Piria(ANF): Collaborazione interprofessionale nel SSN sia un approccio equilibrato alle competenze

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L’ultimo dibattito sul Ddl delle prestazioni sanitarie solleva questioni importanti riguardo al riconoscimento delle competenze di tutti i professionisti sanitari, tra cui fisioterapisti, infermieri, osteopati e altri laureati non medici. Sulla sentita tematica interviene Mauro Piria, Vicesegretario Nazionale dell’Associazione Nazionale Fisiatri (ANF), per il quale “È essenziale che il sistema sanitario valorizzi la sinergia tra le diverse figure professionali, riconoscendo e rispettando i limiti e le competenze di ciascuna”.

“In proposito – prosegue il fisiatra – la proposta di valorizzare ogni figura professionale nel percorso di prevenzione, diagnosi e cura è si necessaria, ma deve essere bilanciata dal rispetto dei confini delle competenze di ogni professionista. E’ dunque fondamentale che il medico mantenga un ruolo centrale nella diagnosi, prognosi e terapia, mentre altre figure professionali, come i fisioterapisti, hanno competenze specifiche nell’ambito della riabilitazione, ma non sono autorizzati a formulare diagnosi o prescrivere trattamenti in autonomia. Similmente, infermieri e osteopati svolgono ruoli complementari al medico, ma i loro interventi devono sempre essere indirizzati e supervisionati dal medico, soprattutto per quanto riguarda le decisioni terapeutiche”.

“Un sistema sanitario davvero efficace si basa sulla collaborazione interprofessionale, in cui ogni professionista opera nel pieno rispetto dei propri limiti, garantendo una cura integrata e ottimale per il paziente. Estendere responsabilmente le competenze di ogni figura, senza confondere i ruoli, è essenziale per il buon funzionamento del sistema sanitario e per evitare sovrapposizioni che potrebbero compromettere la qualità dell’assistenza”.

“In questo contesto, è importante che le normative chiariscano i limiti di ciascun professionista per evitare confusioni nei cittadini e garantire che ogni intervento sanitario avvenga nell’ambito delle proprie competenze, sempre sotto la supervisione del medico. Un approccio equilibrato e razionale è la chiave per un sistema sanitario che risponda davvero alle necessità dei pazienti, rispettando la professionalità e le responsabilità di ogni figura. La confusione sui ruoli può avere conseguenze gravi, rallentando i percorsi di cura e pregiudicando i risultati terapeutici. La collaborazione tra professionisti, però, quando rispettosa dei confini e delle capacità acquisite nel percorso formativo universitario, esalta l’efficacia del trattamento e favorisce il raggiungimento degli obiettivi di salute, mettendo sempre al centro il paziente e il suo benessere”.

“In conclusione, è indispensabile che le competenze di ogni professionista sanitario siano chiaramente definite, non solo per garantire che ogni intervento avvenga nell’ambito della propria formazione, ma soprattutto per proteggere la salute del cittadino” – termina Piria.

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