Appropriatezza prescrittiva. SMI Calabria: “Basta con immotivate sanzioni contro medici di medicina generale di Cosenza”

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In questi giorni un medico di medicina generale dell’ASL di  Cosenza ha  ricevuto, da parte della Commissione per l’Appropriatezza Prescrittiva (CAPD) del Distretto Sanitario Cosenza/Savuto una richiesta di addebito economico di circa 2000 euro, in relazione a presunte prescrizioni eccedenti, così Sinibaldo Iemboli, Segretario Regionale della Calabria, del Sindacato Medici Italiani denuncia l’accaduto.

L’appropriatezza prescrittiva non può essere solo un calcolo matematico, una media aritmetica che tiene conto solo del fattore della spesa, così come fino ad oggi è stata intesa. Vorremmo capire, aggiunge Iemboli, quale sia il soggetto che può  giudicare se l’operato di un medico di medicina generale sia coerente  all’appropriatezza prescrittiva? Affidiamo questo compito alle commissioni di burocrati delle ASL? Perché poi i medici di famiglia dovrebbero essere controllati sull’appropriatezza prescrittiva  se hanno già completato un lungo percorso formativo che prevede una laurea, una specializzazione, un  esame di Stato, un’ abilitazione alla professione e tanta esperienza sul campo?

Ricordiamo a tutti, che i medici di medicina generale  prendono in carico i pazienti in modo personalizzato; assumendo, poi, decisioni terapeutiche fondate su valutazioni cliniche individualizzate. La giurisprudenza amministrativa e contabile ha più volte chiarito che non è possibile sanzionare economicamente il medico se non in presenza di errori macroscopici, privi di giustificazione clinica, e connotati da colpa grave o dolo.

Vorremmo sottolineare che il  medico di Cosenza, in questione, aveva solo prescritto nel 2024 a un paziente degli inibitori di pompa protonica (IPP)  che sono farmaci che riducono la produzione di acido nello stomaco.

Partendo da quest’ultime  considerazioni abbiamo deciso di diffidare formalmente la Commissione per l’Appropriatezza Prescrittiva (CAPD) del Distretto Sanitario Cosenza/Savuto, per difendere il professionista  interessato dalla richiesta di un  addebito economico, che riteniamo privo di un’ adeguata giustificazione.

Il ricorso alla  diffida contro l’ASL di Cosenza serve, inoltre, a tutelare l’immagine e la reputazione professionale del medico. Vogliamo far presente, inoltre,  che ogni ulteriore iniziativa sanzionatoria, in assenza di motivazione clinico-giuridica adeguata, costituirebbe un atto lesivo della dignità e dell’onorabilità del professionista, esponendo la stessa ASL  di Cosenza  a possibili profili risarcitori per danno all’immagine.

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