La Rete Oncologica Nazionale del Ministero della Salute (ACC) presenta domani a ESMO 2025 i dati sui divari: sopravvivenza media UE 54,2%, con gap del 30% tra Nord ed Est Europa | L’Italia collabora alla guida del progetto EUNetCCC per eliminare le disparità territoriali
Roma, 17 ottobre 2025 – Nascere a Bucarest o a Helsinki può cambiare il destino di una paziente, ad esempio, con tumore della cervice: in Romania, infatti, la mortalità è 8,5 volte superiore a quella della Finlandia mentre in Ungheria, tra gli uomini, il rischio di morire per neoplasia polmonare è 3,5 volte più elevato di quello svedese. E la sopravvivenza a 5 anni passa dal 59,7% dell’Europa Settentrionale al 45,0% di quella Orientale.
Questi squilibri – che raccontano di un Vecchio Continente a più velocità, dove la geografia pesa quasi quanto la biologia – sono contenuti nello studio che sarà presentato a ESMO 2025 da Alleanza Contro il Cancro, la Rete Oncologica Nazionale del Ministero della Salute che ha fotografato con precisione questo scenario di contraddizioni: grandi progressi scientifici ma esiti troppo diversi a seconda del Paese e del territorio. «Il cancro è stato, ed è ancora, una malattia delle disuguaglianze», ha osservato Diego Serraino – consulente esterno ACC per il progetto finanziato dalla Commissione Europea EUNetCCC – European Network of Comprehensive Cancer Centers, già Direttore della Epidemiologia Oncologica e del Registro Tumori del FVG all’Irccs Cro di Aviano, associato alla Rete – e primo autore del lavoro. «Non tutti, lo rivelano i numeri, hanno beneficiato allo stesso modo di prevenzione, diagnosi precoci e terapie efficaci».
L’analisi, condotta sui 27 paesi UE cui sono state aggiunti Islanda e Norvegia utilizzando i registri europei ECIR ed ECIS ha rilevato, nel 2022, circa 1 milione 300 mila decessi per tumore, pari a circa un quarto di tutte le morti. Il divario medio tra il Paese più o meno colpito è pari a 1,6 volte ma per alcune sedi tumorali gli estremi si allargano molto. «La Polonia – osserva ancora Serraino – presenta il tasso standardizzato di mortalità più elevato (331 per 100.000), con un eccesso stimato di 24.000 morti rispetto alla media UE; Malta il più basso (209 per 100.000) con 271 decessi in meno dell’atteso. Sulla sopravvivenza – sottolinea il ricercatore – la frattura è netta: media UE al 54,2%, con un gradiente di 1,3 tra aree migliori e peggiori».
Il documento che ACC presenterà domani a ESMO – la rete è responsabile di uno dei nove work poackages – evidenzia come «dietro i numeri ci siano fattori socioeconomici, copertura e qualità degli screening, percorsi diagnostico-terapeutici non omogenei e tempi di accesso ai trattamenti innovativi; dove gli screening sono organizzati e i percorsi funzionano, le neoplasie si intercettano prima e si curano meglio. Non è solo una questione di farmaci: contano organizzazione, prossimità e continuità delle cure». Le necessità, continuano a dirlo i numeri, emergono con chiarezza: «Rafforzare gli screening organizzati, ridurre i tempi di diagnosi, allargare l’accesso a terapie e trial, misurare sistematicamente gli esiti e finanziare in base ai risultati».
Alleanza Contro il Cancro riveste un ruolo di leadership nel progetto europeo EUNetCCC (2024-2028), che mira a portare fino al 90% dei pazienti a cure di alta qualità vicino a casa, armonizzando standard e reti. La Rete coordina infatti la definizione degli aspetti strategici necessari per creare questa rete integrata di Comprehensive Cancer Centers a livello europeo, è responsabile di un work package e contribuisce alla governance e alla sostenibilità economica dell’iniziativa. Il progetto punta a mettere insieme risorse per la ricerca traslazionale, clinica e la formazione di ricercatori e clinici, sviluppando l’oncologia in paesi con risorse limitate e promuovendo la collaborazione e la condivisione delle migliori pratiche tra i centri europei. «La scienza corre, ma senza sistemi capaci di distribuirne i benefici, restano troppi esclusi», aggiunge Serraino. «Serve una governance degli esiti, con indicatori comparabili e responsabilità chiare».
Per Alleanza Contro il Cancro la conclusione è strettamente operativa: usare questa “baseline” per concentrare interventi dove i gap sono maggiori, a partire da cervice, polmone e dai Paesi con performance più critiche. L’obiettivo è rendere irrilevante il codice postale nella prognosi oncologica: stessa prevenzione, stessa qualità di diagnosi e terapia, stessi diritti di sopravvivenza. «Le disuguaglianze non sono un dato naturale – chiude Serraino – ma variabili di sistema. E i sistemi si cambiano».