Cartella clinica elettronica unica, va avanti e si allarga la sperimentazione in Toscana 

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Migliorerà la presa in carico dei pazienti ma anche la raccolta di dati per la ricerca scientifica

La cartella clinica elettronica unica è sempre più usata in Toscana da un numero in crescita di reparti e strutture. La sperimentazione avviata ad agosto dell’anno scorso infatti prosegue e si allarga: un’innovazione non solo tecnologica, perché utilizzare lo stesso strumento in tutti gli ospedali, gli ambulatori e i luoghi di degenza della regione vuol dire ridurre i tempi per l’accesso alla storia clinica del paziente, garantire un flusso più omogeneo di dati (e dunque renderne più efficace la raccolta anche per la ricerca scientifica) e migliorare in definitiva la presa in carico, che diventa dirimente nei casi più a rischio. 

Assieme alla Toscana solo il Friuli Venezia Giulia e la Lombardia figurano tra le regioni pioniere che hanno deciso di puntare alla cartella clinica elettronica unica. 

La cartella in Toscana ha già fatto il suo ingresso in tutti e tredici gli ospedali dell’Asl Toscana nord ovest, usata per i servizi ambulatoriali e e le degenze di tutto il territorio. Nell’Asl Toscana sud est è entrata in funzione in tutte le aree negli ospedali della provincia di Arezzo – ovvero Arezzo, Valdarno, Bibbiena, San Sepolcro e Cortona – e sarà progressivamente estesa ai presidi delle province di Siena e Grosseto. Nell’Asl Toscana centro è stata attivata nell’area critica degli ospedali di Prato, Torregalli ed Empoli e avviato il collaudo per l’area materno infantile, partendo da Prato. 

“Si tratta di un progetto strategico – sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giani –. L’abbiamo finanziato con la missione 6, quella dedicata alla sanità, del Pnrr, ovvero il Piano di ripresa e resilienza. L’obiettivo ultimo è portare tutti gli ospedali della Toscana ad adottare un unico strumento di lavoro, con vantaggi per i professionisti e i pazienti”. 

“L’avvio della cartella clinica elettronica unica sta procedendo regolarmente sia nei presidi più piccoli che negli ospedali più grandi della Toscana, dove l’organizzazione presenta un grado di complessità più elevato  – commenta l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, che insieme alla Direzione sanità, welfare e coesione sociale della Toscana sta seguendo con attenzione il passaggio –. Riscontriamo una forte adesione al cambiamento anche da parte dei professionisti, che riconoscono i vantaggi di questo nuovo strumento che migliorerà la gestione dei pazienti, specialmente nei processi di rischio”. 

Già il vantaggio di avere un’unica piattaforma applicativa è evidente. Oltre alla circolarità delle informazioni semplifica la formazione: se un medico o un infermiere si sposta da un ospedale ad un altro non dovrà ricominciare da zero il proprio percorso di addestramento all’utilizzo di un nuovo sistema. Ma la cartella non è solo un contenitore di informazioni: grazie a strumenti a corredo diventa infatti un dispositivo tecnologico avanzato, erogato dal cloud della Regione Toscana dedicato alla sanità in grado di fornire suggerimenti ed avvisi su rischi e scelte coerenti con il quadro clinico del paziente.

“Ci siamo posti questo obiettivo consapevoli dei miglioramenti che porterà al nostro sistema sanitario pubblico – conclude Bezzini -. Un passaggio sostanziale che realizziamo grazie alle risorse europee del Pnrr che, di fronte all’assenza di finanziamenti da parte del Governo nazionale, ci consente di fare passi in avanti”.

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