Azienda USL Modena fa chiarezza in merito a quanto accaduto all’Ospedale di Pavullo

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In merito a quanto accaduto all’ospedale di Pavullo nella notte tra mercoledì 30 aprile e giovedì 1° maggio, l’Azienda USL di Modena intende fare chiarezza rispetto alla ricostruzione dell’evento così come diffusa dalla sigla sindacale UIL-FPL.

Preliminarmente corre l’obbligo di precisare che il luogo di lavoro in cui si trovava la professionista del Laboratorio di analisi dell’ospedale di Pavullo è un locale dotato di porta REI (tagliafuoco); nelle ore notturne è possibile aprire tale porta solo dall’interno, al fine di garantire la sicurezza degli operatori, non consentendo accesso dall’esterno da parte di terzi. La lavoratrice ha notato l’uomo che si era allontanato volontariamente dal Pronto Soccorso ed è accorsa in suo aiuto, senza subire minacce né aggressioni fisiche da parte di alcuno. Una volta resasi conto delle condizioni dell’uomo, la dipendente è rientrata all’interno degli spazi del Laboratorio e ha contattato i soccorsi.

L’attenzione al tema della sicurezza del personale è costantemente all’ordine del giorno della programmazione aziendale. Nello specifico negli ultimi anni è stato realizzato un importante lavoro per la prevenzione delle aggressioni a danno delle donne e degli uomini che prestano servizio presso Ausl Modena al fine di garantire l’aumento del livello di sicurezza, infatti è stata introdotta la misura di verifica tramite mappatura e la successiva programmazione dell’installazione di sistemi di videosorveglianza, dispositivi di chiamata d’emergenza, impianti anti intrusione, servizi di vigilanza.

Al riguardo occorre precisare che proprio la professionista interessata dalla vicenda in questione era dotata di un dispositivo di sicurezza, cosiddetto di “uomo a terra”, che prevede l’attivazione di un pronto intervento in caso di aggressione, infortunio o malore di un operatore che si trovi a svolgere la propria attività lavorativa all’interno di una struttura in condizioni di isolamento. Il sistema, attivato tramite un progetto pilota nel 2024, prevede l’invio di una chiamata di richiesta di intervento nel momento in cui si preme un pulsante sul dispositivo o il dispositivo si reclina per un certo intervallo di tempo.

Sono, inoltre, state definite e condivise procedure da adottare in caso di emergenza, anche con particolare riferimento alla chiamata in caso di aggressione/infortunio o malore nelle ore in cui si svolgono attività con presenza di un solo operatore.

Pertanto, a fronte del rischio aggressione, le misure tecnologiche ed organizzative messe a disposizione dall’azienda sono tali da garantire condizioni di sicurezza per i professionisti del laboratorio di analisi presso l’ospedale di Pavullo, anche durante le ore notturne.

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