REGINA ELENA. DAL POLMONE AL MEDIASTINO, GUIDA L’ERA DEL ROBOT SINGLE PORT, UN SOLO FORO PER OPERARE I PAZIENTI PIÙ FRAGILI

Con la prima Masterclass europea di chirurgia toracica in Live Surgery, Roma diventa centro di formazione e innovazione nelle tecniche mininvasive

Roma, 12 novembre 2025 – Un solo foro di pochi centimetri. Un braccio robotico con polso e gomito, che si muove con la precisione di una mano umana, ma senza tremore. E un paziente che, dopo pochi giorni, torna a casa, con un recupero rapido e meno dolore. 

È questa la nuova frontiera della chirurgia toracica oncologica all’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE), dove l’équipe diretta dal prof. Edoardo Mercadante utilizza il robot Single Port (SP), l’ultima evoluzione della chirurgia mininvasiva.

Attraverso un’unica incisione di appena 3 o 4 centimetri, il sistema consente di rimuovere tumori del polmone e del mediastino con una precisione straordinaria. “È come entrare da un buco della serratura in una stanza – spiega Mercadante – ma una volta dentro, si dispiega un intero set di strumenti flessibili, con gomito e polso robotico, che permettono di muoversi liberamente nello spazio toracico.”

Con circa 500 interventi l’anno, di cui oltre il 95% mininvasivi, la Chirurgia Toracica del Regina Elena è tra le più attive in Italia e con una delle casistiche più ampie in Europa. Da aprile 2025 il robot SP è entrato stabilmente nella pratica clinica, oggi è utilizzato in circa un intervento su cinque tra quelli robotici.

L’esperienza maturata viene ora condivisa con altri centri nella prima Masterclass europea di Live Surgery con la piattaforma SP, in programma ieri e oggi all’IRE: due giorni di chirurgia in diretta e confronto tra specialisti italiani ed europei.
Obiettivo? È trasferire competenze e formare nuovi chirurghi all’uso della tecnologia più avanzata oggi disponibile, diffondendo un modello di cura che amplia le possibilità anche per pazienti particolarmente fragili e anziani, un tempo esclusi.

La chirurgia toracica sta vivendo una trasformazione profonda. Dai grandi tagli e dalle lunghe degenze di un tempo, si è passati a incisioni minime e recuperi rapidi. Il robot Single Port rappresenta il punto più avanzato di questa evoluzione.
Il sistema opera attraverso un solo accesso di 3–4 centimetri, da cui passano una telecamera 3D ad alta definizione e tre strumenti flessibili dotati di gomito e polso robotico. Il chirurgo, seduto alla console, controlla ogni movimento con precisione millimetrica, senza tremore, con una visione ingrandita e stabile del campo operatorio.

“Il vantaggio non è estetico – spiega Edoardo Mercadante – ma funzionale. In chirurgia toracica il vero nemico è il trauma sulla parete del torace, che compromette la meccanica respiratoria. I pazienti con tumore del polmone sono spesso grandi fumatori, affetti da enfisema o BPCO, polmoni fragili che tollerano male il dolore e l’immobilità. Un intervento troppo invasivo può innescare una catena di complicanze: dolore, respirazione superficiale, accumulo di secrezioni, infezioni. Ridurre il trauma significa ridurre questi rischi. Con il Single Port, il paziente respira meglio, si alza prima e in pochi giorni torna a casa.”

Ma la tecnologia, da sola, non basta. La forza dell’IRE è la multidisciplinarità: chirurghi, oncologi, radioterapisti e ricercatori lavorano fianco a fianco per individuare, in ogni caso, la strategia terapeutica più efficace. Oggi, grazie alle terapie neoadiuvanti, farmaci mirati e immunoterapie capaci di ridurre il tumore prima dell’intervento, molti pazienti che in passato non sarebbero stati operabili possono arrivare in sala operatoria e avere nuove opportunità di guarigione.

“Nei nostri Istituti – sottolinea Livio De Angelis, Direttore Generale IFO – l’eccellenza nasce dal lavoro di squadra: un approccio integrato in cui le tecnologie più avanzate, come il robot Single Port, si uniscono alle nuove strategie terapeutiche e alla ricerca traslazionale per offrire ai pazienti le migliori possibilità di cura. Come IRCCS abbiamo inoltre la missione di esportare l’eccellenza, di far circolare competenze e innovazione, formando professionisti e condividendo esperienze con altri centri in Italia e in Europa. Solo così l’innovazione diventa patrimonio comune e produce valore reale per la salute di tutti.”

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