Carcere. Spinelli (Toscana): “Strutturare meglio i percorsi di reinserimento sociale”

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Si è aperta oggi a Palazzo Strozzi Sacrati “Carcere, inclusione sociale, comunità”, la tre giorni di Regione e Anci Toscana dedicata al sistema delle politiche regionali per la giustizia penale in Toscana.

“Dobbiamo strutturare in modo più efficace i percorsi di reinserimento sociale, perché chi è in carcere o in esecuzione penale resta parte della comunità”. Per l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli, è questa la strada da percorrere per migliorare la condizione dei detenuti e delle carceri.

L’occasione per riaffermare il concetto è il discorso tenuto in apertura di “Carcere, inclusione sociale, comunità”, la tre giorni in programma fino a venerdì prossimo a Palazzo Strozzi Sacrati organizzata dalla Regione e da Anci Toscana per riflettere con tutti gli attori sociali e le istituzioni attorno al sistema delle politiche regionali per la giustizia penale in Toscana.

Per dare concretezza a questa idea, due sono le direttrici su cui deve insistere la Regione, nel rispetto delle sue competenze. “Oltre agli interventi a livello ministeriale”, dice l’assessora riferendosi alla situazione nei penitenziari evidenziati anche dalle cronache degli ultimi giorni, da un lato “va rafforzata la collaborazione istituzionale fra Regione Toscana e tutto il mondo della giustizia”, dall’altro “dobbiamo continuare a lavorare in un’ottica multidisciplinare”.

“È necessario – prosegue Spinelli – mettere sempre più in collegamento settori, competenze e attori anche molto diversi tra loro”, dal socio-sanitario, al lavoro alla formazione, “anche puntando ad aumentare la conoscenza reciproca tra i vari soggetti che operano sulle carceri”. Per “reinserire socialmente” come chiede la Costituzione, la risposta più adeguata che le istituzioni possono dare a una questione complessa, spiega l’assessora, “è una risposta complessa attraverso una presa in carico multidimensionale dei detenuti”, che “restano persone e cittadini”.

All’intervento dell’assessora Spinelli, in avvio dei lavori del convegno sono seguiti i saluti del Garante regionale dei diritti dei detenuti Giuseppe Fanfani e, in videocollegamento, per Anci Toscana Andrea Raspanti, assessore alla coesione sociale del comune di Livorno.

“Sul carcere – ha evidenziato Fanfani – serve un investimento positivo”. “Come ha detto la settimana scorsa il presidente Mattarella, – ha aggiunto il Garante – restituire alla società una persona migliore di come è entrato non solo è un dovere umano e sociale che ciascuno di noi ha e che gli amministratori dovrebbero avere. Ma restituire alla società persone peggiori è un modo per aver buttato i miei soldi e questo nessun amministratore se lo può permettere”.

“Ritengo che sia molto significativo che si parli del tema delle carceri nella cornice di una riflessione più generale sul welfare – ha sottolineato Raspanti – : questo vuol dire sostanzialmente che all’interno delle nostre comunità locali, all’interno delle città, il carcere costituisce una fetta di territorio che a tutti gli effetti rappresenta una periferia, una parte della città”.

“I Comuni  – ha proseguito l’assessore – devono interessarsi di quello che succede all’interno di questi luoghi; sia perché a tutti gli effetti il carcere ospita delle persone, degli individui che fanno parte della nostra società; sia perché il carcere è un servizio pubblico fondamentale in una società democratica. Questa giornata è importante per tutte le istituzioni coinvolte, per definire un comune sentire per fare tutto quello che è nostra possibilità per creare dei ponti tra il carcere e le nostre comunità”.

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