Dalla radiologia interventistica dell’ospedale di Massa agli “Ironmen” estremi, la sfida di Manuele Drovandi

Massa, 7 novembre 2025 – Di professione fa il medico, mentre per passione è un atleta “Ironman”, gara di triathlon estrema.

Manuele Drovandi, 34 anni, originario di Pistoia, lavora da due anni nella Radiologia interventistica dell’ospedale “Apuane” di Massa nell’equipe condotta da Alessio Auci.
“Mi sono laureato e specializzato in radiodiagnostica all’Università di Firenze – racconta Manuele – . Una professione quella del radiologo interventista altamente impegnativa e carica di responsabilità, in continuo aggiornamento”.
Il suo hobby è però altrettanto impegnativo e faticoso: è una sfida continua la sua passione per il triathlon, in particolare per gli “Ironmen” estremi.
Si è avvicinato a questa disciplina perché un amico lo ha iscritto a sua insaputa ad una piccola gara-sprint di triathlon all’isola d’Elba nel 2019; da allora ha poi continuato in altre competizioni, sempre più estreme perché – oltre la distanza (4 chilometri a nuoto; 180 chilometri in bici; 4,2 chilometri a corsa) – prevedono dislivelli di circa 6mila metri e condizioni metereologiche che mettono i concorrenti a dura prova dal punto di vista fisico e mentale.

“Fare queste gare mi ha stimolato via via a cercare di superare ogni volta i miei limiti – dice Manuele – non solo dal punto di vista fisico, ma nella capacità di resistenza mentale. É capitato che la mia testa vacillasse, con la paura di non finire la gara, stremato nel corpo e nella mente; ogni volta ho spinto oltre ogni mia possibilità. Laddove non arrivavano le gambe, restava forte quella resilienza e forza di volontà che mi ha fatto andare avanti.
Terrò a memoria tutti i momenti di lacrime e di gioia, di rinunce, di dolori e di soddisfazione che hanno contraddistinto il mio percorso sapendo che oggi sono più forte di ieri.
Queste abilità e questa attitudine mentale alla capacità di resistenza, di forza di volontà mi aiutano giorno dopo giorno anche nella vita quotidiana, soprattutto nell’ambiente lavorativo, perché mi fortificano e mi tengono sempre sul pezzo, mi aiutano a non mollare mai e ad andare avanti contro ogni ostacolo e difficoltà .”

Una tenacia che il dottor Drovandi porta dunque anche in via Mattei, all’interno del suo reparto e nella quotidianità della sua professione.

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