ROMA, 4 NOVEMBRE 2025 – “I toni trionfalistici con cui la FNOPI ha “salutato” le previsioni della nuova legge di Bilancio rischiano di generare più confusione che consapevolezza. Bene riconoscere l’attenzione per la sanità e per la cosiddetta ‘questione infermieristica’, ma attenzione a non travisare la portata reale dei numeri”.
Così il Nursing Up commenta le dichiarazioni della presidente FNOPI Barbara Mangiacavalli, intervenuta ieri in audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Il presente commento si basa sul testo dell’articolo 68 della bozza di legge di bilancio attualmente all’esame del Parlamento e sulle dichiarazioni rese in audizione pubblica dalla presidente FNOPI.
Il sindacato evidenzia come l’articolo 68 della Manovra parli non di un incremento dell’indennità di specificità infermieristica, bensì di un aumento delle risorse complessive destinate alla contrattazione del personale sanitario.
“Passare da 285 a 480 milioni di euro – spiega il Nursing Up – non significa che questi fondi finiranno totalmente nelle buste paga degli infermieri. Si tratta di risorse per i rinnovi contrattuali di tutto il personale sanitario, medici compresi. Il rischio, dunque, è che questa somma venga spalmata su più categorie, con un impatto reale tutto da verificare”.
Il sindacato invita inoltre a non dimenticare i 280 milioni già previsti per l’incremento delle indennità di specificità – di cui 195 destinati agli infermieri e 85 ai medici – che avrebbero dovuto tradursi in un aumento medio effettivo di circa 40 euro netti mensili.
“Che fine hanno fatto quelle risorse? E quale sarà il destino dell’indennità di specificità se i 480 milioni finiranno nel calderone della contrattazione generale?”, chiede il Nursing Up.
Non manca poi una stoccata sulla proposta FNOPI di estendere l’indennità di esclusività ai soli dirigenti delle professioni sanitarie.
“Si dimentica – osserva il sindacato – che la promessa del Ministro Schillaci di garantire la libera professione senza vincoli ai professionisti ex legge 43/2006 è già finita nel dimenticatoio. Inoltre, stiamo ancora cercando, tra le pieghe del testo, la proroga delle norme attuali, che sono in scadenza. Prima di sognare nuove esclusività riservate ai dirigenti, sarebbe opportuno mantenere gli impegni assunti”.
La conclusione è amara ma realista: “È vero, qualcosa si è mosso, e va riconosciuto. Ma non siamo di fronte a una svolta epocale. Gli infermieri italiani meritano trasparenza, non illusioni: i problemi di carenza di personale e di sotto retribuzione restano sul tavolo, e non saranno certo i titoli entusiastici a risolverli”.