Aodi: «Non vogliamo un altro coronavirus, né altre pericolose lentezze da parte dei sistemi sanitari internazionali. I bambini muoiono di fame e infezioni ogni giorno, sia chiaro che Gaza è un rischio per tutto il mondo se esplodono infezioni incontrollate»
L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM), la Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), l’Agenzia Mondiale Britannica AISC NEWS – Informazione Senza Confini e il Movimento Internazionale Uniti per Unire, guidati dal Prof. Foad Aodi (medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale; Direttore AISC NEWS; membro del Registro Esperti FNOMCeO; quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata; Presidente Amsi, Umem e Uniti per Unire; Presidente Onorario e Fondatore Co-mai), lanciano un allarme sanitario dalla Striscia di Gaza.
UN VIRUS SCONOSCIUTO IN UN TERRITORIO AL COLLASSO
Secondo le testimonianze dei nostri referenti professionisti sanitari e giornalisti locali che collaborano con le associazioni, si sta diffondendo un nuovo virus di natura sconosciuta, con sintomi simili al Covid-19, che colpisce soprattutto i bambini. La malnutrizione e la mancanza di acqua potabile lo rendono più letale e le infezioni aumentano ogni giorno.
NUMERI CHE TESTIMONIANO UNA CATASTROFE
Il Ministero della Salute di Gaza ha denunciato che i medici «hanno perso la capacità di diagnosticare le malattie» per mancanza di laboratori e strumenti. Il 95% degli ospedali è fuori uso. Dall’ottobre 2023 si registrano oltre 63 mila decessi, tra cui il 70% bambini e donne. Solo nelle ultime 48 ore sono morte 17 persone di fame (una ogni tre ore). In totale, dall’inizio sono morti più di 307 persone – tra cui 81 bambini – sono decedute per malnutrizione.
LE GUERRE DIMENTICATE, L’ALLARME DELL’OMS E LE MALATTIE CHE COLPISCONO I BAMBINI
«Quello che oggi vediamo a Gaza – sottolinea il Prof. Foad Aodi – è la conferma di quanto denunciamo dall’inizio della guerra e come in tante altre guerre dimenticate, dallo Yemen alla Siria, dall’Africa all’Iraq. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha tante volte annunciato l’arrivo di un probabile nuovo virus, ma io ho sempre risposto che la pandemia è già in atto in questi Paesi. La situazione di Gaza è ancora più grave: acqua contaminata, cibo assente e malnutrizione hanno abbattuto le difese immunitarie del corpo. Per questo si muore non solo di fame ma anche di malattie infettive. Nei bambini vediamo un’esplosione di patologie come influenza, diarrea, gastroenteriti, epatite e infezioni virali: un mix micidiale che colpisce una popolazione già stremata e priva di cure».
L’ALLARME DIRETTO DI AODI
«Purtroppo – afferma il Prof. Foad Aodi – è arrivata un’altra conferma di quello che denunciamo dall’inizio della guerra: c’è l’allarme della circolazione di un virus di natura non ancora conosciuta, come ci riferiscono i nostri professionisti sanitari referenti UMEM e AISC a Gaza. I primi pazienti sono stati registrati negli ospedali e l’OMS non può trascurare questo segnale».
«L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato più volte la possibilità di un nuovo virus, ma io ho sempre risposto che la pandemia è già in atto nello Yemen, a Gaza, in Siria, in Africa e in Iraq. Mai, però, negli ultimi decenni abbiamo visto una situazione peggiore di quella di Gaza: acqua contaminata, cibo assente, malnutrizione, difese immunitarie azzerate. Si muore per la fame e per le malattie infettive. Mai visto un numero così alto di bambini ammassati in fila per un pezzo di pane o un piatto di lenticchie: questo virus ha trovato un campo fertile».
«Il mio allarme all’OMS è sempre stato chiaro: non vogliamo un altro coronavirus, non vogliamo altri pericolosi ritardi, falle e inefficienze nei sistemi sanitari mondiali e non vogliamo un altro disastro come la pandemia. Da anni denunciamo, ma restiamo inascoltati. Servono diagnosi, sostegno ai nostri professionisti della sanità, cure, vaccini come avvenne per la poliomielite. Oggi l’82% dei bambini non ha le vaccinazioni obbligatorie: oltre 2 milioni di cittadini e minori sono a rischio di contagio e malattie infettive, aggravate dalla malnutrizione».
«Questo virus – aggiunge Aodi – assomiglia al coronavirus per sintomi, ma i medici non riescono a identificarlo. Siamo nello stesso ambiente di paura del Covid, ma senza laboratori, senza strumenti, senza medici e senza farmaci. Se non fermiamo la pandemia a Gaza, il rischio è per tutto il Medio Oriente, l’Europa e il mondo».
DATI DIRETTI DEI NOSTRI CORRISPONDENTI DA GAZA. IL VIRUS TROVA PERICOLOSO CAMPO FERTILE IN UNA SANITA’ A PEZZI
«I dati che diffondiamo – precisa il Prof. Foad Aodi – arrivano direttamente dai nostri referenti professionisti sanitari e giornalisti che da Gaza collaborano con AMSI, UMEM, AISC NEWS, Co-mai e Uniti per Unire. Le loro testimonianze quotidiane descrivono una popolazione allo stremo, dove il virus ha trovato un campo fertile. Bambini indeboliti, ammassati in fila per un pezzo di pane o per un piatto di lenticchie, diventano le prime vittime. La mancanza di acqua potabile e di cibo ha abbattuto le difese immunitarie, trasformando malattie comuni come influenza, diarrea, gastroenteriti, epatite e infezioni virali in condizioni letali. Questo contesto di fame e precarietà igienica amplifica la diffusione del nuovo ceppo, rendendolo ancora più pericoloso e difficile da contenere».
Per questo rinnoviamo il nostro ringraziamento a tutto l’esercito bianco italiano di origine straniera: oltre 60.000 professionisti hanno partecipato e continuano a dare il loro contributo. Insieme proseguiamo l’impegno comune per scongiurare il rischio di una nuova pandemia.
LE RICHIESTE URGENTI DELLE ASSOCIAZIONI
AMSI, UMEM, Co-mai, AISC NEWS e Uniti per Unire chiedono:
• l’apertura immediata di corridoi sanitari e umanitari;
• l’ingresso urgente di farmaci essenziali, acqua e latte per i bambini;
• campagne di vaccinazione pediatrica;
• un’azione coordinata di OMS, ONU e Unione Europea per prevenire una catastrofe sanitaria globale.
«La salute non ha confini – conclude Aodi –. Non possiamo permettere che Gaza diventi la culla di una nuova pandemia mondiale».