Aperto a Bologna 58° Congresso Nazionale della Società Italiana Igiene

A fronte di oltre 1500 iscritti – professionisti che lavorano nei Dipartimenti di Prevenzione, nelle direzioni sanitarie, nei presidi ospedalieri, nei distretti socio-sanitari, all’interno del Ministero della Salute, nei suoi organi periferici e negli assessorati regionali – si è aperto poco fa, a Bologna, il 58° Congresso Nazionale della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) dal titolo “La Sanità pubblica a garanzia dell’equità sociale”

L’apertura della cerimonia è stata a cura del Dr. Enrico Di Rosa, Presidente Nazionale SItI, del Prof. Marco Vinceti e della Dr.ssa Elsa Ravaglia, rispettivamente Presidenti SItI per le sezioni Emilia Romagna e Marche. Sono seguiti i saluti istituzionali di: Anna Maria Petrini (Dir. Gen. USL Bologna), Chiara Gibertoni (Dir. Gen. “Sant’Orsola”), Flavia Carle (Dir. Gen. Agenzia Sanitaria Regionale Marche), Carlo Adolfo Porro (Rettore UniMoRe), Andrea Rossi (Dir. Gen. IRCCS “Rizzoli” Bologna), Giuseppe Diegoli (Resp. Settore Prevenzione collettiva e Sanità pubblica Reg. Emilia Romagna), Roberta Toschi (Delegata Sindaco Bologna), Sergio Iavicoli (Dir. Gen. Prevenzione Ministero della Salute) ed Alessandro Marini (Dir. Gen. Azienda Sanitaria Territoriale Macerata).

Il Congresso entra subito nel vivo con un incontro dal titolo “Trasformazioni del Servizio sanitario: visioni per l’Italia e sguardi dal mondo”, con la moderazione del Presidente SItI Dr. Enrico Di Rosa

“Diversi rapporti indicano che, in Italia, crescono le differenze negli indicatori di prevenzione tra le diverse regioni, con effetti diretti sulla durata e sulla qualità della vita – afferma il Prof. Carlo Signorelli, Prof. Ord. Igiene presso Università San Raffaele Milano – Dalla cattiva alimentazione alla sedentarietà, fino al consumo di fumo e alcol, i comportamenti a rischio si sommano alle diseguaglianze nelle adesioni ai programmi di screening e vaccinazione. Alcuni dati sono emblematici, fra cui la partecipazione allo screening del tumore del colon-retto che supera il 50% nelle regioni più virtuose ma resta attorno al 20% in molte aree del Centro e del Sud; la copertura vaccinale HPV in adolescenza raggiunge oltre l’80% in Lombardia, ma solo il 23% in Sicilia. Differenze così marcate sono inaccettabili e impongono interventi energici. È necessario verificare le modalità di chiamata attiva da parte dei Dipartimenti di Prevenzione delle AUSL, colmare la discrasia tra obiettivi, azioni e risultati, attuare le politiche ‘Health in all policies’, rafforzare le campagne di educazione sanitaria e fissare obiettivi specifici di prevenzione ai direttori generali delle ASL che in alcune regioni hanno dato eccellenti risultati”.

I relatori Prof.ssa Roberta Siliquini, Prof. Walter Ricciardi, Prof. Carlo Signorelli e Dr.ssa Francesca Russo discutono sulla strada che il Servizio Sanitario Nazionale dovrà al più presto intraprendere e su come possa essere migliorato mettendolo a confronto con quello di altri Paesi sviluppati come Cina, Australia, Francia e Regno Unito. Fondamentale sarà non solo riorganizzare gli Ospedali, ma anche investire su Salute territoriale, prevenzione, integrazione socio-sanitaria e nuove competenze professionali.

“Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è a un bivio. L’invecchiamento della popolazione, l’aumento delle malattie croniche e la carenza di personale stanno mettendo alla prova un modello costruito oltre quarant’anni fa – afferma Walter Ricciardi, Prof. Igiene presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore – Serve una nuova visione capace di unire prossimità, innovazione e sostenibilità. Le trasformazioni sono già in corso: in Cina, India e Australia la Sanità pubblica si sta digitalizzando rapidamente grazie all’uso dell’Intelligenza Artificiale e delle piattaforme di telemedicina che raggiungono anche le aree rurali. Anche in Europa si sperimentano nuovi modelli: la Sanità di prossimità in Francia, le reti integrate di comunità nel Regno Unito, la digitalizzazione dei servizi in Estonia, i modelli di ‘value-based care’ in Scandinavia. Queste esperienze mostrano come sia possibile unire efficienza, qualità e attenzione alla persona. Per l’Italia, la lezione è chiara: non basta aggiustare l’esistente, serve ripensare la Sanità come infrastruttura sociale e digitale. La transizione non può limitarsi alla riorganizzazione ospedaliera: occorre investire su salute territoriale, prevenzione, integrazione socio-sanitaria e nuove competenze professionali. Le cooperative, il terzo settore e le comunità locali possono essere protagonisti di questa trasformazione, favorendo equità, partecipazione e prossimità. Guardare al mondo per immaginare il futuro del nostro Servizio Sanitario significa non solo copiare modelli, ma costruire una visione italiana della salute del XXI Secolo: più giusta, più digitale, più umana. Non lo stiamo facendo”.

Le discussioni di fine giornata si concludono con una riflessione su quali siano i modi migliori per far coesistere pubblico e privato all’interno del sistema salute: prevista una Tavola Rotonda dal titolo “Pubblico e privato nella Sanità del futuro: antagonisti o protagonisti di una governance sinergica?”

Il Servizio Sanitario Nazionale è minacciato da tre grandi pericoli: un quadro demografico in cui gli anziani “consumano” più risorse sanitarie dei giovani, che sono sempre meno per contribuire all’equilibrio del sistema; un costo delle cure sempre più alto in cui le cure anti-tumorali ed il costo degli antibiotici si è decuplicato (senza tener conto che, entro il 2050, secondo alcune proiezioni, le malattie correlate alla resistenza microbica saranno la prima causa di morte nei Paesi OCSE); infine il burnout dei Professionisti dove, sempre più Medici ed Infermieri vengono malpagati, aggrediti, sono sempre di meno e stanno emigrando all’Estero. 

Da domani, Da Giovedì 23 Ottobre il Congresso entrerà nel vivo con le Sessioni Plenarie. Fino a Sabato 25 Ottobre sono in programma incontri dedicati a: “Ambiente e Planetary Health: chi paga il prezzo più alto”, “Disinformazione e Salute, le sfide e le opportunità per una comunicazione efficace. Ruolo degli Operatori, dei Media e delle Istituzioni”, “Dalla conoscenza all’azione: formare professionisti per una Sanità più equa”, “Governance e Equità nel PNPV: come garantire un’offerta vaccinale innovativa e sostenibile”, “Diseguaglianze in salute. Il ruolo del Dipartimento di prevenzione nella riduzione del divario”, “Accesso, sicurezza e inclusione: nuove frontiere per un ospedale più equo”, “Dalla riforma all’innovazione. Il DM77 come leva per il cambiamento nelle cure primarie”

Fondata nel 1878 come Associazione Italiana per l’Igiene e rinominata Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) nel 2001, la Società Scientifica riunisce tra i suoi soci tutte le figure professionali – ricercatori, accademici, professionisti e operatori – che operano nell’ambito dell’Igiene, della Sanità Pubblica, della Medicina Preventiva, delle Vaccinazioni, dell’Epidemiologia, dell’Organizzazione e del Management sanitario. 

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