Roma, 4 novembre 2025 – Una vera e propria terapia, spesso accompagnata da contestuale trattamento farmacologico, che può ridurre i sintomi dell’insufficienza renale e posticipare l’ingresso in dialisi, tutelando qualità di vita, libertà di movimento, lavoro, relazioni e quotidianità dei pazienti. È la dieta ipoproteica, un regime alimentare a contenuto ridotto di proteine, studiato per le persone con malattia renale cronica (MRC). Riduce il carico di lavoro dei reni, aiutando a mantenere un equilibrio metabolico più stabile. Seguita da circa 20.000 italiani, richiede ogni anno un investimento complessivo di circa 32 milioni di euro, a cui contribuiscono per il 27% gli stessi pazienti che acquistano di tasca propria alcuni alimenti aproteici. A eccezione di Lombardia e Basilicata, infatti, tutte le altre Regioni non rimborsano il quantitativo di prodotti necessario a seguire la dieta correttamente e i pazienti sono costretti a farsene carico o a rinunciare a parte del trattamento, finendo col non essere aderenti alla terapia.
Per favorire una governance più uniforme, la Confederazione FORUM Nazionale delle Associazioni di Nefropatici, Trapiantati d’Organo e di Volontariato e l’Associazione Malati di Reni hanno lanciato un appello alle Istituzioni, presentando il primo Manifesto per l’equità nell’accesso alla Terapia Dietetica Nutrizionale ipoproteica. Tra le richieste avanzate: la valorizzazione del canale distributivo della farmacia aperta al pubblico che, rispetto alla distribuzione nelle strutture ospedaliere, semplifica la dispensazione dei prodotti aproteici, la promozione di un modello di rimborsabilità basato sul piano terapeutico e quindi sui volumi degli alimenti piuttosto che sul valore economico, per garantire una dieta completa, varia ed equilibrata e la possibilità di accedere a un’ampia gamma di prodotti ipoproteici. Il documento, sottoscritto anche dall’Associazione Scientifica Alimentazione Nutrizione e Dietetica (ASAND), dalla Fondazione Italiana del Rene (FIR) e dalla Federazione Ordini Farmacisti Italiani (FOFI), è stato illustrato oggi, nell’ambito di una conferenza stampa al Senato, promossa dal Senatore Ignazio Zullo.
“L’iniziativa di oggi è dedicata alla discussione sulla malattia renale cronica per sensibilizzare il Ministero e le Regioni sull’obiettivo comune di preservare la qualità della vita ai pazienti cronici, in particolare per i pazienti con MRC, e garantire a tutti i cittadini equità di accesso alle cure, tra cui possiamo includere la terapia dietetico-nutrizionale ipoproteica che ha un ruolo fondamentale nella vita di questi pazienti”, afferma il Senatore Ignazio Zullo. “Il dibattito avviato in questa giornata è utile a evidenziare le criticità del sistema sanitario per trovare assieme ai pazienti, clinici e farmacisti e alle istituzioni delle soluzioni comuni partendo dalle risorse disponibili che sono limitate ma che possono essere razionalizzate per raggiungere gli obiettivi di sanità pubblica. Il Manifesto sottoscritto oggi rappresenta l’impegno a proseguire questo confronto anche in sedi istituzionali come quella che oggi rappresento”.
“Chi vive con una malattia renale cronica sa quanto la dieta ipoproteica non sia una semplice scelta alimentare, ma una parte fondamentale del proprio percorso di cura”, dichiara Leonardo Loche, Presidente Forum Nazionale delle Associazioni di Nefropatici, Trapiantati d’Organo e di Volontariato. “È una terapia quotidiana, fatta di attenzione, disciplina e sacrifici, che può davvero farci ‘guadagnare’ anni liberi dalla dialisi e con una migliore qualità di vita. Purtroppo, oggi in Italia non tutti i pazienti hanno le stesse possibilità di seguire questa terapia in modo adeguato: la distribuzione e il rimborso dei prodotti aproteici variano da Regione a Regione, creando disparità inaccettabili. Con questo Manifesto chiediamo che la voce dei pazienti venga ascoltata e che il diritto alla terapia dietetico-nutrizionale sia garantito a tutti, su tutto il territorio nazionale. È doveroso dare questa preziosa chance di cura a chi affronta la malattia renale cronica, ancora oggi una condizione progressiva ma che possiamo e dobbiamo cercare di rallentare”.
