Studio clinico di fase III SCORPIO-PEP: ensitrelvir è il primo e unico antivirale orale per COVID-19 a dimostrare prevenzione contro infezione quando utilizzato come profilassi post-esposizione

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In occasione della 32° Conferenza sui retrovirus e le infezioni opportunistiche (CROI, Conference of Retroviruses and Opportunistic Infections), Shionogi ha tenuto una presentazione orale scientifica late-breaking illustrando i nuovi dati del suo studio globale di fase III, in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo SCORPIO-PEP (Stopping COVID-19 pRogression with early Protease InhibitOr treatment – Post-Exposure Prophylaxis, “Arrestare la progressione del COVID-19 con un trattamento precoce con inibitori della proteasi – Profilassi post-esposizione”) che valuta ensitrelvir come profilassi orale post-esposizione. SCORPIO-PEP è il primo e unico studio di fase III su un antivirale orale per COVID-19 come profilassi post-esposizione a raggiungere l’endpoint primario di prevenzione del COVID-19.

Lo studio ha soddisfatto sia l’endpoint primario sia l’endpoint secondario principale. La popolazione dell’analisi primaria comprendeva 2.041 persone conviventi con test di screening per SARS-CoV-2 negativo ed escludeva quelli risultati già positivi al test PCR presso il laboratorio centrale. Dei partecipanti allo studio trattati con ensitrelvir, il 2,9% ha sviluppato COVID-19 sintomatico, rispetto al 9,0% dei partecipanti che hanno ricevuto il placebo (risk ratio: 0,33; IC 95%: 0,22-0,49; p<0,0001) al giorno 10 – l’endpoint primario – il che rappresenta una riduzione del rischio relativo del 67%. La popolazione dell’analisi secondaria ha incluso 2.387 persone conviventi con un test locale per SARS-CoV-2 negativo, ma non ha escluso quelli con una PCR SARS-CoV-2 positiva presso il laboratorio centrale al basale. I risultati sono stati simili a quelli della popolazione dell’analisi primaria, con il 4,4% dei partecipanti trattati con ensitrelvir che hanno sviluppato COVID-19 sintomatico rispetto al 10,2% dei partecipanti trattati con placebo (risk ratio: 0,43; IC 95%: 0,32-0,59; p <0,0001).

Il COVID-19 continua ad avere un impatto significativo sulla salute pubblica in Italia, con 218.000 casi attivi, con conseguente ricovero di 1.300 pazienti, a gennaio di quest’anno” – ha affermato Matteo Bassetti, MD PhD, Professore di Malattie Infettive, Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Genova; Direttore della Clinica Malattie Infettive, Ospedale Policlinico San Martino – IRCCS, Genova, Presidente della Società Italiana di Terapia Anti-Infettiva (SITA). – “La profilassi post-esposizione, oltre alla vaccinazione e all’uso appropriato di un antivirale orale, può offrire una preziosa opzione per aiutare a prevenire la malattia in coloro che sono stati esposti al virus, in particolare quando vi è un alto rischio di sviluppo di una malattia grave.”

Ensitrelvir ha ricevuto l’approvazione normativa d’emergenza nel 2022 in Giappone e la piena approvazione per il trattamento del COVID-19 nel marzo 2024. Nel 2023 è stato reso disponibile a Singapore tramite la sottomissione di una richiesta di accesso speciale (Special Access Route), e attualmente è in fase di revisione normativa a Taiwan. Nel 2025 ensitrelvir ha ottenuto la designazione Fast Track dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per la profilassi post-esposizione al COVID-19 in seguito a un contatto con un individuo affetto dal virus. Inoltre, nel 2023 ensitrelvir aveva ricevuto la designazione Fast Track dalla FDA statunitense per il trattamento del COVID-19. Al di fuori del Giappone e di Singapore, ensitrelvir è un farmaco sperimentale.

SCORPIO-PEP ha valutato 2.387 partecipanti di età pari o superiore a 12 anni che al momento dell’arruolamento erano senza sintomi e negativi al test di screening per infezione da SARS-CoV-2; i soggetti erano stati in contatto con un familiare con COVID-19 sintomatico. I partecipanti allo studio sono stati assegnati in modo casuale secondo un rapporto 1:1 a ricevere ensitrelvir (125 mg) o placebo una volta al giorno, e hanno iniziato il trattamento entro tre giorni da quando il familiare affetto da COVID-19 ha iniziato a mostrare i sintomi. I partecipanti hanno poi continuato con ensitrelvir o placebo per cinque giorni.

Nel complesso, ensitrelvir è stato generalmente ben tollerato, con tassi di eventi avversi simili nel braccio trattato con ensitrelvir e nel braccio trattato con placebo (rispettivamente 15,1% e 15,5%).Non ci sono stati ricoveri o decessi correlati al COVID-19.

Sappiamo che i coronavirus continuano a rappresentare un rischio significativo per la salute globale, a causa dei loro elevati tassi di mutazione e della loro capacità di diffondersi rapidamente”, ha dichiarato il dott. Andreas Karas, MD, Vice President Medical Affairs, Shionogi Europe. “Il mondo è già stato minacciato da tre coronavirus solo in questo secolo, e questi agenti patogeni hanno dimostrato un elevato potenziale pandemico. Gli antivirali orali, soprattutto se possono essere utilizzati per prevenire l’infezione in coloro che sono stati esposti, svolgono un ruolo importante nel proteggere contro future potenziali minacce alla sicurezza sanitaria dovute ai coronavirus”.

Il COVID-19 continua a rappresentare un rischio per molte persone e rimane una minaccia per la salute pubblica. Può influire sulla qualità della vita, portare a periodi di assenza dal lavoro, causare il long COVID e, nei casi più gravi, evolvere in forme più severe di malattia, richiedere il ricovero e arrivare a causare perfino la morte. È necessario prevedere ulteriori misure di protezione per chi entra in stretto contatto con persone positive al COVID-19.

La profilassi post-esposizione (PEP) è necessaria per ridurre il rischio di sviluppare la malattia dopo l’esposizione, in particolare per i soggetti ad alto rischio di sviluppare malattie gravi, come le persone che hanno un sistema immunitario indebolito, chi ha patologie croniche, gli anziani o coloro che potrebbero trasmettere il COVID-19 a popolazioni ad alto rischio. In contesti come ospedali, case di cura o strutture per lungodegenti, la PEP potrebbe aiutare a proteggere dal COVID-19 e a contenerne il potenziale impatto clinico ed economico. La PEP può contribuire a diminuire il rischio di sviluppare il COVID-19 in forma acuta, riducendo così il rischio di sviluppare il long COVID.

La PEP è anche un’importante opzione preventiva quando emergono nuove varianti, che potrebbero sfuggire all’immunità indotta dal vaccino o acquisita dall’infezione.Inoltre, i bassi tassi di vaccinazione e il calo dell’immunità dopo la vaccinazione richiedono ulteriori misure preventive.

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