ROMA 19 SET 2025 – Il 16 settembre 2025 Gaza ha perso un altro dei suoi eroi silenziosi: Hussein Alnajjar, giovane infermiere padre di tre figli. Colpito da un bombardamento vicino alla sua tenda, è morto dopo cinque giorni di agonia. Nello stesso attacco sono rimasti feriti la cognata e il nipote.
Il sacrificio dei professionisti sanitari
«Hussein non è solo una vittima in più – sottolinea il Prof. Foad Aodi, presidente di AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia), UMEM (Unione Medica Euromediterranea) e del Movimento Uniti per Unire, Giornalista e Direttore Responsabile di AISC News Internazionale (Agenzia Mondiale Britannica Informazione Senza Confini), Presidente onorario e fondatore delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), oltre che membro del Registro Esperti FNOMCEO e 4 volte consigliere dell’OMCeO di Roma e docente dell’Università di Tor Vergata – ma il simbolo del sacrificio di migliaia di colleghi che hanno pagato con la vita la loro dedizione. A Gaza 1.600 tra medici, professionisti sanitari e soccorritori assassinati. Molti non muoiono soltanto sotto le bombe: crollano per fame, mancanza di cure, o a causa delle stesse malattie che cercano di combattere senza strumenti né medicinali».
Una sanità al collasso
Secondo le indagini di AMSI, UMEM e Co-mai, il 95% degli ospedali e delle strutture sanitarie di Gaza è fuori uso. Chi resiste, lo fa senza elettricità, farmaci e attrezzature, spesso al buio e senza carburante per i generatori.
«È un disastro umanitario senza precedenti – continua Aodi – e mette a rischio la sopravvivenza di un’intera popolazione. Ogni ora che passa senza un cessate il fuoco equivale a nuove vite spezzate».
Rischio pandemia e nuove emergenze sanitarie a Gaza
«Oltre alla devastazione causata dalle bombe – avverte il Prof. Foad Aodi, a Gaza cresce il rischio di una vera e propria pandemia. I cadaveri restano per le strade e sotto le macerie, i bambini continuano a morire per fame e mancanza di cure. Senza elettricità, acqua potabile, farmaci e ospedali funzionanti, le malattie infettive sono aumentate del 53% e possono ancora dilagare rapidamente e trasformarsi in una nuova catastrofe sanitaria oltre quella umanitaria visto i più di 500 mila palestinese che hanno lasciato la città di Gaza in questi giorni sotto i bombardamenti».
Il prezzo umano: bambini, donne e giornalisti
Le vittime totali superano ormai le 64.000 persone, tra cui oltre 20.000 bambini.
Sono stati uccisi anche 280 giornalisti in 22 mesi di guerra: un tributo altissimo pagato da chi racconta la verità.
«Un prezzo inaccettabile – commenta Aodi – che mostra come a Gaza nessuno sia più al sicuro: né civili, né chi presta soccorso, né chi documenta i fatti».
Appello alle istituzioni mondiali
«Chiediamo alle Nazioni Unite, all’Unione Europea, al Vaticano, al Governo italiano e a tutte le potenze internazionali – conclude Aodi – di non voltarsi dall’altra parte. Servono subito:
• un cessate il fuoco immediato e duraturo,
• l’apertura di corridoi sanitari sicuri,
• il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario.
«Un sincero ringraziamento va alla FNOMCeO, alla Federazione nazionale e a quella del Lazio dei giornalisti, insieme a sindacati, forze politiche e società civile, per il sostegno costante ai professionisti della sanità, agli operatori dell’informazione e ai civili palestinesi, in particolare ai bambini. Un impegno che si esprime con dichiarazioni di tutela, appelli al dialogo e alla pace, e con l’invito continuo a garantire aiuti e strumenti di protezione a chi opera a Gaza in condizioni disumane. Fermiamo questo massacro, uniti, prima che sia troppo tardi».
DATI UFFICIALI – AMSI, UMEM, CO-MAI, AISC NEWS, UNITI PER UNIRE
• Medici /professionisti sanitari/soccorritori uccisi: 1.600
• Ospedali e strutture sanitarie fuori uso: 95%
• Giornalisti uccisi: 280
• Vittime totali: oltre 64.000
• Bambini uccisi: oltre 20.000