“Il tema dell’antimicrobico resistenza è particolarmente importante non solo per l’individuo ma anche per la comunità e l’ambiente in cui viviamo. Purtroppo è legato a un uso inappropriato, perché non necessario o perché non è mancante di una diagnosi accurata che ne giustifichi la scelta e l’uso”. Lo afferma Walter Marrocco, responsabile scientifico Fimmg, che all’83esimo Congresso della Federazione italiana dei medici di medicina generale ha introdotto il panel “Educare, sostenere, agire: il mmg protagonista nella lotta all’antibiotico-resistenza”.
Spesso il ricorso non necessario all’antibiotico “risponde a esigenze o abitudini culturali legate alle pressioni che l’individuo subisce, in famiglia, nell’ambiente lavorativo o sociale di prestazioni sempre più stressanti e performanti”, sottolinea Marrocco che ricorda come “l’Italia primeggi, purtroppo, tra i vari Paesi europei su questo problema. Quindi è bene sempre rivolgersi al medico perché è lui che dovrà fare una diagnosi e poi consigliare l’antibiotico giusto”. Ma non solo: “Un altro aspetto che va sottolineato è che l’antimicrobico resistenza va vista non solo da un’angolazione individuale ma anche da un’angolazione più completa che vede anche coinvolti il mondo animale e l’ambiente in cui viviamo. Per cui è un problema anche di natura etica prestare attenzione all’uso inappropriato di queste sostanze perché sempre più facilmente, nei prossimi anni, ci ritroveremo con grossi problemi di avere antibiotici che possano essere efficaci verso germi che vanno sempre più a selezionarsi, divenendo così sempre più aggressivi”.
Infine va evidenziato come il Piano Nazionale per la prevenzione e il controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) 2025 prevederà che il territorio, e quindi la Medicina Generale, debba diventare parte integrante dell’uso prudente degli antibiotici al fine di ridurre le inappropriatezze e promuovere la cultura della stewardship anche fuori dell’ospedale.