Toscana. Giani in visita al cantiere della Casa Comunità di Pontremoli

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Il presidente della Regione Eugenio Giani si è recato oggi (12 maggio) al cantiere dove si sta ristrutturando la Casa della Comunità di Pontremoli, nel centro storico, in Via Mazzini.

Era accompagnato, tra gli altri, dalla direttrice generale dell’Azienda USL Toscana nord ovest Maria Letizia Casani, dal presidente della Società della Salute della Lunigiana Roberto Valettini, insieme ai sindaci di Pontremoli Jacopo Ferri e Bagnone Giovanni Guastalli, dal direttore SdS Marco Formato e dal direttore dell’area 118 dell’Asl Nicola Bertocci, insieme anche al direttore di staff aziendale Alessandro Sergi, al medico dello staff David Rocchi e ai rappresentanti dell’ufficio tecnico dell’Azienda sanitaria.

I lavori erano iniziati esattamente un anno fa, nel mese di maggio 2024, e dovrebbero essere completati entro l’estate.

Il finanziamento da quadro economico è pari a 2.350.000 euro (fondi Pnrr più altri regionali e aziendali).

Si sta in pratica trasformando un edificio storico, “Palazzo Mazzini” a Pontremoli, in una sede socio-sanitaria territoriale. Sono per questo in corso lavori di straordinaria manutenzione, restauro e risanamento conservativo.

Le attività sono svolte su una porzione dell’edificio storico di Via Mazzini, la restante parte continua ad avere uso residenziale con abitazioni ERP. L’edificio è stato quindi adattato per ospitare una Casa della Comunità, distribuita su due piani (circa 1000 mq), integrando il distretto socio sanitario già esistente al piano terra.

“In particolare con la missione 6 del PNRR – evidenzia il presidente Eugenio Giani – abbiamo programmato ben 77 interventi, tra ristrutturazioni e costruzioni ex novo, su Case della Comunità nei 273 comuni della Regione Toscana. Si tratta di un’opera importante perché in questa sede i cittadini troveranno sempre una risposta grazie alla presenza dei medici e dei pediatri di famiglia e degli specialisti, oltre a tutti gli altri servizi tipici delle strutture territoriali.

Si tratta dunque di un ulteriore tassello concreto che va verso tutela del sistema sanitario pubblico, che sta da sempre in cima alle nostre priorità.  Già alla fine del 2025, con molti di questi interventi che saranno conclusi, i cittadini potranno iniziare a capire il funzionamento del nuovo sistema: nel loro ambito avranno un ospedale ma anche un presidio territoriale di riferimento. L’impegno sul territorio garantirà quindi una sempre maggiore capacità di presenza del nostro sistema regionale, che già viene considerato il terzo in Italia per il rispetto dei livelli essenziali di assistenza -LEA. Grazie ai sindaci della Lunigiana per la loro costante attenzione e collaborazione, alla Asl (anche con il suo ufficio tecnico) e all’impresa che sta portando avanti l’intervento”.

La direttrice generale Casani, insieme al direttore SdS Formato e ai sindaci, ha presentato il progetto, ricordando che la Lunigiana può vantare la presenza di molte attività socio-sanitarie rilevanti e di ottimi professionisti:

“Come per le altre Case delle Comunità che si stanno realizzando sul territorio aziendale – ha ricordato la dottoressa Casani – ci si baserà sull’esperienza delle Case della salute, garantendo un’estensione delle funzioni sia in ambito sanitario che sociale. Per molti aspetti si tratta infatti di un modello in continuità con il precedente attuato sul territorio regionale.

La Casa della Comunità dovrà infatti rappresentare il rafforzamento e l’evoluzione dei servizi di prossimità sul territorio, della capacità di rispondere in maniera integrata e trasversale ai bisogni sanitari e sociali e del coinvolgimento attivo del terzo settore.

La vera sfida sarà rappresentata dall’obiettivo di mettere in rete tutte le competenze e i processi per realizzare percorsi chiari e garantire continuità di assistenza in ogni fase di vita, rafforzando la capacità di presa in cura complessiva della persona, con il suo insieme complesso di diritti e bisogni.

Per poter realizzare la nuova struttura qui a Pontremoli si sta dunque ristrutturando una sede già pubblica e funzionale al progetto.

I lavori procedono bene e per questo ringrazio tutti coloro che si stanno occupando, con vari ruoli, di questo intervento di riqualificazione”.

Dal punto di vista strutturale, l’intervento ha comportato modifiche limitate, esclusivamente con rinforzi alle strutture esistenti, come solai e murature portanti e con finiture (intonaci, controsoffitti acustici, pavimenti).

Vengono inoltre installati sistemi antincendio e impianti di ventilazione. Per migliorare il comfort della struttura sono stati inoltre montati impianti di riscaldamento/raffrescamento e illuminazione LED.

Lo stabile avrà anche impianti di allarme, diffusione sonora e cablaggio per telecomunicazioni.

In generale, l’intervento ha permesso una riorganizzazione funzionale degli spazi per rispondere alle normative sanitarie e di sicurezza, migliorando l’accessibilità e l’efficienza energetica dell’edificio.

