Azienda Usl e Club Alpino Italiano di Parma rinnovano per altri tre anni la convenzione dedicata a progetti terapeutico-riabilitativi e socio-educativi in ambiente montano
Oltre 60 persone coinvolte con più di 200 escursioni effettuate, dall’Appennino parmense fino ai crateri sommitali dell’Etna, passando per i trekking sulle Alpi e in Sardegna.
Sono solo alcuni dei numeri del progetto di Montagnaterapia, nato dalla collaborazione di Azienda Usl di Parma e la locale sezione provinciale del Club Alpino Italiano (CAI), giunto quest’anno alla quindicesima stagione. Un traguardo importante per questo percorso, tra i più longevi e strutturati d’Italia, che con un particolare approccio di carattere terapeutico-riabilitativo e socio-educativo, ha come finalità principale la cura e la riabilitazione delle persone con differenti problematiche, patologie o disabilità attraverso la frequentazione della montagna, incrementando la salute e il benessere in generale. Si tratta di un lavoro di équipe pianificato e condotto in sinergia tra operatori sanitari e socio sanitari in collaborazione con i volontari del CAI, che offrono supporto tecnico e agevolano la frequentazione dell’ambiente montano in sicurezza.
Era l’agosto del 2010 quando, su proposta del Centro salute mentale di Fidenza, fu organizzata la prima uscita come progetto sperimentale. Furono quelli i primi passi di un’esperienza che nel tempo è cresciuta e si è strutturata, diventando tra i punti di riferimento nazionali in questo ambito.
“Sono stati quindici anni di camminate, esperienze e crescita – ha commentato Donatella Rizzi, educatrice del dipartimento assistenziale integrato Salute mentale-Dipendenze patologiche dell’Azienda Usl di Parma e tra le ideatrici del progetto -. Zaino in spalla, passo dopo passo, siamo riusciti a coinvolgere oltre sessanta utenti, con diverse esperienze e differenti fragilità, oltre a diverse decine tra accompagnatori e volontari del CAI di Parma. Penso che il bilancio sia estremamente positivo”.
L’esperienza parmigiana di Montagnaterapia è stata la prima a livello nazionale a vedere la firma di una convenzione tra un’Azienda sanitaria e una sezione locale del Club Alpino Italiano, rendendo così possibile una solida e duratura collaborazione. Partnership che ha visto, tra l’altro, la creazione di una sottosezione del CAI Parma dedicata esclusivamente a questa finalità, oltre alla nascita di diversi gruppi di utenti: lo Scarpone, le Aquile Coraggiose, gli Aquilotti, il Mozzafiato e la Scarpetta. La convenzione, recentemente prorogata con la sottoscrizione un nuovo accordo di durata triennale tra Ausl e CAI, ha come obiettivo proprio la continuità al progetto. Per l’anno in corso, infatti, sono in calendario ben 33 uscite oltre a numerose iniziative di formazione per dipendenti Ausl e volontari del CAI coinvolti.
“Abbattere le differenze, favorire la socializzazione e l’inclusione attraverso la frequentazione dell’ambiente naturale – sono le parole di Pietro Pellegrini, direttore del dipartimento assistenziale integrato Salute mentale-Dipendenze patologiche Ausl – è il modo migliore per superare le fragilità nelle sue varie forme. Il successo che questo progetto ha avuto in questi quindici anni lo dimostra, ed è ora nostro compito garantirne un ulteriore sviluppo”.
“Da oltre 15 anni – ha aggiunto il presidente del CAI di Parma Roberto Zanzucchi – ci impegniamo a promuovere e realizzare attività in montagna aperte a tutti nella viva convinzione che la frequentazione della natura favorisce la socializzazione attraverso un’esperienza del se e del gruppo, vivendo insieme il cammino, la fatica, l’osservazione, l’ascolto, il bello”. “Condividere difficoltà e divertimento aiuta a crescere e dona serenità nel corpo e nella mente. Il rinnovo della concessione CAI – AUSL testimonia i significativi risultati raggiunti dal progetto montagnaterapia ed è stimolo per nuove avventure insieme”.