Il Santo Spirito ha aperto le sue Corsie Sistine a un concerto con i Professori dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dedicato ai pazienti, ai loro familiari e agli operatori del Santo Spirito.
Si è tenuto ieri 15 dicembre il concerto La Cura dopo la cura, ideato dal Dott. Agostino Valenti, Dirigente Medico del Day Hospital di Medicina Interna del Santo Spirito e riproposto in una edizione ancora più ricca e partecipata dal Direttore Generale della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle.
In apertura il Presidente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Massimo Biscardi, il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi, insieme a Giuseppe Quintavalle e al Dott. Valenti hanno spiegato l’obiettivo dell’evento, ovvero riportare al centro il benessere fisico e mentale della persona, utilizzando la musica come strumento di cura e condivisione tra pazienti, familiari e operatori sanitari. A chiudere l’inizativa il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca.
Dopo il grande successo della prima edizione nel dicembre 2023, la manifestazione è tornata quest’anno con lo stesso spirito: un’occasione in cui la musica diventa terapia e momento di incontro, perché – come è stato più volte detto nel corso della serata – curare il paziente significa prendersi cura della persona nella sua interezza, non solo della malattia.
L’ensemble composto dai Professori dell’Accademia di Santa Cecilia: i violinisti Carlo Maria Parazzoli, Ruggiero Sfregola e Marlène Prodigo, ha offerto un repertorio completamente gratuito per gli oltre 600 i pazienti che hanno potuto partecipare. Per tutti gli altri, impossibilitati dalle cure a presenziare è stato organizzato uno streaming che ha permesso di godere dello spettacolo.
Il repertorio scelto per il concerto ha messo in dialogo due figure centrali del Settecento musicale europeo, Johann Sebastian Bach e Antonio Vivaldi, attraverso alcune delle loro pagine più note e apprezzate, capaci di conquistare non solo le sale da concerto. Emblematica è l’Aria sulla quarta corda dalla Suite n. 3 in re maggiore di Bach, una melodia sospesa, di limpida semplicità, che nel corso del Novecento è arrivata fin nelle sale cinematografiche, divenendo colonna sonora di molti film. Il programma ha proposto il Concerto per due violini in re minore, dove Bach affianca il dialogo serrato dei due solisti a una scrittura contrappuntistica che conserva un’eleganza tutta cameristica.
La seconda parte del concerto è stata dedicata a Vivaldi, con il Concerto per archi in la maggiore e il Concerto per due violini e archi in la minore. Nei due brani emergono aspetti diversi della sua scrittura: nel concerto prevale un’energia collettiva coesa, mentre nel concerto a due violini prende forma un dialogo più libero, fatto di scambi rapidi, imitazioni e improvvise aperture liriche.
L’accostamento tra Bach e Vivaldi ha permesso così di osservare due approcci distinti alla scrittura per archi: da un lato la linearità e la misura del linguaggio bachiano, dall’altro la mobilità e l’inventiva della scuola italiana. Un programma che ha lasciato emergere con naturalezza la ricchezza e la vitalità del repertorio e che si è concluso con un omaggio natalizio da parte del Professori.
L’evento si è terminato con brindisi per lo scambio di auguri per le imminenti festività.
IL PROGRAMMA
Violino Carlo Maria Parazzoli, Ruggiero Sfregola, Marlène Prodigo
Bach Aria sulla quarta corda dalla Suite per orchestra n. 3 in re maggiore
Concerto per due violini e archi in re minore
Vivaldi Concerto per archi in la maggiore
Concerto per due violini e archi in la minore