Ospedale di Prato. Al via la “Octopus Terapy” nella Terapia Intensiva Neonatale

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Danno ai piccoli prematuri la sensazione di stringere tra le manine il cordone ombelicale, i piccoli polpetti realizzati all’uncinetto e consegnati stamattina alla Terapia Intensiva Neonatale (TIN) dell’Ospedale Santo Stefano di Prato. L’iniziativa è stata promossa dal Centro dei Diritto del Malati (CDM), di cui è presidente Fabio Baldi, in accordo con la direzione sanitaria del presidio ospedaliero, diretta dalla dottoressa Maria Teresa Mechi e infermieristica, diretta dalla dottoressa Monica Chiti, in condivisione con l’Associazione Cuore di Maglia (che fornisce da anni ai reparti vestiario e copertine a “misura di prematuro” e quindi appositamente lavorati per avvolgere adeguatamente i corpicini) e la Contrada della Torre di Siena, che hanno materialmente ha realizzato i piccoli polpi, ed altri manufatti, per i neonati sottoposti a terapia intensiva neonatale.

Di fatto, da oggi nella TIN di Prato inizia la “Octopus-Therapy”. 

Nata nel 2013, nell’ospedale universitario di Arthus, in Danimarca, la “Octopus-Therapy”, ha lo scopo di tranquillizzare i neonati prematuri: i  piccoli polpetti, realizzati con filati speciali di cotone,  simulano il cordone ombelicale offrendo ai piccoli un senso di sicurezza e conforto; si tratta di un sostegno emotivo a cui aggrapparsi letteralmente e, ritrovare questo “appiglio”, aiuta i bambini nello sviluppo

Per la dottoressa Mechi “l’introduzione di questa nuova terapia, – ha evidenziato – che va ad affiancare le altre procedure medico-assistenziali che vengono messe in atto, rappresenta un ulteriore sostegno per i nostri piccoli ‘guerrieri’, come vengono definiti, che devono affrontare un difficile percorso di crescita. Ringrazio sentitamente tutti coloro che si sono adoperati per realizzare questa importante iniziativa nella nostra Neonatologia: ogni bambino, grazie alla sensibilità e alla generosità dei protagonisti, avrà il suo polpetto, così sarà meno traumatico anche il distacco dalla mamma”.  

“I dati scientifici – ha aggiunto il dottor Pier Luigi Vasarri, direttore della struttura di Pediatria e Neonatologia – hanno dimostrato che la saturazione di ossigeno, la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria dei piccoli prematuri ricoverati in incubatrice migliorava drasticamente quando i neonati prematuri potevano stringere con le loro manine i tentacoli dei polpi giocattolo. Inoltre, è stata osservato che i piccoli pazienti erano più calmi e non si strappavano tubi, fili e sondini  collegati ai loro corpi. Quindi un ausilio in più per quella che è la nostra mission di neonatologia: la “Care” che significa non solo curare ma “prendersi cura” a tutto tondo lavorando anche su questi aspetti solo apparentemente secondari”.

Fondamentale nella “Octopus-Therapy” il ruolo degli infermieri, che è stato sottolineato dalla dottoressa Stefania Bianchi, infermiera coordinatrice del reparto: “sono stati proprio gli infermieri ad aver notato chemettendo i polpetti nelle culle, i neonati subito afferravano i tentacoli e tutti i parametri clinici monitorati miglioravano sensibilmente”. 

Il Presidente Baldi ha fatto notare che Prato è uno tra i primi Ospedali in Italia ad adottare la  “Octopus-Therapy, ringraziando quanti si sono adoperati per realizzare questa importante iniziativa: Elisabetta Marcucci del CDM, la Contrada della Torre di Siena, nella persona di Barbara Santini e  Claudia Adami dell’Associazione Cuore di Maglia che hanno donato i loro manufatti alla TIN dell’ospedale di Prato, tra cui i polpi iperbolici per promuovere la polpo- terapia per i bambini nati prematuri”. 

Sono bambini prematuri coloro che vengono alla luce prima aver aver raggiunto la 37esima settimana di età gestazionale. 

Nel mondo 1 bambino su 10 nasce prematuro, mentre in Italia i neonati prematuri sono il 6,9% delle nascite, percentuale che ha visto un incremento negli ultimi anni.

All’Ospedale di Prato i bambini nati prematuri sono stati nel biennio 2023  /2024 : rispettivamente 133 e 107.

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