Il plasma è ricchezza. In Toscana una rete e sinergie per un uso più appropriato dei farmaci derivati

E’ entrato nella fase operativa, con una giornata di formazione, il progetto che vede lavorare assieme Toscana, Campania, Lazio, Marche, Molise e Ispettorato della sanità militare.

Farmacisti e rete trasfusionale fanno squadra e l’obiettivo è usare in modo sempre più appropriato i farmaci prodotti con il plasma donato dai cittadini in modo gratuito e volontario, gestendo in rete eventuali eccedenze.  A questo punta un progetto interregionale, finanziato dal Centro nazionale sangue ed ora entrato nella fase operativa, che vede la Regione Toscana (capofila dell’accordo Pla.Net per la lavorazione del plasma) seduta ad uno stesso tavolo assieme a Campania, Lazio, Marche, Molise e Ispettorato della sanità militare. Il risultato atteso è ridurre del dieci per cento la spesa per l’acquisto dei medicinali sul mercato e azzerare gli acquisti in presenza di disponibilità tra i partner della rete Pla.net o altri accordi tra Regioni. 

L’idea di presentare un progetto sulla gestione dei plasmaderivati è arrivata proprio dopo l’esperienza positiva di cinque anni di gestione della gara per la plasmolavorazione, che la Toscana ha condotto come capofila, e grazie anche all’intuizione iniziale dell’importanza di cercare una grande sinergia con il settore farmaceutico: sinergia che ha portato a risparmiare in Toscana, in cinque anni fino al 2024, oltre venti milioni di euro sull’acquisto dei farmaci.
 
Il progetto ha preso il via nelle settimane scorse con una prima giornata di alta formazione, curata dall’università politecnica delle Marche e Scuola Alti studi Imt Lucca, che guideranno l’intero percorso formativo. Oltre cento sono stati i professionisti – tra trasfusionisti, farmacisti, amministrativi ed altri esperti -, che vi hanno preso parte. 

“Andiamo a donare sangue e plasma, serve il contributo di tutte e tutti: chi può lo faccia – esorta il presidente della Toscana, Eugenio Giani -. Da parte nostra, come Regione, metteremo a frutto esperienze e sinergie costruite in questi anni per un uso appropriato delle farmaci che dal plasma donato sono stati prodotti”.

“Questo progetto rappresenta un passaggio decisivo verso una governance integrata del plasma – spiega l’assessore al diritto alla salute della Toscana, Simone Bezzini -. La Regione Toscana si colloca tra le regioni più virtuose per la raccolta di sangue e di plasma e con questo progetto intende fare un salto di qualità anche sull’appropriatezza di utilizzo dei farmaci palsmaderivati, impegno testimoniato anche dall’investimento economico e di sforzo organizzativo. Siamo convinti che sia un dovere nei confronti dei donatori anonimi, volontari, non remunerati che sono il motore di tutto il sistema e che  il modello che avremo alla fine di questo percorso possa essere con successo implementato anche in altre regioni”.

Il progetto è stato elaborato dal Centro regionale sangue e prevede il coinvolgimento del settore farmaceutico dell’assessorato toscano.

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