Tre figli, trentuno tra nipoti e pronipoti e una straordinaria voglia di vivere. La signora Gerarda ha spento cento candeline lo scorso aprile nella sua casa di Teora (Av), dove poco fa è tornata, dopo aver lasciato l’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino, reduce da un ictus ischemico che l’aveva colpita due giorni fa.
Si era presentata, infatti, lunedì scorso al Pronto soccorso della Città ospedaliera in condizioni critiche, con afasia e difficoltà a camminare. La rapidità dell’intervento e la competenza dei sanitari hanno fatto la differenza: immediatamente presa in carico dagli specialisti della Stroke Unit, unità operativa dipartimentale afferente alla Neurologia, la paziente è stata sottoposta all’infusione di un farmaco trombolitico utilizzato in casi selezionati e con tempi di somministrazione estremamente ristretti. «La paziente – racconta Florindo d’Onofrio, responsabile della Stroke Unit – nonostante sia ultracentenaria, era completamente autonoma a domicilio. Quando ha manifestato un’improvvisa difficoltà nel linguaggio, il medico di medicina generale, intervenuto subito, ha allertato il 118 e la paziente è stata tempestivamente trasportata in ospedale, dove l’équipe era già pronta ad accoglierla». Dopo la prima valutazione al Pronto soccorso, è stata accompagnata in Neuroradiologia: la tac cranica ha confermato la diagnosi di ictus ischemico, con un quadro neurologico caratterizzato da impossibilità a parlare, lieve deviazione della rima buccale e deficit di forza all’arto inferiore destro. «È stata immediatamente trattata con un potente farmaco – continua il neurologo – capace di dissolvere il coagulo che ostruiva l’arteria cerebrale. Ricoverata in Stroke Unit, ha avuto un completo recupero clinico dopo circa sei ore ed è stata dimessa dopo 48, tornando a casa sulle sue gambe, in grado di parlare e mangiare normalmente, come se nulla fosse successo. L’ictus – conclude d’Onofrio –, se diagnosticato in tempo, può essere curato a qualsiasi età, restituendo alla normalità anche pazienti in condizioni apparentemente compromesse. È fondamentale il riconoscimento precoce dei sintomi e il funzionamento di tutto il percorso ictus, sia extra che intra-ospedaliero, con il neurologo come regista di questo percorso integrato».
Proprio grazie al trattamento tempestivo e all’assistenza costante del team multidisciplinare, la signora Gerarda ha potuto recuperare pienamente le sue funzioni ed è tornata a camminare autonomamente. «Siamo tutti felicissimi che mamma torni a casa – racconta la figlia Filomena –, abbiamo temuto il peggio. Ringrazio di cuore l’intera équipe della Stroke Unit: medici, infermieri e tutti gli operatori che l’hanno assistita con grande professionalità e umanità».
Molto sentito anche il commento del Direttore Generale dell’Azienda Moscati, Germano Perito: «Fa bene al cuore ascoltare storie come questa. Una storia di buona sanità e di grande dedizione. Ce ne sono tante, ma non sempre vengono raccontate. La signora Gerarda è la dimostrazione che, con tempestività, competenza e lavoro di squadra, si possono restituire la vita e la speranza anche alle persone più fragili. E forse – dice il manager – la storia non è ancora finita: mi è stato detto che il mese prossimo la trisavola di Teora accoglierà l’arrivo di un nuovo pronipote, portando a trentadue il numero dei suoi discendenti. Un’altra vita che nascerà, mentre la sua continua, forte e luminosa, grazie alla buona sanità irpina».