Ausl Piacenza. Screening mammografico nella Casa circondariale, ottima adesione tra detenute e dipendenti

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Il contesto penitenziario è delicato e complesso: qui, la promozione della salute assume un valore ancora più profondo, diventando non solo un diritto, ma anche uno strumento di inclusione e di dignità. Con questo spirito, grazie alla collaborazione tra l’Azienda Usl di Piacenza, la Direzione della Casa circondariale, la Polizia penitenziaria e le associazioni Lilt e Armonia, è stato possibile realizzare un’importante iniziativa di prevenzione oncologica al femminile presentata dal direttore generale Paola Bardasi, affiancata da Stefania Calza, responsabile Diagnostica senologica, Dante Palli, direttore Chirurgia senologica e Antonio Agosti responsabile del servizio di Medicina penitenziaria, che hanno accolto il direttore della Casa circondariale Andrea Romeo, accompagnato dal comandate Maria Teresa Filippone della Polizia penitenziaria, Franco Pugliese presidente di Lilt ed Maria Rosa Ponginebbi, per Armonia. Presenti anche Alessandra Rampini, direttore di Igiene e sanità pubblica e Dario Signorelli per il Centro screening.

Un progetto dedicato alle donne

All’inizio di aprile, un camper attrezzato con ecografo e mammografo ha sostato all’Istituto penitenziario di Piacenza per eseguire, direttamente in loco, esami diagnostici destinati a detenute e personale femminile della struttura. In totale, hanno aderito 18 ospiti dell’istituto, di età compresa tra 24 e 69 anni, e 37 tra personale femminile di sorveglianza e amministrativo. Un’adesione significativa, che è stata preceduta e accompagnata da momenti di formazione e sensibilizzazione sulla prevenzione oncologica.

L’iniziativa ha permesso di portare l’educazione alla salute dove normalmente non arriva, superando barriere logistiche e culturali, e ribadendo il principio che la salute è un diritto fondamentale, da garantire ovunque ci si trovi.

Una sinergia che funziona

Fondamentale per la buona riuscita del progetto è stata la collaborazione tra la direzione della Casa circondariale,  il servizio di Medicina penitenziaria e i colleghi del Centro salute donna e del Centro screening aziendale. La sinergia con le associazioni Lilt e Armonia ha permesso di raggiungere l’importante obiettivo.

“Il carcere può essere causa di rischi aggiuntivi per la salute fisica e psichica delle persone detenute – ha spiegato Agosti – perché amplifica condizioni di sofferenza e fragilità. Ma può anche offrire un’opportunità concreta per istituire percorsi educativi e preventivi. L’adesione allo screening mammografico da parte delle detenute è stata totale. Abbiamo percepito un grande interesse, non come se si trattasse di un riempitivo, ma di un’occasione vera di formazione e attenzione verso sé stesse. La partecipazione attiva durante l’incontro informativo ha dimostrato quanto sia forte il desiderio delle donne detenute di sentirsi parte della società e di avere un dialogo costruttivo con le istituzioni”.

Il contributo dell’Azienda Usl di Piacenza

L’Azienda ha messo a disposizione professionisti e tecnologie del Centro salute donna, diretto da Stefania Calza. Il team, composto da tre medici senologi e due tecnici, ha garantito qualità e appropriatezza nell’esecuzione e nella refertazione degli esami.

“È stata un’esperienza significativa – ha sottolineato la dottoressa Calza affiancata dalla dottoressa Elisa Di Lauro – Tutte le donne coinvolte hanno mostrato attenzione e coinvolgimento. Alcune erano al loro primo screening, altre hanno proseguito un percorso già avviato. In due casi sono stati avviati accertamenti diagnostici: un segnale importante che conferma l’efficacia e il valore di queste attività”.
A fianco dell’impegno del Centro salute donna, fondamentale è stata la collaborazione del Centro screening e di tutte le altre componenti del percorso dedicato alle donne con tumore al seno (Breast unit). 

Associazioni in prima linea

Determinante è stato anche il ruolo delle associazioni partner. La Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), rappresentata dal presidente Franco Pugliese, ha fornito il camper attrezzato utilizzato per le indagini diagnostiche. L’associazione Armonia ha sostenuto l’iniziativa contribuendo alle spese di noleggio del mezzo e accompagnando l’intero percorso.

“Questa iniziativa – ha concluso il direttore generale Paola Bardasi – è un esempio concreto di come, grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e terzo settore, sia possibile realizzare azioni di forte impatto umano anche in contesti complessi. La prevenzione oncologica in carcere non è solo una sfida sanitaria, ma un atto di civiltà. La salute delle donne è al centro delle nostre politiche aziendali e delle linee guida regionali. Ogni donna deve poter accedere, con semplicità e tempestività, agli screening, strumenti fondamentali per la diagnosi precoce. Prevenire significa tutelare la vita. È per questo che investiamo in informazione, vicinanza e promozione della salute, affinché nessuna resti indietro”.

“Voglio ringraziare Ausl, Regione e tutti gli operatori  – ha sottolineato il direttore Romeo – oltre che, ovviamente Lilt, Armonia e il dottor Agosti con cui la collaborazione è attiva e fattiva che hanno reso possibile questa iniziativa ulteriore segnare di una profonda attenzione nei confronti del carcere, come realtà di cui prendersi cura. A Piacenza è evidente una spiccata sensibilità, che direi di avanguardia, nei confronti di un contesto di grande fragilità come quello della popolazione detenute. Grazie anche alla collaborazione con il personale e la polizia penitenziaria, che hanno collaborato e preso parte a questa attività di screening”. 

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