Asp di Catania. Il valore del dono che parla di comunità

Al Teatro Don Bosco una serata promossa dall’Asp di Catania che, tra scienza e teatro, ha raccontato in modo nuovo un gesto di responsabilità civile e di solidarietà umana: il “filo rosso” del dono che unisce istituzioni e cittadini e costruisce comunità.

CATANIA – Un teatro gremito e un messaggio forte: la donazione è un valore che genera vita, un gesto di responsabilità civile che si traduce in cura, speranza e futuro per l’intera comunità. Si è svolto ieri al Teatro Don Bosco “Il valore del dono”, appuntamento organizzato dall’Asp di Catania e rivolto al personale aziendale, dedicato alla promozione della cultura del dono in tutte le sue forme – sangue, organi, emocomponenti, midollo, cellule cordonali – un tema cardine per la salute pubblica e per il progresso della medicina.

Ad aprire l’incontro è stato il direttore generale Giuseppe Laganga Senzio, che ha sottolineato come la donazione sia «un valore che parla di comunità».

«Donare significa riconoscere la fragilità dell’altro e farsene carico – ha detto – costruendo ogni giorno una comunità più solidale e più attenta al bene comune. Inclusione e donazione camminano insieme: entrambe richiedono consapevolezza, responsabilità e la volontà di mettere al centro la persona».

Il direttore generale ha evidenziato anche il ruolo decisivo della rete territoriale:
«Questa occasione dimostra che quando istituzioni, sanità, volontariato e società civile si incontrano, nasce una forza capace di generare cambiamento. La collaborazione tra Prefettura, Università, Forze dell’Ordine, Terzo Settore, Rete Civica della Salute e associazioni di volontariato è il segno di un territorio che crede nella condivisione e nel sostegno reciproco. Ed è su questo spirito che continueremo il nostro lavoro».

Il primo momento della serata è stata la lectio magistralis di Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, che ha raccontato la storia di un bambino siciliano salvato da un trapianto di cuore dopo 490 giorni trascorsi con un cuore artificiale.
«Questo è il trapianto – ha detto Remuzzi – ed è la dimostrazione che gli organi non vanno portati in paradiso. Al paradiso non servono. Servono qui».

All’iniziativa hanno preso parte il prefetto di Catania Pietro Signoriello; Giorgio Battaglia, coordinatore del Centro Regionale Trapianti, oltre a rappresentanti dell’Università, delle Forze dell’Ordine, del Terzo Settore, del volontariato e della Rete Civica della Salute.

L’appuntamento rientra nel percorso di sensibilizzazione condiviso con la Prefettura di Catania, avviato con la campagna estiva 2025 “Pensa col cuore. Dona prima di partire”, con l’obiettivo di promuovere una cultura del dono consapevole, informata e partecipata.

A chiudere l’evento, lo spettacolo “Rosso. La Bottega dei Bottoni” della Compagnia Guardastelle, diretta da Paolo Filippini, che attraverso il linguaggio del teatro ha dato voce ai temi dell’inclusione, della fragilità e della speranza.

Nella trama simbolica dei “bottoni” e di un sottile “filo rosso”, lo spettacolo ha intrecciato una riflessione profonda sulla diversità. Ogni bottone, diverso per forma, colore e dimensione, si è fatto metafora di una comunità in cui le differenze non dividono, ma arricchiscono; una comunità tenuta insieme da un filo rosso che, attraversando la scena e raggiungendo la platea, ha ricordato come ciascuno porti con sé un valore irripetibile e necessario.

La rappresentazione ha emozionato il pubblico, accompagnandolo in un viaggio che parla di fragilità e forza, di disabilità e possibilità, di rispetto reciproco e di cammini condivisi. Un momento capace di mostrare come l’arte possa essere spazio di incontro, cura e solidarietà, e come inclusione e dono condividano lo stesso linguaggio dell’umanità.La conduzione della serata è stata affidata a Ruggero Sardo, testimonial delle campagne sulla donazione del sangue promosse dall’Asp di Catania. Con professionalità e sensibilità, Sardo ha accompagnato il pubblico lungo tutte le tappe dell’incontro, diventando a sua volta un secondo “filo rosso” capace di tenere insieme i diversi momenti della serata: il racconto scientifico, il valore civile della donazione, le testimonianze e la forza evocativa del teatro.

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