I giovani italiani sono sempre più consapevoli di ciò che mettono nel piatto, ma guardano con cautela alle nuove frontiere dell’alimentazione. È quanto emerge dall’indagine “Agri Under 35 – Coltiviamo il futuro”, realizzata dall’Istituto Piepoli per Confeuro e presentata a Roma, al Momec, alla presenza di istituzioni e rappresentanti del mondo agricolo. La ricerca, condotta a settembre 2025 su un campione di 500 ragazzi e ragazze tra i 18 e i 35 anni, fotografa le opinioni delle nuove generazioni su alimentazione, cibo artificiale e prospettive dell’agricoltura.
Il quadro che emerge è quello di una generazione attenta, informata e sensibile alla qualità. Nove giovani su dieci dichiarano di occuparsi personalmente della spesa o, in ogni caso, di fare attenzione a ciò che mangiano. L’89% si dice disposto a spendere di più per prodotti di qualità, mentre quasi l’80% presta attenzione alla provenienza dei cibi acquistati. Per uno su quattro, l’origine del prodotto è un fattore determinante nella scelta. Una sensibilità che cresce tra gli over 25 e tra gli uomini, segno di una crescente consapevolezza sull’impatto ambientale e sociale delle proprie abitudini alimentari.
Sul fronte delle nuove frontiere del cibo, i giovani mostrano opinioni più sfumate.
Quattro su dieci affermano che non mangerebbero mai prodotti a base di farina di insetti, una percentuale che sale al 48% tra le donne. Tuttavia, il 34% considera il novel food una necessità per affrontare le sfide ambientali globali, e un ulteriore 24% lo vede come una forma di innovazione. Più della metà (55%) ritiene che in futuro il cibo artificiale potrà solo parzialmente sostituire quello naturale, mentre appena il 7% immagina una sostituzione totale.
Interessante la maggiore apertura registrata nel Sud e nelle Isole, dove il cambiamento climatico e la siccità rendono più evidente la necessità di alternative sostenibili. Tra le motivazioni che spingerebbero a provare il cibo sintetico prevale la curiosità e la voglia di sperimentare (34%), mentre solo il 12% lo farebbe per motivi economici. Un terzo del campione, però, si dichiara comunque contrario a ogni forma di alimentazione artificiale.
Il commento di Confeuro Giovani
Attilio Arbia, responsabile di Confeuro Giovani, commenta così i dati: “I risultati dello studio realizzato insieme all’Istituto Piepoli sono molto interessanti. Alcuni dati sicuramente ce li aspettavamo come, ad esempio, il disinteresse da parte dei giovani nei confronti del novel food. Al disinteresse però si affianca, al contempo, anche molta curiosità. Il 60% ritiene infatti che che nel lungo periodo il cibo artificiale potrà sostituire quello tradizionale in particolare per la sostenibilità, ma si pongono grandi interrogativi, su tutti la trasparenza e la sicurezza alimentare”.