Sanità. Ortottisti, serve una visione chiara, perchè il diritto alla salute non rischi di restare sfocato

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Il primo lunedì di giugno di ogni anno, si celebra la Giornata mondiale dell’ortottica (World Orthoptic Day). La ricorrenza nasce con l’obiettivo di puntare i riflettori sugli Ortottisti. Professionisti sanitari che si occupano di prevenzione, valutazione e riabilitazione visiva, ricerca ed effettuano tutti gli esami di oculistica: unabranca altamente strumentale, fatta di competenze specialistiche e innovazione costante, che quest’anno, in Italia festeggia i suoi primi 70 anni.

A ricordarci la Giornata odierna, in Liguria vi è la Commissione di albo nazionale dell’Ordine TSRM e PSTRP di Genova, Imperia e Savona.

Attualmente, il numero di Ortottisti in Italia è insufficiente rispetto alla domanda e alle esigenze di salute della popolazione e non riesce a coprire adeguatamente il vasto campo di attività della professione. E la Liguria non fa eccezione: nella nostra Regione questi professionisti sono poco più di un centinaio. Pochi, troppo pochi per garantire una copertura adeguata ai cittadini, proprio per l’importanza del loro ruolo. Infatti, si occupano di prevenzione visiva dalla nascita fino all’età avanzata! E in diversi ambiti: misurano la vista, studiano la percezione dei colori, valutano profondità e campo visivo, analizzano i movimenti oculari per leggere e seguire oggetti, effettuano valutazioni ortottiche – riconosciute nei LEA – per risolvere problemi legati a traumi e patologie, trattano i disturbi visivi legati all’uso intenso dei dispositivi elettronici.Sono impegnati anche nella ricerca, nella didattica, nell’organizzazione e innovazione, come la teleriabilitazione.

Oggi più che mai, il sistema sanitario ha la necessità di erogare servizi che rispettino criteri di appropriatezza, limitino i costi e soprattutto intercettino i nuovi bisogni di cura della popolazione. E l’ospedale non può essere l’unico presidio per far fronte a tali esigenze. Secondo gli Ortottisti servono interventi mirati per rafforzare il coordinamento con il territorio, rafforzando le reti delle persone assistite in ambito extraospedaliero al fine di incentivare le cure di prossimità. Da questa premessa, la proposta della Commissione di albo di investire in politiche sanitarie più vicine alla salute, con un coinvolgimento maggiore della figura dell’Ortottista:

  • nelle case di comunità, per la gestione, per esempio, del soggetto diabetico a bassa e media intensità di cura;
  • nelle farmacie, per svolgere attività di prevenzione visiva ed esami di diagnostica oftalmologica;
  • nei nuovi setting assistenziali previsti dal PNRR e dalla riforma dell’assistenza territoriale, e dettagliati dal DM 77, su unità mobile, a domicilio,  in modalità di telemedicina, teleconsulto e teleriabilitazione.

Un appello, quello degli Ortottisti liguri, che oggi risuona con forza: rafforzare la loro presenza sul territorio «senza una rete capillare sul territorio, il diritto alla salute rischia di restare sfocato. Non è solo una questione che riguarda la categoria, ma un investimento concreto per il benessere dei cittadini. Perché una visione chiara — in tutti i sensi — è la base per costruire un sistema sanitario regionale più vicino alla popolazione, più moderno e più equo e sostenibile».

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