Trapianti, il POIT approda al San Camillo: spazio, tecnologia, sicurezza al servizio dei pazienti

In meno di tre mesi + 20% di attività per l’alta chirurgia oncologica addominale. Aliquò, Direttore Generale San Camillo: “Per noi l’accoglienza è parte imprescindibile della cura: miglioriamo ambienti e tecnologie per garantire un’assistenza all’altezza del nostro straordinario personale sanitario”

Roma, 3 novembre 2025 – Tre sale operatorie di ultima generazione, un nuovo reparto di terapia subintensiva da 29 posti letto, camere a pressione controllata, il tutto secondo i più elevati standard tecnologici e di sicurezza. Il Polo Interaziendale Trapianti (POIT), nato 18 anni fa dalla visione congiunta dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini e INMI Spallanzani, è entrato in una nuova era con il trasferimento, avvenuto nel mese di agosto, di tutta l’attività operatoria presso il sesto piano del Padiglione Puddu del grande nosocomio romano.

Il progetto è stato finanziato con fondi per un totale di circa 3,2 milioni di euro per lavori edili e impiantistici e 770 mila euro per l’acquisizione di attrezzature di ultima generazione. L’area dei lavori è distribuita in circa 1100 mq e ha visto la realizzazione, in meno di due anni, di un blocco operatorio all’avanguardia, che ha permesso di efficientare i percorsi dei pazienti oncologici e trapiantologici provenienti da tutta Italia al POIT, guidato dal prof. Giuseppe Maria Ettorre. Tra le dotazioni più innovative figura un sistema multimediale audio-video integrato, unico nel suo genere in Europa, che consente il live sharing in tempo reale dalle sale operatorie.

Tre sale dedicate alla chirurgia dei trapianti e alla chirurgia oncologica complessa, di livello ISO 5, consentono interventi open, laparoscopici e robotici. Il nuovo sistema di ventilazione permette il controllo termico locale per ciascuna sala operatoria. A completare il POIT, 29 posti letto per la degenza dei pazienti oncologici e trapiantologici, di cui cinque ampie camere a pressione negativa di circa 13 mq, dedicate a pazienti immunodepressi post-trapianto, per garantire i più elevati standard di sicurezza e sterilità.

A soli tre mesi dalla piena operatività i risultati del POIT sono già incoraggianti. Nel periodo agosto–ottobre 2025 sono stati effettuati 187 interventi oncologici, con un incremento di 30 interventi – il 20% – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (156 interventi), con il conseguente impatto sulle liste d’attesa. Le nuove sale operatorie hanno permesso la piena ripresa degli interventi di trapianto di fegato e di rene – che risultano, nonostante il “trasloco” in linea con i risultati record ottenuti lo scorso anno – garantendo continuità assistenziale e tempestività nella risposta ai bisogni clinici.

Il San Camillo è un punto di riferimento pubblico per la città di Roma e dell’intero Lazio con un bacino di utenza molto ampio e una presenza essenziale nella rete ospedaliera regionale. Modernizzare oggi non è un semplice rinnovamento: significa costruire l’ospedale che servirà alle persone di domani, riducendo i consumi energetici, migliorando la sicurezza e garantendo servizi più efficaci e sostenibili. Per noi l’accoglienza è parte imprescindibile della cura: miglioriamo ambienti e tecnologie per garantire un’assistenza all’altezza del nostro straordinario personale sanitario” dichiara Angelo Aliquò, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini.

Il trasferimento di una parte della chirurgia al San Camillo rafforza il polo ospedaliero integrato per i trapianti, una struttura che riunisce e valorizza le eccellenze provenienti dallo Spallanzani e dal San Camillo. La sinergia tra il San Camillo e lo Spallanzani garantirà una maggiore sicurezza per i pazienti trapiantati, per quelli sottoposti a interventi chirurgici e per i pazienti affetti da infezioni acute o croniche, con un significativo beneficio in termini di sopravvivenza e qualità delle cureUn aspetto fondamentale rimane quello della donazione degli organi, in particolare del fegato. Tutto questo impegno, infatti, non può esistere senza un incremento delle donazioni. È quindi essenziale la sensibilità e la consapevolezza delle famiglie, che al momento della proposta di donazione devono essere informate e sostenute nella comprensione del grande gesto d’amore e di solidarietà che stanno compiendo” dichiara il Prof. Giuseppe Maria Ettorre Direttore del POIT.

POIT – una storia di eccellenza

Il POIT è nato nel 2007 dalla collaborazione tra AO San Camillo Forlanini e INMI Spallanzani per creare un polo di altissimo livello votato alla mission non solo del trapianto di fegato e rene, pancreas, trapianto combinato rene-pancreas e rene-cuore, ma anche all’alta chirurgia oncologica addominale. Nei primi due anni di attività, dal 2007 al 2009, l’attività si è svolta al San Camillo, in attesa dei lavori di completamento del nuovo blocco operatorio allo Spallanzani. Nel 2009 il POIT ha trasferito l’attività allo Spallanzani, con due sale operatorie dedicate, dove è rimasto fino al 2020. Lo scoppiare della pandemia ha costretto il POIT a tornare temporaneamente al San Camillo. A fine 2021 il POIT si è nuovamente trasferito allo Spallanzani dove l’attività ha registrato una crescita esponenziale. Se fino al 2020, infatti, i trapianti di fegato si fermavano a 35 interventi, nel 2021 ha raggiunto quota 61, nel 2022 l’incremento è stato del 9% con 66 trapianti, nel 2023 del 22% superando quota 80, fino a giungere a 106 nel 2024.

L’aumentare dell’attività operatoria ha reso necessaria l’espansione delle strutture. E per questo nel 2023 è stato approvato il progetto per la realizzazione del nuovo blocco operatorio POIT presso il Padiglione Puddu del San Camillo, al sesto piano. Il ritorno del POIT al San Camillo rappresenta un punto di svolta strategico nella chirurgia dei trapianti e dell’oncologia della Regione Lazio, con percorsi ottimizzati, riduzione dei tempi di attesa e incremento della qualità del servizio percepito dai pazienti.

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