«Accogliamo con favore l’intesa raggiunta: è il risultato di un lavoro responsabile e condiviso, che consente di dare maggiore certezza organizzativa ai territori, con particolare riferimento a regioni a statuto autonomo come le ultime due nelle quali si è arrivati alla sottoscrizione, caratterizzate anche da necessità organizzative e contrattuali molto peculiari per le caratteristiche orografiche e per la dispersione della popolazione, ma con forti tratti identitari delle popolazioni, anche di piccole comunità delle zone interne». Con queste parole il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti commenta la sottoscrizione da parte della segreteria regionale Fimmg con la Regione Sardegna dell’Accordo Integrativo Regionale (AIR). Un passaggio atteso che rafforza l’organizzazione delle cure primarie e mette a terra strumenti utili alla presa in carico dei cittadini.
«La sottoscrizione di questo e degli altri AIR dovrebbe suggerire qualcosa a chi ancora ritarda l’intesa e che invece dovrebbe completare, secondo le proprie territorialità, le prerogative che l’ACN del 2024 offre». La Fimmg ricorda che gli AIR sono determinanti per ogni contesto, ma ancor più nei territori con molte aree impervie o dove si sta realizzando una grave carenza di medici di medicina generale, e servono a costruire, Regione per Regione, una medicina generale moderna, organizzata e capace di rispondere alle esigenze dei cittadini.
Tra i punti dell’intesa, l’innalzamento dell’indennità informatica da 100 a 200 euro al mese, l’istituzione dell’indennità per le zone disagiate per carenza di assistenza, pari a 2.000 euro al mese, e il riconoscimento dell’indennità di collaboratore di studio.
In merito alle parole dell’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi sull’“obbligatorietà per le Asl di sostituire i medici del ruolo unico assenti per malattia, maternità o infortunio”, il segretario generale Fimmg Silvestro Scotti sottolinea apprezzamento «per il segnale di vicinanza alla categoria, soprattutto nel ricordo della collega Maddalena Carta», ma ribadisce anche un punto di chiarezza istituzionale: «Il dovere sostitutivo del medico assente, per tutte le fattispecie previste dall’ACN, è da sempre in capo alle Aziende Sanitarie o alle loro derivazioni distrettuali. Questo principio non è stato modificato da alcun Accordo Collettivo Nazionale, né cambia con riferimento al ruolo unico o all’organizzazione delle AFT. Bene quindi rafforzarne l’affermazione, ‘Repetita iuvant’, in modo che si diffonda un’informazione utile ad avere effetti positivi, aiutando i medici alla conoscenza dei propri diritti e dei limiti dei loro doveri, e dando così valore al sacrificio di Maddalena Carta. Evitiamo però di far passare l’idea che la continuità dell’assistenza primaria sia una responsabilità del singolo medico. Per l’ACN, il medico di medicina generale, per dovere fiduciario, può in fase iniziale individuare un sostituto di sua fiducia; se ciò non è possibile, deve informare il Distretto che è tenuto a provvedere secondo le procedure previste da sempre in tutti gli Accordi Collettivi Nazionali. Non vorremmo che adesso questa affermazione, per qualcuno di altre regioni, diventi un’interpretazione fallace con conseguenze che nemmeno vogliamo considerare e su cui siamo pronti a fare le barricate».