La proposta dello sblocco definitivo del vincolo di esclusività, nella nuova Legge di Bilancio, trovi finalmente concretezza
ROMA 18 SETT 2025 – «Apprendiamo che, nella prossima Manovra, il Governo, in considerazione della improrogabile necessità di creare nuovi incentivi per il personale sanitario, sta valutando quanto Nursing Up chiede da tempo, e cioè l’estensione della libera professione anche agli infermieri e agli altri professionisti dell’area non medica. Nella bozza dell’esecutivo si torna, finalmente, a parlare di intramoenia!
Siamo di fronte ad una possibile svolta, attesa da anni – dichiara Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up – ma non possiamo permettere che resti soltanto, e non sarebbe certo la prima volta, un’ipotesi destinata a finire nel dimenticatoio. È il momento dei fatti, perché la sanità italiana non ha più tempo da perdere per invertire la rotta».
Vincolo di esclusività infermieri , ostetriche e professioni ex legge 43/2006 : serve una riforma strutturale
«Lo sblocco finora è stato solo temporaneo, con l’attuale proroga fino al 2027, ma come sappiamo piena zeppa di lacci e vincoli, a favore delle aziende sanitarie, che scoraggiano sul nascere i professionisti nell’intraprendere tali iniziative. Non basta. Serve una riforma strutturale che renda stabile il diritto alla libera professione per tutte le professioni ex legge 43/2006. È innanzittutto un atto di giustizia e di equità: i medici già possono esercitarla da tempo, infermieri e ostetriche devono avere la stessa possibilità, quella che noi chiediamo da tempo».
Le due ragioni di fondo
«Ci sono due motivi che rendono questa scelta imprescindibile.
- Economico: infermieri e ostetriche italiane hanno stipendi tra i più bassi d’Europa. Con la libera professione possono integrare retribuzioni magre e non più adeguate al costo della vita.
- Organizzativo: la sanità territoriale e le Rsa sono in affanno e con l’acqua alla gola. Con la libera professione, infermieri e altre figure assunte nel SSN possono fornire un supporto concreto dove il sistema è più fragile».
Pnrr e nuove sfide da affrontare
«La missione 6 del Pnrr ha evidenziato la necessità di rilanciare la sanità territoriale, soprattutto con figure chiave come gli infermieri di famiglia. Ne occorrono almeno 50mila per i fabbisogni delle regioni, da nord a sud. Molti professionisti sono già formati, ma non facilmente reperibili. Puntare almeno in parte su chi è già assunto negli ospedali, ha esperienza e competenze, e consentire loro di operare anche in libera professione al di fuori delle aziende sanitarie, significa rafforzare subito la rete assistenziale per un Paese che invecchia e affronta sfide sempre più complesse».
Non solo ipotesi o promesse
«Non chiediamo privilegi – conclude De Palma – non l’abbiamo mai fatto, ma confidiamo che questa volta il Ministro Schillaci, che sulla tematica può contare sul nostro massimo sostegno, riuscirà a cogliere con determinazione questo importante obiettivo. La libera professione per infermieri, ostetriche e professioni sanitarie ex legge 43/2006 non è un lusso: è una svolta necessaria per il futuro della sanità italiana».