CONGRESSO SITI. DALLA RIFORMA DELL’AGENDA EUROPEA PER UN FUTURO PIÙ SOSTENIBILE AL RAPPORTO TRA DISINFORMAZIONE E SALUTE

A Bologna sono iniziati i lavori del 58° Congresso Nazionale della Società Italiana d’Igiene (SItI). Oggi sessioni sul rapporto Ambiente-Salute e su come costruire nuovamente la fiducia nell’informazione in ambito scientifico-sanitario. Si ribadisce con forza l’importanza di aderire agli screening che salvano vite.

Dopo un incontro sul futuro del Servizio Sanitario, sia a livello nazionale che internazionale, ed uno dedicato alla Sanità nel “pubblico” e nel “privato”, andati in scena ieri, il 58° Congresso Nazionale della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) continua oggi con Sessioni Plenarie legate a temi di stretta attualità. 

Se, da un lato, si sta discutendo di quanto sia importante formare Professionisti per una Sanità più equa, dall’altro sono in corso degli incontri riguardanti “Ambiente e Planetary Health” e “Disinformazione e Salute”

Gli Esperti si stanno concentrando su come riformare l’Agenda Europea per arrivare ad un futuro che sia più “sostenibile”, sottolineando quanto sia importante il rafforzamento della prevenzione sanitaria a supporto di uno sviluppo industriale sostenibile. Un ruolo chiave è svolto dall’Igiene ambientale, vista come “perno” tra Ambiente e Salute e che può garantire, allo stesso modo, un accesso ad acque salubri e pulite in un approccio più complessivo di “One Health”

“Con gli Esperti che stanno intervenendo oggi, si sta facendo il punto su prevenzione, contenimento del cambiamento climatico, inquinamento ambientale, prevenzione delle patologie acute e cronico-degenerative attribuibili a questi fattori, ma si sta ponendo particolare attenzione anche alle differenze sociali che sono al contempo causa ed effetto del deterioramento ambientale – dichiara il Prof. Marco Vinceti, Presidente della sezione Emilia Romagna della Società Italiana d’Igiene (SItI) e Prof. Ord. Igiene presso UniMoRe – Proprio questo deterioramento, sia ambientale che sanitario, è in grado di indurre sensibili differenze socio-economiche creando, o accentuando, diseguaglianze sociali che, a loro volta, generano sensibili conseguenze nocive sull’ambiente e, più in generale, sulla Planetary Health. Al centro della discussione le interrogazioni su quali siano le fasce di popolazione più vulnerabili ed esposte alle conseguenze nocive del deterioramento ambientale, sulla base di sesso, età, condizione economico-professionale e su quali siano i processi produttivi e le caratteristiche socio-economiche più virtuose per la qualità ambientale e le misure di Sanità pubblica più appropriate da adottare. Si ritiene necessario, quindi, coinvolgere e responsabilizzare i decisori politico-amministrativi, nonché l’intera popolazione, avendo come riferimento centrale il nostro Paese, pur nella consapevolezza della stretta interdipendenza esistente in tale ambito tra i diversi Paesi europei ed extra-europei”.

Un altro rapporto da non sottovalutare è quello tra Disinformazione e Salute. Gli Operatori, i Media e le Istituzioni, sotto questo punto di vista, devono adoperarsi per ottenere una comunicazione che sia “efficace” costruendo dei messaggi che funzionino nel caos informativo.

“Una delle principali sfide dei nostri tempi è la crisi di fiducia globale nell’informazione scientifica e sanitaria, nonché la crisi del sostegno sociale che dovrebbe essere fornito a individui, famiglie, genitori e molti altri gruppi – dichiara la Prof.ssa Renata Schiavo, Senior Lecturer presso la Columbia University, Mailman School of Public Health – Costruire o ripristinare la fiducia è una delle principali sfide della comunicazione in ambito sanitario, così come garantire che famiglie, pazienti, comunità abbiano il sostegno di cui hanno bisogno sulle decisioni da prendere in fatto di salute. Gli Operatori e le Istituzioni non possono affrontarla da soli, ma serve il coinvolgimento delle comunità locali, dei pazienti e di professionisti in altri campi. Solo un approccio interdisciplinare, partecipativo e guidato dalla comunità e dai pazienti, che miri all’equità nella salute per tutti, può migliorare la trasparenza e la fiducia in ogni comunicazione”.

