I vertici dell’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti: “Non si tratta di un via libera totale. Tuttavia così si rischia una sanità a doppia velocità che mette in pericolo equità, qualità delle cure e tenuta del SSN”
ROMA, 17 DICEMBRE 2025 – La sentenza del Tar Lazio sulla sperimentazione della cosiddetta Farmacia dei servizi non può essere letta come un punto di arrivo né come un via libera generalizzato. È, piuttosto, un delicato passaggio che chiarisce un perimetro giuridico specifico, ma lascia irrisolta la questione centrale: il riferimento è all’impatto sistemico che questo modello rischia di produrre sull’organizzazione delle cure, sull’equilibrio tra gli operatori e sulla tutela concreta dei cittadini, se trasformato impropriamente in precedente estensivo.
Il Tribunale ha riconosciuto la legittimità della sperimentazione regionale, ribadendo che la farmacia non svolge attività medica né diagnostica e che il farmacista non formula diagnosi né referti. Un chiarimento importante, che tuttavia non affronta il nodo più profondo: quando una prestazione entra nel percorso di cura, non può essere governata da regole asimmetriche senza generare squilibri nel sistema sanitario.
AISI ritiene quindi necessario separare nettamente il piano giudiziario da quello politico e sanitario. La sentenza indica ciò che è consentito oggi in un ambito sperimentale circoscritto. Non dice che questo assetto sia sostenibile, equo e sicuro se proiettato strutturalmente nel futuro del Servizio sanitario nazionale.
UN CHIARIMENTO GIURIDICO CHE NON RISOLVE IL PROBLEMA DI FONDO
Secondo la Presidente di AISI, Karin Saccomanno, la decisione del Tar va letta senza forzature:
«Sia chiaro il Tar non ha trasformato le farmacie in strutture sanitarie e non ha equiparato il farmacista al medico o alle imprese sanitarie accreditate e/o autorizzate. Ha delimitato un ambito ristretto, legato a una sperimentazione vincolata. Il problema nasce quando questo perimetro viene usato per legittimare un modello che, nella pratica, rischia di aggirare le regole ordinarie su cui si regge la sanità».
AISI non mette in discussione il ruolo di prossimità delle farmacie né il valore dell’innovazione tecnologica. Mette in discussione l’idea che si possano introdurre prestazioni che incidono sulla presa in carico del paziente senza affrontare seriamente il tema della parità normativa e regolatoria tra i diversi soggetti che operano nel Servizio sanitario nazionale.
STESSE PRESTAZIONI, REGOLE DIVERSE: COSÌ SI SPEZZA L’EQUILIBRIO DEL SISTEMA
Il Direttore Generale Giovanni Onesti richiama il punto più critico: «Ambulatori, cliniche e laboratori di analisi, operano ogni giorno sotto un regime di autorizzazione e accreditamento rigoroso, con controlli continui e requisiti strutturali, tecnologici e professionali stringenti. Questo non è un orpello burocratico, è la garanzia di qualità e sicurezza per i cittadini. Se prestazioni analoghe vengono intercettate fuori da questo perimetro, il sistema inevitabilmente si squilibra».
Per AISI il rischio è concreto: una sanità a doppio binario, in cui alcuni operatori sono sottoposti a vincoli severi e altri no, pur insistendo sugli stessi bisogni di salute e, in parte, sulle stesse risorse pubbliche. Uno scenario che altera la concorrenza, indebolisce la programmazione sanitaria e rende meno chiaro il percorso di cura per i cittadini.
LISTE D’ATTESA: IL PROBLEMA È REALE, LE SCORCIATOIE NO
AISI è pienamente consapevole della gravità delle liste d’attesa e dell’urgenza di risposte efficaci. Ma rifiuta l’idea che la soluzione passi da una semplificazione regolatoria che rischia di abbassare le tutele.
Il Segretario Generale Fabio Vivaldi è netto: «Ridurre le liste d’attesa è una priorità nazionale, ma non si fa creando scorciatoie. Si fa investendo nella rete delle strutture già autorizzate e/o accreditate, assumendo personale, rendendo più efficienti i percorsi e utilizzando la telemedicina in modo integrato e coerente. Abbassare l’asticella delle regole non accelera le cure, le rende più fragili».
Secondo AISI, la prossimità non può diventare il grimaldello per superare i principi di appropriatezza clinica, responsabilità professionale e controllo pubblico della spesa sanitaria.
UN PRECEDENTE DELICATO CHE NON VA FORZATO
AISI ritiene necessario evitare letture estensive o improprie della sentenza del Tar Lazio. Il Tribunale, infatti, non ha equiparato le farmacie alle strutture sanitarie né ha riconosciuto ai farmacisti funzioni sanitarie in senso proprio. La decisione si fonda su un perimetro ben delimitato: una sperimentazione regionale, a budget vincolato, in cui la farmacia svolge un ruolo tecnico e di supporto, mentre la diagnosi, la refertazione e la responsabilità clinica restano in capo esclusivo a medici specialisti accreditati con il Servizio sanitario nazionale.
È proprio questa delimitazione, però, a rendere il precedente potenzialmente pericoloso se utilizzato come base per generalizzazioni o ampliamenti non previsti. La sentenza non legittima un modello alternativo di erogazione delle prestazioni sanitarie, né autorizza scorciatoie regolatorie o assimilazioni improprie tra soggetti sottoposti a regimi normativi profondamente diversi. Ogni tentativo di trasformare una sperimentazione circoscritta in un assetto strutturale rischierebbe di produrre effetti distorsivi sull’equilibrio del sistema, sulla programmazione sanitaria e sulla tutela uniforme dei cittadini, andando oltre quanto stabilito dai giudici amministrativi.
SERVE UNA SCELTA POLITICA, NON UN SISTEMA GOVERNATO PER ECCEZIONI
AISI ribadisce infine che una singola sentenza amministrativa non può sostituirsi a una visione politica chiara e organica. Il futuro della sanità territoriale non può essere affidato a sperimentazioni frammentate o a interpretazioni estensive di pronunce giudiziarie.
«La sanità – conclude Karin Saccomanno – non si governa per eccezioni né per sommatorie di progetti. Serve una riforma vera, che definisca ruoli, limiti e responsabilità senza ambiguità. Stessa prestazione significa stesse regole, stessi controlli, stesse garanzie per i cittadini. Su questo AISI continuerà a battersi, con determinazione».