60 anni di Ricerca in Oncologia. Istituto Mario Negri e Fondazione AIRC celebrano lunga alleanza nella lotta contro il cancro 

Milano, 27 novembre – Si è tenuto oggi presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS l’evento “60 ANNI di Ricerca in Oncologia”, promosso insieme a Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro per celebrare una lunga storia di ricerca indipendente e di sostegno alla lotta contro il cancro e per rilanciare un impegno condiviso sulle sfide dei prossimi anni.​


Nel corso dell’incontro, a cui hanno preso parte ricercatori, rappresentanti delle istituzioni e del mondo associativo, è stato ricordato come il supporto di AIRC abbia consentito a 98 ricercatrici e ricercatori del Mario Negri di portare avanti i propri studi, grazie al finanziamento di 263 progetti di ricerca dal 1987 al 2024, 195 borse di studio e diversi bandi dedicati ai giovani ricercatori, tra cui il My First AIRC Grant e lo Start-Up AIRC.​  

“Investire sui giovani ricercatori – ha sottolineato Silvio Garattini, Presidente dell’Istituto Mario Negriè il vero futuro della scienza. In Italia, dove gli investimenti pubblici in ricerca sono purtroppo spesso insufficienti, il sostegno di fondazioni come AIRC diventa non un’opzione, ma una vera necessità. Senza borse di studio e finanziamenti precoci, tanti talenti rischiano di perdersi e tanti progetti innovativi di non partire mai. AIRC permette a giovani ricercatrici e ricercatori di avere un’opportunità concreta di fare ricerca di qualità, con un impatto reale sulla salute delle persone.” 

In sei decenni AIRC ha contribuito a rendere il cancro sempre più curabile e a costruire una consapevolezza diffusa sul valore della ricerca, della prevenzione e del sostegno al lavoro dei ricercatori – ha sottolineato Daniele Finocchiaro, Consigliere Delegato di Fondazione AIRC. Siamo convinti che la collaborazione sia la chiave per affrontare una sfida globale e complessa come il cancro: mettere insieme competenze, idee e risorse significa accelerare il percorso dalla scoperta alla cura, dal bancone di laboratorio al letto del paziente e continuare a sostenere la ricerca indipendente, competitiva.

I risultati di questa alleanza sono testimoniati anche dalla produzione scientifica: 2.574 studi pubblicati su prestigiose riviste internazionali. Questi numeri riflettono un impegno che copre tutte le principali macro-aree della ricerca in oncologia, dalla ricerca di base alla ricerca traslazionale, dall’epidemiologia alla prevenzione, fino allo studio delle metastasi.​

In sessant’anni di attività – ha dichiarata Anna Mondino, Direttrice Scientifica di AIRCFondazione AIRC ha costruito un ecosistema solido e dinamico in cui la ricerca ha potuto crescere, prosperare ed avere un impatto evidente sulla conoscenza e la cura del cancro. Un pilastro per la comunità scientifica affidabile e capace di sostenere con continuità e visione la ricerca più promettente e le carriere di giovani scienziati di talento e di ricercatori affermati. AIRC ha saputo favorire buone pratiche, scambi produttivi ed offrire opportunità concrete e meritocratiche a chi ha dedicato e dedica la propria vita allo studio e alla cura del cancro. 

“E se non ci fosse stata AIRC? – commenta Giuseppe Remuzzi – Direttore dell’Istituto Mario Negri.  Senza quel sostegno non avremmo dimostrato, per esempio, che un semplice pap test può intercettare non solo i tumori della cervice, ma anche alcune forme di carcinoma ovarico, né avremmo prodotto le evidenze che ci permettono di dire con chiarezza che sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato non sono uno strumento per smettere di fumare, ma un rischio in più per chi non fuma e per chi aveva smesso.

Sul versante delle cure, è grazie a progetti resi possibili da AIRC se studi come TAILOR hanno cambiato il modo di trattare alcuni tumori del polmone, se farmaci come Yondelis sono oggi una risorsa in più per i pazienti con sarcoma dei tessuti molli in stadio avanzato, se possiamo contare su una banca di oltre cento modelli di carcinoma ovarico per progettare terapie migliori e capire perché, a volte, i trattamenti non funzionano. E se nella leucemia promielocitica l’acido retinoico ha contribuito a trasformare la storia clinica di tanti malati, è perché qualcuno ha creduto per tempo nel valore della ricerca indipendente.”

Infine, un’attenzione particolare è stata dedicata anche al ruolo delle istituzioni europee nella lotta contro il cancro, con l’intervento di Walter Ricciardi, che ha richiamato le opportunità offerte dai programmi dell’Unione europea per sostenere la ricerca, ridurre le disuguaglianze nell’accesso alla prevenzione e alle cure e promuovere politiche pubbliche orientate alla salute dei cittadini.​

L’evento è stato anche un momento di riflessione sul futuro: tra le priorità indicate, investire sulla qualità dei progetti, continuare a sostenere i giovani talenti, rafforzare la collaborazione tra laboratori e ospedali e mantenere alta l’attenzione sulla prevenzione.

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