Riniti allergiche, deviazioni del setto nasale, esiti di forme virali (Covid19), invecchiamento, poliposi nasale, traumi, esposizione a sostanze tossiche, malattie endocrine rappresentano alcune delle principali cause dei disturbi dell’olfatto riscontrate nel corso dello screening svolto nell’ambito della campagna nazionale “Mettiamoci il naso” che si è appena conclusa.
L’iniziativa, promossa dalla Società Italiana di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico-Facciale (SIO e ChCf) nell’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria dell’AOUP “G. Rodolico – San Marco” di Catania diretta da Ignazio La Mantia, in particolare nell’ambulatorio di Rinologia sotto il coordinamento della responsabile Sara Ruta.
Lo screening si è svolto con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza dei disturbi olfattivi, troppo spesso sottovalutati e sottostimati in rapporto anche alla possibilità di individuare segnali precoci di patologie sia di pertinenza ORL ma anche di patologie neurodegenerative.
L’evento ha registrato una grande partecipazione: i posti disponibili per lo screening gratuito sono andati esauriti in poche ore, segno dell’interesse e del bisogno concreto di diagnosi precoce e prevenzione.
I disturbi dell’olfatto, detti anche disfunzioni olfattive (iposmie, anosmie, parosmie, disosmie, cacosmie), possono essere temporanei ma, in molti casi, si associano a patologie croniche. L’olfatto svolge un ruolo fondamentale nella nostra vita quotidiana: ci aiuta a riconoscere pericoli (come fumo, gas o cibi avariati), influenza il senso del gusto e contribuisce al benessere emotivo e alla qualità delle relazioni interpersonali. Per questo motivo, una sua alterazione o perdita può incidere profondamente sulla sicurezza personale e sullo stato psicologico dell’individuo e in definitiva sulla qualità di vita.
Secondo i dati scientifici, la prevalenza dei disturbi olfattivi nella popolazione adulta varia tra il 9,5% e il 15,3%, con un’incidenza significativamente più alta negli anziani. Le fasce più colpite sono quelle tra i 65 e gli 80 anni, con una maggiore incidenza negli uomini oltre gli 80 anni.
Nel corso delle giornate di screening – durante le quali sono state visitate circa 40 persone – i medici specialisti hanno effettuato un’anamnesi approfondita seguita da test olfattivi, come lo “sniffing test” e da esami strumentali come la rinofibroscopia per l’osservazione diretta delle strutture olfattorie.
Sulla base dei risultati sono stati prescritti trattamenti personalizzati, tra cui programmi di training olfattivo da seguire per almeno tre mesi, con l’ausilio di oli essenziali, che in diversi casi potrebbero portare a un recupero più o meno parziale della funzionalità olfattiva. In alcune situazioni, sono stati indicati ulteriori approfondimenti diagnostici, inclusi esami radiologici.
Quella appena conclusa è stata la prima edizione della campagna “Mettiamoci il naso” a Catania: un primo passo importante per promuovere la cultura della prevenzione e avviare un percorso strutturato di diagnosi e cura dei disturbi olfattivi, sempre più rilevanti nella pratica clinica otorinolaringoiatrica.