Preso gli ospedali di Bassano, Santorso e Asiago saranno allestiti dei punti informativi
Scuotere violentemente un neonato per cercare di calmare il suo pianto inconsolabile può causare una forma di trauma cerebrale con esiti anche mortali: è la Sindrome del Bambino Scosso (Shaken Baby Syndrome), oggi in Italia ancora troppo poco conosciuta. Proprio per sensibilizzare la popolazione su questo rischio, anche gli ospedali di Bassano, Santorso e Asiago aderiscono alle Giornate nazionali di prevenzione organizzate dalla Fondazione Terre des Hommes e SIMEUP (Società italiana di medicina di emergenza e pediatria) con ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) e con la Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento Infantile.
Più in dettaglio, sabato 5, domenica 6 e lunedì 7 aprire presso gli ospedali saranno allestiti dei punti informativi e sarà distribuito del materiale divulgativo nei reparti di Ostetricia e Pediatria. «Aderiamo con grande convinzione a questa iniziativa – sottolinea il dott. Massimo Scollo, Direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’ULSS 7 Pedemontana – in quanto si tratta di un fenomeno del quale si parla ancora troppo poco, se non quando si verificano casi con conseguenze estreme, mentre è importante che i genitori e in generale tutti gli adulti che sono a contatto con neonati e lattanti siano consapevoli dei gravi rischi derivanti da un comportamento sbagliato e molto pericoloso, sebbene non ci sia certo la volontà di nuocere al bambino».
Come noto infatti lo scuotimento rapido del bambino può provocare la rottura dei vasi sanguigni, con conseguenti emorragie che possono determinare lesioni cerebrali permanenti o addirittura la morte.
I più colpiti da questa forma di trauma cerebrale sono i bambini tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto del lattante, che può assumere caratteristiche tali da portare il genitore o chi si prende cura del bambino a reagire in maniera incontrollata e violenta, scuotendo il lattante.
In 1 caso su 4 questo gesto può causare il coma o la morte del neonato, ma molti altri sono gli effetti devastanti che pochi secondi di scuotimento possono provocare, compromettendo per sempre il futuro e la crescita del bambino: danni cerebrali, problemi alla vista o all’udito, disturbi comportamentali o di coordinazione motoria.
«Nel caso di pianto incontrollato, soprattutto di notte – spiega il dott. Davide Meneghesso, direttore della Pediatria degli ospedali di Bassano e Asiago – occorre non farsi sopraffare dallo stress, dalla stanchezza e talvolta dal senso di impotenza che si prova quando non si riesce a calmare il proprio bimbo o bambina. Si tratta di situazioni difficili, che possono capitare a chiunque. In questi casi è essenziale cheil genitore non perda lucidità, molto meglio prendere le distanze, aspettare di calmarsi e solo a quel punto tornare dal bambino».