Il Direttore della Nefrologia, Boscutti: “Una storia che dimostra come l’anzianità non sia un fattore di esclusione”
Arriva un’altra storia a lieto fine dal Santa Maria della Misericordia di Udine: nelle scorse settimane infatti è stato effettuato un trapianto renale da donatore vivente in una coppia padre-figlia della nostra Regione.
La particolarità di questo trapianto però è soprattutto legata all’età del donatore, un ultraottantenne che, stante le condizioni favorevoli, ha potuto donare il proprio organo alla figlia, garantendo quindi un futuro alla donna.
Entrambi i pazienti hanno seguito un decorso clinico post-intervento regolare e la paziente ricevente gode di una funzionalità renale buona e stabile.
L’intervento è stato effettuato dall’equipe della Clinica Chirurgica, diretta dal prof. Terrosu, recentemente protagonista di uno sforzo straordinario con i quattro trapianti in 36 ore, e la fondamentale organizzazione della Struttura di Nefrologia e Dialisi, diretta dal dr. Boscutti che sottolinea “In questo trapianto renale, quello che colpisce ovviamente è l’età del paziente donatore: il messaggio che deve passare è che l’anzianità non deve essere vista a priori come un fattore di esclusione. L’invecchiamento dell’organo infatti è molto soggettivo e presenta fattori che, come in questo caso, non impediscono la donazione ad un soggetto più giovane. Essere anziano non significa in alcun modo non poter donare.
Il dr. Boscutti ribadisce poi l’importanza del gesto della donazione “Questo si applica alla donazione da vivente come a quella, più frequente, da deceduto: da qui l’importanza di rassicurare le persone anziane sulla assoluta utilità del loro gesto consapevole di donazione, come richiesto ad esempio in occasione del rinnovo della Carta di Identità. Tutti possiamo essere partecipi di questa importantissima attività benefica che va oltre la nostra vita per essere di aiuto agli altri senza limiti di età”.
I trapianti renali da donatore vivente sono una peculiarità della Struttura di Nefrologia e sono seguiti in particolare dalla dr.ssa Patrizia Tulissi “La preparazione di questi interventi è molto complessa e coinvolge sia la componente medica che quella infermieristica, altrettanto importante per quanto riguarda tutte le fasi del trapianto: vanno valutati diversi fattori, l’equilibrio tra i rischi e i benefici, tenendo sempre in considerazione come aspetto prioritario la sicurezza del paziente e soprattutto del potenziale donatore.Ad oggi sono stati effettuati 6 trapianti da vivente da inizio anno su 46 trapianti di rene totali; 33 dalla ripresa di questa attività nel 2020. La volontà è di incrementare questa attività che si stima possa comprendere circa il 20% dei trapianti renali di ASUFC ormai stabilizzati a circa 60 all’anno”.