Sarà attiva da fine settembre sul territorio di Varese una unità mobile adeguatamente attrezzata per erogare le mammografie proposte all’interno dei percorsi di screening, un esame veloce e semplice, essenziale per individuare fin dalle prime fasi un eventuale tumore al seno.
In linea con le recentissime indicazioni di Regione Lombardia, prende così il via un progetto innovativo, sviluppato in co-progettazione con le Associazioni di Volontariato Varese per l’Oncologia, CAOS e la ASST Sette Laghi, finalizzato non solo a migliorare l’adesione delle donne al programma di screening mammografico ma anche per promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della prevenzione oncologica e sull’importanza dello screening organizzato.
Con l’unità mobile, l’offerta diventerà quindi più capillare per facilitare l’accesso al percorso di screening, soprattutto per le donne che abitano nelle zone montane o periferiche del territorio provinciale, in genere più distanti dai centri ospedalieri. È per questo motivo che, in sinergia con alcuni Comuni e soprattutto con i Medici di Medicina Generale, si prevedono anche delle tappe nei territori dove si registra un minore tasso di adesioni.
L’attività si integrerà anche con il programma WHP – Luoghi di lavoro che promuovono salute che ATS Insubria porta avanti da anni sul territorio per garantire il benessere dei lavoratori: sono già stati presi accordi con alcune aziende produttive e di servizio del territorio che ospiteranno l’unità mobile per alcune giornate in modo da facilitare l’accesso ai percorsi di screening alle proprie dipendenti.
Le donne che aderiranno al percorso di screening attraverso l’unità mobile verranno accolte in uno spazio riservato gestito dalle associazioni di volontariato.
“Grazie a questo nuovo progetto riusciremo a fornire un’erogazione di prossimità della mammografia con l’obiettivo di intercettare le donne che finora non hanno aderito ai percorsi di screening sia nei territori più periferici che sui luoghi di lavoro – commenta Salvatore Gioia, direttore generale di ATS Insubria –. La prevenzione è fondamentale ed è sempre al centro della nostra agenda. Solo grazie alla prevenzione, infatti, riusciamo ad intercettare eventuali patologie in fase precoce ed intervenire con cure meno invasive. Sottolineiamo che questa iniziativa non sostituisce in alcun modo le attività di screening che svolgiamo quotidianamente e che andranno avanti con regolarità: l’unità mobile semmai si integra con quanto già facciamo con l’obiettivo di facilitare il più possibile l’accesso. Infine ci teniamo a ringraziare ASST Sette Laghi, l’associazione Varese per l’oncologia e CAOS, nonché tutte le aziende che aderiranno all’iniziativa: crediamo nel valore della rete ed è solo grazie all’impegno di tutti – pubblico, aziende e volontari – che questo progetto prenderà vita”.
“Sostenere il progetto della clinica mobile per lo screening mammografico significa dare forma operativa a un principio che ci guida da sempre: la salute deve essere accessibile e vicina alle donne, che troppo spesso rinunciano a controlli fondamentali per la loro salute. Varese per l’Oncologia porta la prevenzione dentro la vita quotidiana: un gesto di attenzione e rispetto che abbiamo concretizzato con oltre 20 mila euro destinati dall’associazione al progetto, che è un investimento nel futuro, nella salute, nella dignità delle donne. Ringraziamo CAOS e tutte le realtà che rendono possibile questo percorso: siamo solo all’inizio”, spiega Nicoletta Caverzasi Ferloni, presidente di Varese per l’Oncologia.
“Con la clinica mobile per lo screening mammografico inizia un viaggio di consapevolezza, che è il simbolo concreto di ascolto e di cura per le donne. CAOS, da sempre, crede che la prevenzione debba essere senza barriere: anche per questo, siamo orgogliosi di essere parte di questo progetto che porta la salute direttamente nella quotidianità: perché ogni donna merita di sentirsi vista, accolta, protetta. Questa clinica mobile è un abbraccio concreto, un invito a prenderci cura di noi, a scegliere la prevenzione come atto d’amore verso la propria vita: il miglior avvio di sempre per il Mese in Rosa. Insieme coloriamo i territori di consapevolezza, con passione, con la forza di chi sa che ogni diagnosi precoce può fare la differenza: oggi comprendo che tutto il mio impegno serve e si concretizza”, dichiara Adele Patrini, presidente Associazione CAOS.
Nelle giornate del 29 e 30 settembre, Lindt & Sprüngli Italia avvierà questo progetto come prima Azienda a livello regionale: “Ospitare un progetto così significativo per la salute delle donne della nostra azienda rappresenta per Lindt un gesto concreto di responsabilità sociale e di attenzione verso il benessere delle nostre dipendenti. Crediamo fortemente nel valore della prevenzione e nella forza delle reti territoriali che, come in questo caso, uniscono istituzioni, associazioni e aziende per promuovere operativamente la salute in modo capillare e accessibile. Ringraziamo ATS Insubria, le associazioni CAOS e Varese per l’Oncologia, e tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa che porta la prevenzione direttamente nei luoghi di vita e di lavoro”, dichiara Romina Casati, Human Resources Director di Lindt & Sprüngli Italia.
Lo screening del tumore alla mammella è un percorso gratuito di prevenzione e diagnosi precoce offerto alle donne tra i 45 e i 74 anni che non presentano sintomi di malattia. La mammografia va ripetuta ogni anno fino al compimento dei 50 anni, poi ogni due anni fino a 74 anni. Si tratta di un esame radiografico estremamente accurato che dura solo 15 minuti, non richiede preparazione e non ha controindicazioni. Le immagini prese direttamente sull’unità mobile saranno poi lette separatamente da due Specialisti Radiologi della ASST Sette Laghi per garantire la massima accuratezza nella diagnosi. Se l’esito è negativo – non sono presenti lesioni sospette – si riceverà il risultato via posta e non sono richiesti ulteriori accertamenti. L’esito positivo – presenza di immagini dubbie – indica invece che sono necessari ulteriori esami. In questo caso la persona verrà presa in carico dal Sistema Socio Sanitario Regionale che guiderà la donna in tutte le successive fasi.