Manovra. Aodi (Amsi-Aisc News): “Bene segnali del Governo, ma servono più garanzie per pazienti e professionisti”

Pazienti, farmacisti e professionisti della sanità devono avere le stesse garanzie: pubblico, privato e farmacie fanno parte dello stesso progetto e devono rispettare identici requisiti di qualità e sicurezza

ROMA 22 OTT 2025 – Le associazioni AMSI, UMEM, AISC_NEWS e Uniti per Unire accolgono positivamente i segnali contenuti nella Legge di Bilancio 2026, che interviene su farmaci, dispositivi, digitalizzazione e sanità territoriale. Sono passi in avanti che vanno riconosciuti, ma occorre maggiore coraggio per costruire un sistema davvero equo e sostenibile.

Una garanzia per tutti: pazienti, farmacisti e professionisti sanitari

Il principio da difendere è uno e sarà sempre il medesimo: garanzie per tutti. Pazienti, farmacisti e professionisti della sanità devono muoversi all’interno di regole comuni che assicurino qualità, sicurezza e accesso equo. Non ci devono essere corsie preferenziali né trattamenti di favore: pubblico, privato e farmacie fanno parte dello stesso progetto di salute e devono rispettare gli stessi requisiti di accreditamento.

Diagnosi e terapia: competenza medica da tutelare

La riforma della sanità territoriale non può cancellare ruoli e responsabilità. Diagnosi e terapia sono e restano competenza esclusiva dei medici, mentre le farmacie possono offrire servizi di prossimità solo nel rispetto dei limiti previsti. Qualsiasi scorciatoia che confonda i ruoli metterebbe a rischio la sicurezza dei cittadini e l’equilibrio del sistema sanitario.

Professionisti sanitari al centro delle riforme

Medici, infermieri, fisioterapisti, farmacisti e tutti gli operatori sanitari devono essere valorizzati. Il capitale umano è la vera infrastruttura del Servizio Sanitario Nazionale e ogni riforma deve partire dal rafforzamento della formazione, della carriera e del riconoscimento professionale.

Pazienti e territori fragili: la priorità del futuro

Ogni scelta politica deve guardare alla salute dei cittadini, soprattutto delle comunità più deboli. È urgente contrastare la desertificazione sanitaria nelle aree interne e nelle periferie urbane, garantendo prevenzione, continuità assistenziale e accesso equo alle cure.

Requisiti uguali e rispetto della legge

Il Prof. Foad Aodi ribadisce che ogni riforma deve partire da un principio chiaro: regole uguali per tutti, perché al centro ci sono la salute globale e la salute del paziente.

“Le farmacie – sottolinea Aodi – sono frequentate ogni giorno da italiani e da cittadini di origine straniera, e rappresentano quindi un presidio di prossimità con grande valore sociale. Ma proprio per questo è indispensabile che rispettino i requisiti previsti dalla legge 502/1992, come già accade per tutte le strutture sanitarie.

Quando c’è un’emergenza è fondamentale sapere con certezza chi redige i referti, chi visita, chi formula la diagnosi e chi prescrive la terapia. È necessario rafforzare la collaborazione interprofessionale, interdisciplinare e internazionale, ma sempre senza sovrapposizioni né sostituzioni dei ruoli. Solo così garantiamo sicurezza, qualità e fiducia ai cittadini.”

Aodi: “Bene i segnali, ma non bastano. Servono regole comuni e più valorizzazione”

A nome delle associazioni e movimenti, interviene il Presidente Prof. Foad Aodi, medico fisiatra, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore dell’AISC_NEWS, membro del Registro Esperti FNOMCeO, quattro volte consigliere dell’OMCeO di Roma, docente dell’Università di Tor Vergata, membro della FNSI – Federazione Nazionale Stampa Italiana e dell’Associazione Stampa Romana, iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio:

“Accogliamo con favore l’impegno del Governo e del Ministro Schillaci, ma non basta. Servono garanzie per tutti: pazienti, farmacisti e professionisti della sanità. È fondamentale che pubblico, privato e farmacie rispettino gli stessi requisiti, perché solo con regole comuni si tutela la sicurezza dei cittadini.

Allo stesso tempo va ricordato che diagnosi e terapia sono competenza medica, e ogni riforma deve rafforzare, non indebolire, il ruolo dei professionisti sanitari.

La nostra priorità resta valorizzare chi lavora ogni giorno nella sanità e garantire accesso alle cure per le comunità più fragili. Solo così possiamo costruire un sistema equo, inclusivo e sostenibile.”

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