ROMA, 22 OTT 2025 – «I dati Inail parlano chiaro: gli infermieri sono i professionisti più colpiti da malattie professionali e disturbi psichici lavoro-correlati. Dal 2019 al 2023 sono state presentate oltre 2mila denunce di patologie psichiche, con un’esplosione di casi di burnout. Nel 2023, le denunce complessive di malattie professionali hanno superato quota 72.700, con un incremento del 19,7% rispetto al 2022 e del 61,6% rispetto al 2020. La sanità è al primo posto in questa classifica drammatica, e tra i professionisti sono proprio gli infermieri a pagare il prezzo più alto», dichiara Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
Una professione ad alto rischio
Carichi di lavoro doppi rispetto agli standard OMS, turni notturni, straordinari, aggressioni e mansioni improprie alimentano patologie muscolo-scheletriche e un’escalation di malattie da stress. «Almeno un infermiere su tre mostra segni di burnout – continua De Palma – e la situazione incide anche sulla sicurezza dei pazienti: stress e stanchezza aumentano gli errori e compromettono la qualità delle cure».
Le richieste del Nursing Up
Il sindacato chiede, da tempo, il riconoscimento del carattere usurante della professione, assunzioni straordinarie in numeri realmente adeguati, lo sblocco del vincolo di esclusività per estendere la libera professione agli infermieri, programmi di prevenzione psicologica e misure efficaci contro le aggressioni. «Non è solo una questione di categoria – conclude De Palma – ma di collettività. Se crolla la tenuta fisica e psicologica di chi lavora in prima linea, ovvero gli infermieri, crolla la sanità pubblica stessa e non possiamo permettercelo».