Dall’accordo alla realtà operativa: in poche settimane il protocollo siglato tra l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e della Toscana (IZSLT) e l’Associazione Piscicoltori Italiani (API) si traduce in un asse strategico che coinvolge l’intera Rete Izs.
Dopo l’intesa firmata a inizio novembre, che aveva posto le basi per una collaborazione strutturata tra ricerca pubblica e comparto produttivo, il settore dell’acquacoltura italiana entra ora nella fase concreta delle attività. API e gli IZS di Lazio e Toscana, delle Venezie, e del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, hanno condiviso le prime linee operative, definendo priorità, strumenti e percorsi comuni per rafforzare la sanità degli allevamenti ittici.
L’obiettivo è chiaro: API e la Rete Izs faranno sistema e uniranno competenze per accelerare l’innovazione. Tre le direttrici per la nuova governance sanitaria dell’acquacoltura: prevenzione e vaccini stabulogeni, armonizzandone i processi produttivi e avviando parallelamente una raccolta dati per misurarne l’efficacia direttamente dagli allevatori; diagnostica, ricerca e professionalità degli Istituti per supportare le aziende in modo più tempestivo e uniforme nella gestione delle emergenze infettive, nel potenziamento della biosicurezza e nel rafforzamento dei flussi informativi; formazione e innovazione.
Grande soddisfazione per questo risultato, espressa dal Commissario Straordinario dell’IZSLT, Stefano Palomba: “Ricerca, prevenzione e innovazione sono i pilastri sui quali costruiamo la tutela sanitaria dell’acquacoltura italiana. Il protocollo d’intesa sottoscritto con API conferma il valore della collaborazione tra sistema produttivo e ricerca pubblica: soltanto una rete scientifica solida può garantire strumenti efficaci per proteggere gli allevamenti, sostenere la competitività delle aziende e tutelare, al contempo, la salute pubblica e un comparto economico di grande rilevanza per il Paese”.