Si è tenuto oggi, 13 giugno, presso le Corsie Sistine Atelier della Prevenzione con l’obiettivo di creare una comunità di conoscenza connessa e distribuita che non solo produca, ma anche raccolga e sistematizzi le conoscenze e soluzioni multidisciplinari, che spaziano da quelle tecniche a quelle etico-legali e organizzative, coinvolgendo numerosi partner e stakeholder, tra cui Università, ospedali, centri di ricerca, Aziende Sanitarie Locali e fondazioni ed enti privati.
Molti i relatori presenti tra cui il nostro Direttore Generale Giuseppe Quintavalle, Andrea Barbara in Staff alla Direzione ed Enrico Di Rosa Presidente SItI – Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica e nostro direttore del Servizio Igiene e Sanità Pubblica; Lorenzo Chiari Presidente della Fondazione DARE; Marco Viceconti e Stefania Boccia Leader di DARE Spoke 1, Roberta Pastorino Delegata Leader di DARE Spoke 2, Rossella Menghini Delegata Leader di DARE Spoke 3; per la Regione Lazio Andrea Siddu Dirigente Area Promozione della Salute e Prevenzione, Michelangelo Bartolo Dirigente Ufficio Telemedicina, Paolo Parente Dirigente Ufficio Assistenza Distrettuale e Strutture Intermedie.
Il progetto DARE – finanziato dal MUR nell’ambito del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al PNRR – nasce proprio per questo: formazione e condivisione, sicurezza dei dati, conformità al GDPR e implementazione real-world per gettare le basi per un servizio sanitario sempre più integrato e digitalizzato, valorizzando il potenziale del digitale lungo tutto l’arco della vita del cittadino.
Nei primi anni di attività, DARE ha attivato oltre 70 progetti pilota in cinque regioni italiane (Emilia-Romagna, Veneto, Puglia, Lazio e Sicilia), proprio con l’obiettivo di sviluppare e testare soluzioni concrete di prevenzione digitale (primaria, secondaria e terziaria). Da questo lavoro sono emerse 20 innovazioni tecnologiche ad alto potenziale, presentate durante l’Atelier, sviluppate in molteplici ambiti, tra cui: predire precocemente e in maniera non invasiva alterazioni della funzionalità renale, abbattendo costi e complicanze legati alle metodiche più invasive quali la biopsia; ricostruire virtualmente il femore tramite una TAC per stimare -simulando cadute casuali- il rischio di frattura in soggetti fragili o con osteoporosi secondaria e simulare in silico l’efficacia di trattamenti di prevenzione; un algoritmo per identificare i soggetti a rischio che potrebbero beneficiare di vaccini contro pneumococco, Zoster, influenza, HBV e SARS-CoV-2, contribuendo a migliorare l’accesso alla vaccinazione nei pazienti fragili, riducendo le disuguaglianze e i costi legati alle complicanze prevenibili, solo per citarne alcune.
L’Atelier della Prevenzione è stato proprio il momento per mettere in contatto la domanda e l’offerta: un’occasione concreta per facilitare l’adozione di queste tecnologie nei sistemi sanitari regionali.