Nella nuova Casa di Comunità saranno presenti medici e infermieri di famiglia, specialisti; saranno inoltre assicurate le prestazioni Cup, oltre ai prelievi, alle attività legate agli screening e alle vaccinazioni.

L’obiettivo è poi anche quello di fornire in questa sede alcuni servizi diagnostici primari, grazie alla presenza di alcune apparecchiature.

Dopo la visita alla struttura si è quindi svolta la presentazione del progetto “118 Lunigiana”, con la consegna ufficiale alle associazioni di volontariato dei dispositivi per la rianimazione cardiopolmonare messi a disposizione degli equipaggi di soccorritori a bordo delle ambulanze di primo soccorso.

Il presidente Giani ha ringraziato il volontariato della Lunigiana per il prezioso contributo e si è detto contento del fatto che l’importante investimento sia stato fatto partire proprio da questo territorio.

La direttrice generale Casani ha illustrato in termini generali questo progetto di cardioprotezione, caratterizzato dalla consegna di moderni dispositivi che possono essere utilizzati per molte funzioni tra cui l’elettrocardiogramma da fare sul posto e inviare alla centrale. Ha sottolineato che si tratta della prima sperimentazione di questo tipo, in stretta collaborazione con SdS e sindaci, con un investimento di 350mila euro. Anche la dottoressa Casani ha ringraziato le associazioni di volontariato per la costante collaborazione – in Lunigiana viene garantito un servizio eccellente – e ha ricordato l’importanza di chiamare sempre il 112 quando c’è un sintomo di un dolore toracico.

Il presidente SdS Valettini, a nome anche degli altri sindaci presenti e del direttore Formato, ha ringraziato la direttrice generale per aver scelto la Lunigiana. “Un’attenzione che ci fa molto piacere” ha osservato. Ha inoltre espresso gratitudine nei confronti degli operatori delle associazioni di volontariato, che si dimostrano sempre professionali e umani, ed ha evidenziato il clima di particolare collaborazione e vicinanza con l’Azienda sanitaria e tra i sindaci di questo territorio, che lavorano bene e volentieri insieme.

Il direttore dell’area Emergenza Urgenza dell’Asl Nicola Bertocci, ha poi illustrato più nel dettaglio il progetto 118 e ha evidenziato l’attività in corso per sensibilizzare alla prevenzione delle malattie cardiache e alla diffusione di strumenti come defibrillatori o massaggiatori automatici che possano aiutare a salvare vite umane e per aumentare la capillarità della rete dell’emergenza-urgenza in un territorio caratterizzato da una particolare orografia come quello della Lunigiana.

Di grande rilevanza, appunto, il progetto per la trasmissione dell’ECG da parte degli equipaggi di soccorritori delle associazioni di volontariato a bordo delle ambulanze di primo soccorso (BRAVO).

Lo scopo dell’iniziativa è quello di permettere agli equipaggi, presenti in maniera capillare sul territorio, coordinati dal personale sanitario della Centrale operativa 118 Alta Toscana, di effettuare, in caso di sintomo “dolore toracico”, un ECG a casa del paziente e, attraverso apposito dispositivo, inviarlo in tempo reale in visione al medico di centrale operativa 118 il quale, sulla base del tracciato, effettua direttamente una diagnosi o richiede una “second opinion” al cardiologo di turno in reparto.

Grazie alla dotazione di nuovi strumenti alle associazioni di volontariato della Lunigiana con ambulanze in stand-by (7 apparecchi) e alla necessaria formazione, sono previsti una riduzione dei tempi di diagnosi dell’infarto cardiaco e una riduzione dei tempi di centralizzazione dei pazienti infartuati direttamente dal territorio all’ospedale adeguato dotato di emodinamica.

Questi strumenti – ha messo in evidenza Bertocci – hanno varie funzioni, tra cui anche quella di defibrillatore precoce. All’arrivo dell’ambulanza, è dunque prevista una gestione globale del paziente, con un’interconnessione strettissima tra territorio e centrale operativa. Da sottolineare che è stata inoltre sviluppata l’informatizzazione di tutti gli interventi 118, che permette una vera gestione in rete.

I 7 nuovi apparecchi sono stati quindi consegnati oggi (12 maggio) a queste associazioni di volontariato: Pubblica assistenza Casola/Monzone; Pubblica assistenza Comano; Croce rossa italiana Albiano; Croce Bianca Aulla; Misericordia di Pontremoli/Mulazzo; Pubblica assistenza Zeri; Pubblica assistenza Fivizzano.

È stata anche l’occasione per ribadire la rilevanza della campagna dell’Asl “120 minuti, chiama il 112!”, che si pone l’obiettivo di prevenire gli esiti infausti dell’infarto.

Il presidente della Regione Giani e le altre autorità hanno anche visitato il centro diurno Alzheimer, situato proprio nei pressi della struttura che si sta ristrutturando. Si tratta di un nucleo di assistenza semi residenziale, gestito in maniera molto efficiente e “umana”, organizzato per rispondere prioritariamente ai bisogni di persone anziane parzialmente autosufficienti e non autosufficienti con disturbi cognitivo comportamentali associati a malattia di Alzheimer o altri gravi disturbi demenziali.

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