Assistente infermiere. COINA chiede sospensione immediata accordo Governo-Regioni e lancia allarme

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“Apprendiamo con preoccupazione i contenuti del DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 giugno scorso, che definisce ufficialmente le linee guida della figura dell’Assistente Infermiere, prevista dal precedente accordo tra Governo e Regioni. Ebbene, il nostro sindacato lo denuncia da tempo, questo provvedimento rappresenta l’ennesimo colpo inferto al cuore delle professioni sanitarie italiane. Il COINA – Sindacato delle Professioni Sanitarie – intende sottoporre, ancora una volta, agli occhi dell’opinione pubblica, il paradosso di questa figura ibrida e indecifrabile, e oggi rilancia con forza: serve la sospensione immediata dell’accordo Governo-Regioni che la introduce”.

A parlare è Marco CeccarelliSegretario Nazionale COINA, che non usa mezzi termini:

“Ci troviamo di fronte a una scelta pericolosa e irresponsabile. L’assistente infermiere è una figura indefinita, costruita per tamponare un sistema già in crisi strutturale. Un operatore che non è un professionista sanitario, ma che – secondo quanto leggiamo nel DPCM – dovrà addirittura prendersi cura dei malati cronici, delle persone con disabilità, dei soggetti più fragili della popolazione. È assurdo, è inaccettabile. Un vero schiaffo alla dignità dell’assistenza e delle competenze professionali”.

Il COINA ribadisce con forza che l’assistenza sanitaria non può essere affidata a figure “low cost” create per compensare la drammatica carenza di personale. In Italia mancano oltre 175.000 infermieri rispetto agli standard europei. E anziché investire sulla formazione, sull’assunzione e sulla valorizzazione degli infermieri, le inconcludenti politiche sanitarie continuano a inventarsi scorciatoie anguste e pericolose.

“Chi è, davvero, l’assistente infermiere?”, incalza Ceccarelli. “Un operatore socio-sanitario con una manciata di ore formative in più? Un professionista di serie B? Il DPCM è vago, poco trasparente, e apre a uno scenario inquietante: quello in cui si affida l’assistenza ai più deboli – anziani, cronici, disabili – a persone che non hanno l’autonomia clinica né la preparazione necessaria per sostenere un compito così delicato“.

Una figura che genera ambiguità e confusione anche tra gli OSS. L’introduzione dell’assistente infermiere non solo mina il ruolo dell’infermiere professionale, ma rischia di alimentare una pericolosa confusione anche all’interno del profilo degli operatori socio-sanitari (OSS). Si tratta, di fatto, di una figura intermedia, sovrapposta, costruita senza un chiaro inquadramento giuridico, contrattuale e formativo. Il risultato è una duplicazione di mansioni e responsabilità che disorienta le équipe sanitarie e appesantisce la catena organizzativa dell’assistenza.

Le attività previste per l’assistente infermiere sembrano ricalcare in parte quelle degli OSS, creando un conflitto operativo e una sensazione diffusa di svalutazione tra gli stessi operatori. Non a caso, anche diverse sigle rappresentative degli OSS hanno espresso netta contrarietà all’introduzione di questa figura, evidenziando il rischio di veder disgregati anni di battaglie per il riconoscimento e la dignità del loro ruolo.

Competenze non scorciatoie. In un’Italia che invecchia – con una delle popolazioni più anziane d’Europa – servono più competenze, non più ambiguità. Il COINA sottolinea che solo l’infermiere, con formazione universitaria, capacità di valutazione clinica e responsabilità professionale, può garantire la presa in carico efficace e sicura dei pazienti fragili.

“Invece di rafforzare il sistema sanitario pubblico, si procede con operazioni di maquillage, con figure spurie che rischiano di creare solo caos organizzativo, disorientamento operativo e, soprattutto, un abbassamento inaccettabile della qualità dell’assistenza”, prosegue Ceccarelli. “Ci dicono che l’assistente infermiere ‘aiuterà’, ‘supporterà’. Ma chi dovrebbe supportare, se gli infermieri non ci sono? Se i reparti sono desertificati, se il turnover è bloccato e i contratti sono insufficienti?”

Per il COINA, la verità è semplice e drammatica: il Governo, invece di assumersi la responsabilità di investire seriamente nelle professioni sanitarie, sceglie scorciatoie e soluzioni improvvisate.

LE RICHIESTE DEL COINA:

  1. Sospensione immediata dell’accordo Governo-Regioni che istituisce la figura dell’assistente infermiere.
  2. Moratoria sull’applicazione del DPCM del 23 giugno, in attesa di un confronto aperto e trasparente con tutte le rappresentanze delle professioni sanitarie.
  3. Avvio immediato di un piano straordinario di assunzioni per colmare il gap di personale sanitario, in particolare di infermieri.
  4. Riconoscimento pieno del ruolo dell’infermiere come pilastro dell’assistenza sanitaria moderna e come figura insostituibile per la gestione dei pazienti fragili.

“La politica ha il dovere morale – conclude Ceccarelli – di garantire ai cittadini un sistema sanitario sicuro, competente e umano. Questo provvedimento va nella direzione opposta. Noi del COINA non resteremo a guardare mentre si svuota di senso il nostro lavoro e si mette a rischio la salute delle persone. L’assistenza sanitaria non si improvvisa. E non si svende”.

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