, elementi che generano incertezza e mettono le aziende nell’impossibilità di calcolare con precisione le risorse effettivamente dovute. In particolare, le piccole e medie imprese, pur formalmente coperte dal fondo di garanzia, sono costrette a esporsi finanziariamente in un contesto già reso instabile dai dazi statunitensi e da uno scenario macroeconomico che non favorisce né programmazione né investimenti futuri”. Questo il commento di Fabio Faltoni, Presidente di Confindustria dispositivi medici, alla vigilia della scadenza dei pagamenti del payback 2015-2019 stabilita dal decreto Economia n.95/2025.

Confindustria Dispositivi Medici ribadisce la necessità di un intervento strutturale e definitivo: “Per salvaguardare il tessuto industriale del settore, che rappresenta un asset strategico per il Paese, genera valore e occupazione qualificata e contribuisce in modo significativo all’innovazione tecnologica in Sanità, è urgente – prosegue Faltoni – che nella prossima Legge di Bilancio venga eliminato in via definitiva il payback relativo agli anni 2019-2024 e per il futuro”.

L’Associazione di Confindustria richiama inoltre l’attenzione del Governo sulla necessità di aprire subito un confronto con le imprese: “Auspichiamo che, una volta superata questa tranche di pagamenti, venga prontamente convocato il tavolo di lavoro sulla governance del settore, istituito presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze. È necessario discutere misure concrete, a partire dalla revisione e dall’attualizzazione dei tetti di spesa, fino a un nuovo modello di Governance dei dispositivi medici, che sappia promuovere innovazione, sostenibilità e una programmazione più coerente con i bisogni reali del Servizio Sanitario Nazionale, senza scaricare sui fornitori oneri insostenibili”.

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