Policlinico Bari. Per i trapianti in Puglia la formazione chiave del successo 

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Obiettivo migliorare i processi e abbattere le opposizioni alla donazione per una maggiore disponibilità di organi. Il prof. Gesualdo “Negli ultimi anni formati 160 operatori, pronti anche alla donazione “a cuore fermo”.

Il Policlinico di Bari per il quarto anno consecutivo si appresta a battere il record di trapianti stabilito nell’anno precedente. Sono stati superati i 200 trapianti tra rene, cuore e fegato e a 10 giorni dalla fine dell’anno il dato può ancora crescere. Questo risultato è merito anche della intensa attività di formazione messa in campo dal Centro Regionale Trapianti, coordinato dal prof. Loreto Gesualdo. Ieri si è chiusa, infatti, la quarta edizione regionale del “Corso TPM  Puglia per coordinatori alla donazione e al prelievo di organi e tessuti”, organizzato dal Centro Nazionale Trapianti e dal Crt Puglia presso il Grande albergo delle nazioni.

Con  l’approccio innovativo del Transplant Procurement Management (TPM), nato negli anni novanta in Spagna, fondato su  una didattica inclusiva e orientata alla pratica, per tre giornate 42 medici rianimatori e infermieri provenienti da tutta la regione hanno approfondito ogni fase del processo di donazione e procurement di organi e tessuti. Oltre ai formatori nazionali si sono alternati nelle docenze i direttori delle unità operative che eseguono i maggiori trapianti in Puglia.

Il gap più grande delle regioni meridionali sulle donazioni resta l’alta percentuale di opposizione alla donazione che le famiglie dichiarano nel momento della morte encefalica.  

“L’attività trapiantologica parte dalla gestione del potenziale donatore – spiega Sara Mascarin del Centro Nazionale Trapianti e DTI Barcellona – Negli ultimi vent’anni i cittadini italiani hanno dichiarato sempre di più la loro volontà donativa e sempre di più la terapia trapiantologica è un successo. Ma perché questo possa avvenire, serve che ci siano le donazioni degli organi e dei tessuti in tutta Italia. Una nazione che negli ultimi vent’anni è diventata leader europea, dopo la Spagna, e per questa ragione l’attività formativa ha bisogno di essere accurata, continua e rigorosa per la conoscenza dei protocolli che permettono di conoscere l’identificazione del donatore, il trattamento, la corretta comunicazione per avere con la famiglia del potenziale donatore il giusto approccio, contemporaneo, rispettoso delle emozioni e delle normative. Per questo abbiamo proposto a Bari un format di tre giornate basato sulle esercitazioni, con un linguaggio internazionale e un accreditamento del Comitato Europeo per i Trapianti”. 

“Con questa quarta edizione – aggiunge il prof. Gesualdo – abbiamo contribuito a formare circa 160 tra medici e infermieri provenienti da tutta la regione Puglia, selezionati dai direttori delle terapie intensive, dai direttori sanitari e i risultati in termini di crescita della rete trapiantologica pugliese si vedono anche nei numeri. La formazione ha riguardato anche la donazione ‘a cuore fermo’ e le cosiddette procedure Dcd, che sono il prossimo passo che siamo pronti a fare anche in Puglia per incrementare il numero dei trapianti”. 

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