L’importanza della prevenzione, della diagnosi tempestiva e del percorso di cura integrato
La Giornata Mondiale contro il Tumore Ovarico si celebra l’8 maggio ogni anno. Questa giornata è un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa patologia. In occasione della ricorrenza le Aziende Sanitarie della provincia di Ferrara pongono l’accento sull’importanza cruciale della prevenzione, del riconoscimento precoce dei sintomi e della tempestività nel percorso diagnostico-terapeutico.
Il tumore ovarico è una delle neoplasie ginecologiche più difficili da individuare precocemente a causa della sintomatologia spesso aspecifica. Ciò contribuisce a diagnosi tardive, spesso in fase avanzata, e rende questa patologia una delle principali cause di morte per tumore nelle donne.
Nella provincia di Ferrara, l’incidenza si attesta su circa 13 casi ogni 100.000 donne all’anno. I dati del Registro tumori dell’Emilia-Romagna (2016-2020) collocano l’incidenza dei tumori ovarici al 12° posto tra le donne a livello regionale. Tra il 2017 e il 2021, sono stati registrati circa 200 nuovi casi maligni ovarici nella provincia di Ferrara. La mortalità è elevata, attribuibile alla sintomatologia tardiva e alla scarsa disponibilità di screening efficaci per la diagnosi precoce (possibili per ora solo nelle forme eredo-familiari). La sopravvivenza a 5 anni varia sensibilmente in base allo stadio, passando da oltre il 75% nello stadio 1 a meno del 15% nello stadio 4. Negli ultimi anni, tuttavia, si è osservato un progressivo miglioramento della sopravvivenza globale e della qualità di vita grazie all’introduzione di terapie più efficaci, come le terapie a bersaglio molecolare e gli anticorpi farmaco-coniugati.
“Nuovi e importanti risultati in termini di controllo della malattia nel tempo – dichiara la dott.ssa Elena Mauro, Oncologa presso l’Ospedale di Cona e referente delle neoplasie ginecologiche – sono attesi anche dall’impiego di anticorpi farmaco-coniugati, utilizzabili al momento nella malattia platino-resistente e che presenta specifiche caratteristiche biologiche”.
Un contributo fondamentale al miglioramento delle aspettative di vita delle pazienti con tumore ovarico è rappresentato dalla rapidità nella presa in carico e gestione del caso. Le Aziende Sanitarie ferraresi si avvalgono del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) per il carcinoma ovarico, recentemente formalizzato a livello istituzionale, che costituisce un modello virtuoso di integrazione multidisciplinare. Questo percorso garantisce l’accesso facilitato delle pazienti con sospetta massa ovarica alla Ginecologia di Riferimento dell’Ospedale di Cona.
Obiettivo generale del PDTA è la diagnosi precoce e la definizione di percorsi assistenziali rapidi e appropriati, volti a migliorare l’efficacia delle cure e, di conseguenza, la sopravvivenza e la qualità di vita delle pazienti.
“L’affinamento delle tecniche diagnostiche e l’innovazione terapeutica – afferma la prof.ssa Luana Calabrò, Direttrice Unità Operativa Oncologia Clinica dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara – sono elementi cruciali, ma un contributo molto importante per migliorare le aspettative di vita delle pazienti con tumore ovarico deriva anche dalla rapida presa in carico e gestione. Il PDTA per il carcinoma ovarico rappresenta in tal senso uno strumento centrale nella realtà ferrarese. Permette un’efficace orchestrazione di tutte le figure professionali necessarie, dall’individuazione precoce alla definizione della migliore strategia terapeutica, garantendo tempi e modalità che assicurano la miglior prognosi possibile, in linea con le linee guida nazionali e internazionali”.
Il PDTA coinvolge una vasta gamma di specialisti, tra cui ginecologi, oncologi, radiologi, patologi, biologi molecolari, radioterapisti, medici nucleari, genetisti, nutrizionisti, palliativisti e psico-oncologi, oltre ai Medici di Medicina Generale, alle Case Manager e agli infermieri di famiglia e comunità. Questo gruppo multidisciplinare si riunisce regolarmente ogni settimana per discutere e definire la strategia terapeutica più adeguata per ogni singola paziente, assicurando un percorso personalizzato e coordinato.
“In questa giornata simbolica – conclude Calabrò – l’Oncologia di Ferrara rinnova l’invito alla popolazione femminile a non trascurare i segnali del proprio corpo, a sottoporsi a controlli ginecologici regolari e a rivolgersi tempestivamente agli specialisti in caso di sintomi persistenti. Insieme, attraverso la ricerca, l’innovazione e la collaborazione, possiamo fare la differenza nella lotta contro il tumore ovarico”.
Il PDTA Carcinoma Ovarico si inserisce nel progetto di rete regionale per la cura delle pazienti affette da tale patologia e prevede l’invio di tutte le pazienti di Ferrara e provincia con sospetta neoplasia ovarica presso la Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria dell’Ospedale di Cona (centro SPOKE). Le pazienti con sospetta massa annessiale vengono inviate a Cona da Medici di Medicina Generale, specialisti e medici dei pronto soccorsi. È dedicato un giorno alla settimana per la presa in carico e la valutazione, che include esame clinico ed ecografia di II livello, integrati da indagini radiologiche (TAC, RMN, PET) e marcatori tumorali, se indicati.
“Il nostro ruolo – spiega il prof. Pantaleo Greco, Direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara – come Ginecologia di riferimento è fondamentale nel garantire la prima accoglienza e la valutazione specialistica delle pazienti con sospetta patologia ovarica. Il PDTA struttura in modo chiaro l’invio e la gestione iniziale, permettendoci di avviare tempestivamente il percorso diagnostico necessario per chiarire il sospetto clinico e definire i passi successivi. Tutti gli esami diagnostici vengono poi revisionati e discussi in ambito multidisciplinare”.
“La discussione collegiale all’interno del GOM (Gruppo Oncologico Multidisciplinare) ginecologico – aggiunge la dott.ssa Ruby Martinello, Dirigente Medico dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia del S.Anna – è un momento cruciale del percorso. Permette di confrontare i risultati degli accertamenti con diversi specialisti per giungere alla conferma del sospetto diagnostico e organizzare, se necessario, la centralizzazione della paziente in tempi brevi presso il centro HUB di riferimento. Questo approccio garantisce appropriatezza e rapidità d’intervento, elementi chiave per la prognosi”.