La proposta discussa oggi a Firenze in un Workshop organizzato nell’ambito dei lavori del 10° Forum Leopolda Salute con la partecipazione di rappresentanti delle centrali d’acquisto regionali, dell’associazione degli economi e provveditori sanitari e delle imprese
Roma, 22 ottobre 2025 – «Abbiamo costi di produzione sempre più alti; gare per le forniture ospedaliere sempre più deserte per il criterio del massimo ribasso che erode i prezzi e non lascia margini alle imprese e una scarsità sempre più frequente di medicinali super-utilizzati in corsia. Per affrontare questo problema serve un cambio di passo del procurement pubblico, introducendo per i farmaci di sintesi chimica fuori brevetto la regola dell’accordo quadro con più fornitori, con quote predeterminate. Una soluzione equa, che garantisce concorrenza e riduce il fenomeno delle carenze».
A elencare gli ingredienti della “tempesta perfetta” che è alla base del fenomeno delle carenze di medicinali è stato il vicepresidente di Egualia, Massimiliano Rocchi, introducendo l lavori del Workshop organizzato oggi a Firenze, nell’ambito dei lavori del 10° Forum Leopolda Salute con la partecipazione di rappresentanti delle centrali d’acquisto regionali, dell’associazione degli economi e provveditori sanitari e delle imprese.
«I dati del 10° Rapporto dell’Osservatorio Egualia – Nomisma sull’industria dei farmaci equivalenti 2025, presentato pochi giorni fa – ha spiegato Rocchi – testimoniano che le gare ospedaliere stanno evolvendo a scapito delle gare aperte, privilegiando la procedura di affidamento diretto – più “agile” e “flessibile”, ma con minor garanzia di trasparenza e concorrenza. Viceversa per garantire la continuità delle forniture ospedaliere è necessario rivedere modelli di gara, criteri di aggiudicazione e condizioni di partecipazione, valorizzando anche aspetti industriali, di qualità, di resilienza della catena produttiva».
«La proposta da tempo avanzata da Egualia – ha proseguito Rocchi – in armonia con le proposte della Commissione Europea contenute nel Critical Medicines Act prevede che quando sul mercato vi siano più di tre medicinali contenenti lo stesso principio attivo, dosaggio e via di somministrazione le centrali regionali d’acquisto regionali siano tenute ad operare tramite accordi quadro prevedendo la suddivisione del fabbisogno afferente al lotto unico tra i primi tre farmaci in graduatoria classificati secondo il criterio del minor prezzo o dell’offerta economicamente più vantaggiosa con quote predeterminate al 55%, 30% e 15%».
«Sarebbe una soluzione davvero innovativa, in piena armonia con il codice appalti – ha concluso Rocchi – perché garantirebbe sia la continuità delle forniture contro il rischio di carenze derivanti dalle gare con un solo vincitore, sia la libertà prescrittiva del medico, perché mette a disposizione più opzioni terapeutiche per il trattamento dei pazienti, il tutto in una cornice unica nazionale per tutte le centrali di acquisto. Ma soprattutto sarebbe una misura “virtuosa”, che può legittimamente essere inserita nella Legge di Bilancio perché è una misura di sistema che può essere adottata senza impatto sulla spesa pubblica».