Ostetricia e Ginecologia, a Livorno “semi di girasole” donati da “Quercia Millenaria” che si occupa delle famiglie con gravidanze a diagnosi infausta

LIVORNO, 22 dicembre 2025 – L’associazione La Quercia Millenaria Toscana ODV ha effettuato una donazione simbolica al reparto di Ostetricia e Ginecologia, confermando il proprio impegno a fianco delle coppie e delle famiglie che si trovano ad affrontare gravidanze con patologie fetali diagnosticate, anche a medio-alto rischio o in presenza di malformazioni. Alla donazione era presente Bianca De Pascalis, presidente dell’associazione, che ha consegnato al reparto alcune scatoline contenenti semi di girasole, scelti come simbolo di resistenza, speranza e amore per la vita. Un gesto semplice ma carico di significato, pensato per essere un segno di vicinanza concreta alle donne e alle famiglie che stanno attraversando un momento di grande difficoltà a seguito di diagnosi infauste.

“La nostra associazione – ha sottolineato la presidente De Pascalis – è a disposizione del reparto e di tutte le donne e le famiglie che sentano il bisogno di un supporto. Offriamo aiuto per attraversare momenti dolorosi, ma anche per custodire e dare valore a quelli belli, che restano parte della storia di ciascuno. L’associazione, contattabile attraverso il proprio sito internet e i canali social, opera da anni per offrire un sostegno umano, psicologico, spirituale e medico alle famiglie coinvolte in percorsi complessi e dolorosi, promuovendo un modello di accoglienza ed è rivolta alla tutela della vita nascente e alla maternità, nel rispetto dei tempi, dei bisogni e delle emozioni delle persone”.

Il direttore dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, Sergio Abate, ha espresso un sentito ringraziamento per la donazione e per il sostegno offerto dall’associazione, sottolineando l’importanza di mantenere un dialogo costante e costruttivo con le realtà del territorio. “Accogliamo con gratitudine questo dono – ha dichiarato – perché il lutto perinatale è un’esperienza che deve essere vissuta e accompagnata per poter essere elaborata. È fondamentale ricordare e dare spazio a questi vissuti, senza rimuoverli, affinché possano trovare un senso nel percorso di accoglienza e cura. L’iniziativa rafforza la collaborazione tra il sistema sanitario e il mondo del volontariato, evidenziando il valore di una presa in carico integrata che tenga insieme competenze cliniche, supporto emotivo e attenzione alla dimensione umana delle cure”.

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