ATS BRIANZA. CONFERENZA ANNUALE SALUTE MENTALE SUL RISCHIO SUICIDARIO E DEI COMPORTAMENTI AUTOLESIVI

L’Aula Magna del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi Milano Bicocca ha ospitato l’edizione del 2025 di questo importante momento di riflessione e condivisione tra professionisti sul tema della salute mentale

28/10/2025

Anche quest’anno la giornata dedicata alla Conferenza Annuale della Salute Mentale promossa da ATS Brianza in collaborazione con ASST Brianza, ASST Lecco, IRCCS San Gerardo dei Tintori e Università degli Studi Milano Bicocca, si è contraddistinta come un’importante occasione di condivisione di idee, approfondimenti e buone pratiche per tutto il territorio.

La conferenza, svoltasi il 27 ottobre e aperta dai saluti istituzionali della dr.ssa Paola Palmieri, Direttore Generale ATS Brianza e del prof. Giuseppe Carrà, Direttore Dipartimento Medicina e Chirurgia Università Bicocca, ha registrato la partecipazione di tanti professionisti di ATS Brianza, ASST Brianza, ASST Lecco, IRCCS San Gerardo dei Tintori, delle Strutture Sanitarie e Sociosanitarie private accreditate, Assistenti Sociali dei Comuni, Ambiti, Enti del Terzo Settore del territorio di ATS Brianza e di studenti e specializzandi del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano Bicocca.

Il Direttore Generale di ATS Brianza dott.ssa Paola Palmieri ha salutato i partecipanti sottolineando come: “la realizzazione della Conferenza sulla Salute Mentale è uno degli strumenti utili al percorso di programmazione degli interventi sul territorio in ambito di salute mentale, ambito che riveste un ruolo di cruciale importanza nella programmazione degli interventi sanitari, sociosanitari e sociali a livello nazionale, regionale e locale. Programmare gli interventi di servizi e progetti non può che partire da un’analisi di quanto accade nel territorio locale e dalla valutazione di efficacia, efficienza e appropriatezza degli interventi in atto, per arrivare a possibili nuovi interventi”.

La realizzazione annuale della Conferenza della Salute Mentale, quale momento di formazione e confronto fra i principali attori territoriali per la tutela e la cura della Salute Mentale, è tra i compiti di uno specifico Gruppo di Lavoro interno all’Organismo di Coordinamento Salute Mentale e Dipendenze (OCSMD); all’interno del gruppo è stato individuato, per la Conferenza annuale 2025, il tema degli agiti autolesivi e del rischio suicidario nella popolazione giovanile.

Il suicidio e i comportamenti autolesivi tra i giovani adolescenti – evidenzia la dott.ssa Paola Passoni, Direttore della Struttura Salute Mentale Dipendenza e Disabilità Psichica di ATS Brianza – rappresentano infatti attualmente una condizione di emergenza riconosciuta in aumento a livello mondiale e sul quale negli ultimi anni è stata posta particolare attenzione a livello nazionale ed internazionale; la riduzione del tasso di suicidio è un indicatore degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, del Programma di lavoro generale dell’OMS e del Piano d’azione globale per la salute mentale 2013-2030 dell’OMS. Anche i Servizi del territorio registrano negli ultimi anni un aumento di tale casistica.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Europa il suicidio risulta come la seconda causa di morte tra i giovani di età tra i 15 e i 29 anni. Tra i comportamenti autolesivi di questa fascia di popolazione si distinguono: comportamenti tesi a procurarsi lesioni e dolore senza volontà di morire (es. cutting) e comportamenti autolesivi con volontà di morire”.

La struttura di Epidemiologia di ATS Brianza ha elaborato i dati necessari per descrivere il fenomeno in ATS anche se l’inquadramento è complesso.

Nella popolazione di ATS Brianza, successivamente all’epidemia COVID, si riscontra un incremento del tasso complessivo dei comportamenti autolesivi che hanno richiesto cure mediche urgenti nei soggetti della classe d’età 10 29 anni. Per questi soggetti si passa infatti da una media annuale di 19 eventi per 100.000 abitanti nel quadriennio 2017-2020 ad una media di 31 per 100.000 nel periodo 2021 2024. Il fenomeno è invece stabile nel tempo nella popolazione adulta e anziana. Si conferma, come da letteratura, una prevalenza nel sesso femminile di tali comportamenti. Occorre precisare che nei flussi del Sistema Informativo Sanitario possono esserci sottoutilizzo ed eterogeneità territoriale delle codifiche utilizzate per rendicontare questi eventi; inoltre, con i dati disponibili in ATS, è possibile identificare solo gli eventi in cui i tali comportamenti hanno avuto necessità di cure mediche urgenti, con sottostima dell’entità del fenomeno.

In riferimento ai suicidi è stato possibile estrarre i dati dal Registro Nominativo delle Cause di Morte (ReNCaM) generato in ATS. L’incidenza risulta abbastanza stabile nel tempo ed in linea con quella nazionale, con un tasso di circa 7 eventi per 100.000 abitanti nel decennio 2014-2023 (si passa dal 7,0 del 2014 al 6,8 del 2023). Anche nella classe 10 – 29 anni il trend complessivo nel periodo è stabile (si passa dal 2,6 del 2014 al 2,1 del 2023). Anche in questo caso è possibile che il fenomeno sia sottostimato, sicuramente in maniera meno rilevante rispetto agli atti autolesionistici. La letteratura scientifica riporta infatti un sotto-utilizzo nelle schede di morte dei codici specifici in caso di decessi per suicidio, dovuta anche allo stigma relativo agli agiti suicidari.

Il Professore Giuseppe Carrà, Direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia e Pro-Rettore ai Rapporti con il Sistema Sanitario e alla Salute, Università degli Studi di Milano-Bicocca dichiara“L’Università ha una triplice funzione rispetto ad un tema importante come quello del rischio suicidario tra i giovani. Anzitutto, una funzione formativa nei confronti dei nostri studenti e specializzandi, per favorire e promuovere conoscenze e competenze utili al riconoscimento precoce del disagio psichico. In secondo luogo, l’attività di ricerca, di cui l’Università deve essere il principale promotore,  può aiutarci a meglio comprendere le cause sottostanti al disagio giovanile e quali siano le strategie più efficaci per la prevenzione di comportamenti a rischio. Infine, attraverso l’attività di terza missione, l’Università ha il compito di trasferire le conoscenze maturate in ambito clinico e di ricerca al di fuori del contesto accademico, favorendo la divulgazione, la collaborazione con il territorio e lo sviluppo sociale e culturale della comunità di cui facciamo parte”.

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