In Italia, come in altre parti del mondo, gli Operatori sanitari e le Istituzioni sono spesso sotto attacco. I primi, inoltre, devono destreggiarsi tra più priorità, nonostante sempre meno risorse su cui contare e l’attuale clima socio-politico che mette in discussione il diritto alla salute. Questo fatto non deriva dalla recente pandemia, ma ha radici più profonde: l’erosione della fiducia pubblica è iniziata decenni fa ed affonda le sue radici in problemi di lunga data legati all’interferenza politica, alla politicizzazione dell’informazione scientifica, alla qualità della comunicazione scientifica rivolta al pubblico, ai Social Media, e alla persistente disinformazione. 

La Prof.ssa Renata Schiavo, Lead Faculty and Program Director del programma di sviluppo professionale estivo sulla comunicazione della salute e del rischio (The American University of Rome), è anche convinta che nel lavorare con il pubblico, i pazienti e le comunità, gli Operatori sanitari e le Istituzioni debbano creare un “continuum” clinico-comunità-media, in cui le principali priorità di comunicazione siano stabilite in collaborazione con le Organizzazioni comunitarie locali e i gruppi di advocacy nel campo sanitario, integrate nelle pratiche ospedaliere e cliniche e diffuse attraverso una partnership più solida con diversi Media.   

“Abbiamo bisogno di una comunicazione che sia empatica, affidabile e che riconosca gli ostacoli che le persone incontrano nel costruire la resilienza alla disinformazione o nel rimanere in salute. Una comunicazione che non ‘dia la colpa alla vittima, al paziente, al membro della comunità’, ma che si assuma la responsabilità per cambiamenti comportamentali, sociali e politici a vari livelli della società. Il ruolo dei Media è essenziale e, allo stesso modo, è fondamentale che gli Operatori sanitari, i professionisti della Sanità pubblica e le Istituzioni collaborino in modo meno sporadico con i Media. La comunicazione dev’essere maggiormente presente nei programmi di studio e negli sforzi formativi in ambito sanitario e medico, in modo che gli Operatori sanitari e i professionisti della Sanità pubblica abbiano competenze adeguate e si sentano più a loro agio nel considerarla un aspetto importante del loro lavoro in ambito sanitario. Abbiamo fatto molti progressi in questa direzione, ma c’è ancora molto da fare” conclude la Prof.ssa Renata Schiavo, che è anche Principal presso la società di consulenza globale Strategies for Equity and Communication Impact (SECI).

A proposito della comunicazione tra la Sanità ed i Cittadini, il Congresso sottolinea l’importanza di sottoporsi agli screening a cui, in Italia, non c’è un’adesione uniforme
Come sottolinea la Prof.ssa Roberta Siliquini, Past President della Società Italiana d’Igiene (SItI) “Il Servizio Sanitario Nazionale offre gratuitamente, ad ampie fasce di popolazione, una serie di screening che cercano di individuare precocemente patologie che hanno delle cure e che, se individuate precocemente, possono guarire. Parliamo di carcinoma della mammella e del carcinoma del collo dell’utero e del colon. È importante che la popolazione aderisca a questi screening. Al momento non c’è una diffusione uguale dell’adesione in tutta Italia. Quindi, da un lato c’è l’invito alla popolazione di aderire e, dall’altro, ai Servizi di fare chiamate attive e di andare a recuperare quelle persone che non ne hanno compreso l’importanza o che non hanno ricevuto l’invito. È estremamente importante perché questi screening salvano davvero le vite”.

Notiziario

Archivio Notizie