“La malattia renale cronica colpisce oltre 4 milioni di persone in Italia, con un impatto importante sul piano clinico, sociale ed economico”, spiega Massimo Morosetti, Presidente Fondazione Italiana del Rene. “Spesso si associa a patologie come diabete e malattie cardiovascolari, moltiplicando il rischio di complicanze e i costi assistenziali. La terapia dietetico-nutrizionale ipoproteica rappresenta uno strumento di grande valore nella gestione degli stati avanzati di insufficienza renale, apportando due benefici sostanziali: mantiene l’organismo in condizioni ottimali, evitando uno stato tossico, e quindi ritarda l’ingresso in dialisi. Ciononostante, solo due Regioni (Lombardia e Basilicata) adottano un sistema di rimborsabilità di questa terapia basato sui volumi: 12 kg di prodotti al mese, che corrispondono alla quantità necessaria al paziente per attenersi alla dieta prescritta. Le altre Regioni stabiliscono, invece, soglie di spesa mensili, nella maggior parte dei casi cifre non congrue nel coprire il reale fabbisogno dei pazienti, che devono quindi integrare con un contributo di tasca propria non irrisorio: su un investimento totale annuo di 32 milioni di euro, oltre 8 sono a loro carico”.
“Il dietista ha un ruolo chiave nel percorso di cura delle persone con malattia renale cronica: accompagnare il paziente nella gestione quotidiana della dieta significa aumentare l’aderenza terapeutica e migliorare gli esiti clinici”, evidenzia Claudia D’Alessandro, Coordinatrice del Gruppo di studio Nefrologia (ASAND). “La terapia dietetica non può essere considerata un elemento accessorio, ma una componente essenziale del trattamento del paziente con insufficienza renale cronica, nel contesto di un modello di cura multidisciplinare, interattivo e sostenibile. Le attuali differenze regionali, tuttavia, rendono difficile mantenere un’aderenza costante alla terapia dietetico-nutrizionale. Serve un impegno comune per superare queste disparità e assicurare a ogni paziente le stesse opportunità di cura e di benessere.”
“Le differenze tra una Regione e l’altra pesano ogni giorno sulla vita concreta dei pazienti. Solo in due Regioni più virtuose, con un tetto di spesa mensile per i prodotti aproteici corrispondente a 12 Kg, i pazienti riescono a seguire una terapia corretta”, rimarca Cristina Paraskevas, Componente del Direttivo dell’Associazione Malati di Reni. “Nelle altre Regioni, tutte con tetti di spesa, i pazienti al massimo possono acquistare poco più di 5 kg di alimenti, quando ne servirebbero almeno 7, solo per i sostituti parziali di pane e pasta, per seguire correttamente la dieta prescritta. Questo significa che molti di noi devono rinunciare a parte della terapia o affrontare una spesa aggiuntiva di quasi 50 euro al mese. La dieta ipoproteica non è un optional, ma una cura vera e propria: non poterla seguire nel modo giusto significa mettere a rischio la propria salute. L’accesso a una terapia così importante non può dipendere dal CAP di residenza. Con questo Manifesto vogliamo contribuire a costruire un sistema più attento, equo e vicino ai bisogni reali dei pazienti”.
“La prossimità dei farmacisti rappresenta un elemento chiave per facilitare l’accesso alle terapie, migliorare l’aderenza e garantire la continuità della cura, aspetti fondamentali per chi convive con una patologia cronica”, sottolinea Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI). “Valorizzare il ruolo del farmacista all’interno di un modello di presa in carico integrato, al fianco di medici di medicina generale, nefrologi e dietisti, significa costruire una rete assistenziale realmente centrata sulla persona e sui suoi bisogni di salute. In questa prospettiva, il modello adottato in Lombardia per la dispensazione della terapia dietetica nutrizionale da parte dei farmacisti sul territorio rappresenta un esempio virtuoso di equità terapeutica e di sostegno concreto alla qualità di vita dei pazienti”.
“Dal 1974 Aproten è al fianco delle persone con patologie renali, impegnata a favorire equità di accesso alla terapia dietetico-nutrizionale”, aggiunge Luigi Cimmino Caserta, Public & Government Affairs KraftHeinz Italia – Aproten. “Recenti studi di farmacoeconomia sul rapporto di costo-efficacia della dieta ipoproteica hanno confermato che, oltre ai benefici di salute per i pazienti, questa terapia realizza un vantaggio economico per il SSN. Il costo annuale dell’utilizzo di prodotti ipoproteici si attesta intorno 2.500/3.000 euro a paziente, contro i quasi 45.000-50.000 euro del trattamento dialitico. I 50mila pazienti attualmente in dialisi costano al SSN 2,5 miliardi di euro l’anno, circa il 2% delle risorse totali destinate alla sanità. L’Evidence Based Medicine conferma la necessità di rendere la TDN centrale nel percorso di cura del paziente nefropatico. Mettere ‘la persona’ al centro ed accompagnarla lungo il suo percorso dietetico è la mission di Aproten”.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito a creare un tavolo di confronto multidisciplinare davanti alle Istituzioni, dedicato a questo obiettivo. Continueremo a innovare i nostri prodotti ipoproteici, anche per rispondere ai bisogni dei pazienti con più patologie, come il diabete, contribuendo così a migliorare la loro qualità di vita”.