In occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne,
il Pronto Soccorso di Santorso inaugura una nuova stanza per l’accoglienza delle donne vittime
di abusi. Ogni anno sono oltre 120 gli accessi a seguito di violenze fisiche e psicologiche
Da oggi le donne dell’Alto Vicentino vittime di qualsiasi forma di violenza o abuso possono contare su uno spazio sicuro e accogliente, ricavato all’interno del Pronto Soccorso dell’ospedale di Santorso.
La stanza è stata realizzata in collaborazione con l’associazione Le Amiche di Anna, che ha donato gli arredi, ed è studiata in ogni dettaglio per essere un ambiente non solo sicuro ma anche e soprattutto accogliente e protettivo per le donne, il tutto naturalmente con la massima riservatezza.
Le sembianze sono quelle di un vero e proprio salottino, con un lavandino dove potersi lavare o rimettersi in ordine. Il tutto con il tocco artistico dell’illustratrice Carla Manea, che ha creato e donato le immagini riprodotte sui pannelli realizzati dall’Azienda socio-sanitaria, rendendo così lo spazio più bello e accogliente.
La stanza è inoltre pensata per essere anche a misura di bambino, con un tavolino, seggioline, alcuni libri e giocattoli e un fasciatoio, perché non è raro che la donna vittima di violenza che si rivolge al Pronto Soccorso abbia con sé anche i figli e in questi casi il primo obiettivo è tenerli uniti, facendo sentire accolto e protetto anche il minore.
Proprio il concetto di accoglienza è essenziale, come spiega la dott.ssa Giulia Castiglione, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale di Santorso: «Le ferite fisiche vengono curate negli ambulatori del Pronto Soccorso, ma questo è solo un aspetto e spesso nemmeno il più importante nell’assistenza alle vittime di violenza. Fondamentale è innanzitutto farle sentire accolte e protette, lasciare loro la possibilità di riflettere e vivere un momento per quanto possibile di serenità. Questo è anche propedeutico al percorso successivo di assistenza, perché il Pronto Soccorso, essendo aperto h24 e 7 giorni su 7, è un punto privilegiato di accesso, ma è anche inserito in una più ampia rete antiviolenza territoriale, dove naturalmente fondamentale è il ruolo delle associazioni, che possono fornire alle donne innanzitutto ascolto ma anche assistenza materiale, inclusi un rifugio sicuro e aiuto per ricostruire una propria vita in autonomia, dove vi sia anche un tema di dipendenza economica dal compagno autore degli abusi».
La nuova stanza rientra nel contesto di un impegno più ampio dell’ULSS 7 Pedemontana per il contrasto alle violenze di genere, come sottolinea il Direttore Generale Carlo Bramezza: «Inaugurare oggi questo spazio, in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, quando è maggiore l’attenzione al tema, ci auguriamo sia anche un modo per trasmettere con più forza un messaggio alle vittime della violenza di genere: esiste nel territorio una rete in grado di accoglierle, assisterle e aiutarle ad uscire da una situazione drammatica. Oggi inauguriamo uno spazio sicuro e protetto all’ospedale di Santorso, mentre a Bassano era stato introdotto con la recente ristrutturazione del Pronto Soccorso, ma il nostro impegno su questa tematica è più ampio e coinvolge anche i servizi territoriali, nell’ambito del protocollo di rete unitario che è stato firmato già nel 2023 con la Prefettura e tutti i Comuni del territorio».
In media il Pronto Soccorso di Santorso registra tra i 100 e i 120 “codici rosa” l’anno, praticamente uno ogni tre giorni. «La violenza di genere ha tante sfaccettature: può essere fisica, ma anche psicologica o economica – spiega la dott.ssa Elisabetta Ruzzon, medico del Pronto di Santoro e componente del tavolo regionale per il contrasto alla violenza di genere -. Le donne si rivolgono a noi soprattutto per i danni fisici, ma vediamo anche i riflessi dei problemi psicologici, perché alcune arrivano per attacchi di panico o episodi di tachicardia come reazione a una situazione che le sta logorando e a volte non capiscono nemmeno loro che questi sintomi derivano dal contesto familiare: capita così che l’indagine cardiologica risulti negativa, ma quando chiediamo se a casa va tutto bene scoppino in lacrime. A volte dunque aiutiamo a riconoscere situazioni che le donne stesse non si rendono conto avere effetti anche sulla loro salute, anche senza ferite evidenti; in alcuni casi il fenomeno porta invece a forme di dipendenza, perché magari si beve per dimenticare la realtà della relazione che si sta vivendo, innescando così un ulteriore problema. Dal nostro osservatorio, inoltre, non possiamo che confermare quanto afferma l’OMS, ovvero che la violenza di genere è un problema trasversale e silenzioso, perché al contrario di alcuni luoghi comuni non è più diffusa tra gli stranieri, la maggior parte delle donne che accogliamo sono italiane e appartengono a tutte le classi sociali, non solo ai ceti più bassi». Si capisce dunque tutta l’importanza della “Stanza di Sonia”.
Ma chi era Sonia? A spiegarlo, a nome di tutto il personale del Pronto Soccorso di Santorso, è la dott.ssa Castiglione: «Sonia Dalla Vecchia era una infermiera molto sensibile alla tematica della violenza di genere. Ha partecipato per anni agli incontri della rete distrettuale antiviolenza, ha contribuito alla prima stesura del protocollo cosiddetto “codice rosa”, è stata poi coinvolta a livello regionale nella formazione degli operatori sanitari. In pronto soccorso era sempre in prima linea per tendere una mano. È mancata purtroppo in un tragico incidente di montagna un anno fa. Tutto il gruppo dei suoi colleghi ci tiene a ricordarla concretamente dedicandole questa stanza con una targa in sua memoria».