GIORNATA MONDIALE OSTEOPOROSI: A FERRARA SI RAFFORZA IMPEGNO PER DIAGNOSI PRECOCE CON NUOVE TECNOLOGIE E PERCORSI INTEGRATI

Nuovi strumenti diagnostici (come la REMS) e una rete specialistica estesa su tutto il territorio provinciale per affrontare la “malattia silenziosa” che in Italia colpisce oltre 4 milioni di persone

In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, che si celebra il 20 ottobre, le Aziende Sanitarie ferraresi rinnovano l’impegno nella sensibilizzazione e nella cura di questa patologia cronica non trasmissibile, principale causa di fragilità ossea. Per rafforzare la capacità diagnostica, in particolare, l’Unità Operativa di Endocrinologia e Malattie del Ricambio dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara (diretta dalla prof.ssa Maria Chiara Zatelli) si è recentemente dotata di una nuova tecnologia non invasiva: la REMS (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry). L’apparecchiatura, acquisita grazie alla Fondazione Arlotti e all’Associazione Alt Rino Vullo, permette di valutare la densità e la qualità ossea attraverso una semplice scansione ecografica (senza radiazioni) delle vertebre lombari e del femore prossimale.

L’osteoporosi è caratterizzata dalla riduzione della massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, aumentando la fragilità e il rischio di fratture. A livello globale ne risulta affetta circa una donna su tre e un maschio su cinque dopo i 50 anni. In Italia si stima che nel 2019 ne fossero affetti più di 4 milioni di individui (pari al 6.3% della popolazione), con 568 mila nuove fratture da fragilità registrate nello stesso anno. Le stime proiettano un aumento delle nuove fratture da fragilità del 23.4% entro il 2034, raggiungendo le 702 mila. Questa patologia non è una condizione fisiologica correlata all’invecchiamento ma una malattia cronica caratterizzata da alterazioni della struttura ossea con conseguente riduzione della resistenza al carico meccanico e aumentato rischio di frattura. Se ne riconoscono due forme principali: una “primitiva”, che colpisce le donne in post-menopausa o gli anziani, e una “secondaria”, che invece può interessare soggetti di qualsiasi età affetti da malattie croniche o in terapia con farmaci che direttamente o indirettamente influenzano la salute scheletrica

Le fratture da fragilità sono una causa primaria di disabilità, perdita di autonomia negli anziani e, purtroppo, incidono pesantemente sulla mortalità; nel 2019, in Europa si sono registrate più di 248 mila morti. Per quanto riguarda la Provincia di Ferrara, nel corso del 2024, il totale dei pazienti con età pari o superiore a 18 anni dimessi da ricoveri per acuti con frattura di femore è stato di 728, distribuiti tra l’Ospedale di Cona (385 pazienti), l’Ospedale del Delta (168 pazienti), l’Ospedale Cento (126 pazienti) e l’Ospedale Argenta (49 pazienti). La frattura di femore richiede infatti un ricovero in struttura ospedaliera per procedere all’intervento di osteosintesi o di sostituzione con protesi d’anca, con necessità di riabilitazione post-operatoria per il ripristino dell’autonomia nella deambulazione. La sede femorale risulta particolarmente fragile soprattutto nell’anziano proprio a causa dell’elevata frequenza di osteoporosi.

IL RUOLO DELL’ORTOPEDIA DEL S. ANNA. “Non c’è un singolo specialista di riferimento per l’osteoporosi”, mette in evidenza il prof. Leo Massari, Direttore dell’Unità Operativa di Ortopedia del Sant’Anna. “Essendo una patologia cronica e degenerativa delle ossa, può infatti coinvolgere più figure mediche, come il reumatologo, l’endocrinologo, l’ortopedico ma anche il fisiatra, il radiologo, il fisioterapista, ecc. L’ortopedico è fondamentale per l’osteoporosi perché si occupa delle fratture da fragilità, che sono la conseguenza principale della malattia. Interviene chirurgicamente per trattare le fratture (come quelle del femore, del polso o vertebrali) e può scegliere la tecnica migliore in base alla fragilità dell’osso. Nella nostra Unità Operativa ci occupiamo da anni del trattamento dell’osteoporosi associata alle fratture da fragilità”.

“Presso l’ambulatorio divisionale – spiega Massari – individuiamo i pazienti a rischio di frattura, richiedendo gli accertamenti strumentali necessari a diagnosticare le condizioni a più alto rischio e selezionando la popolazione in cui è necessario avviare tempestivamente una terapia, scegliendo di volta in volta quella più adatta a ciascun paziente. Il trattamento per migliorare la salute delle ossa prima della chirurgia ortopedica è importante allo scopo di ridurre la probabilità di complicanze postoperatorie e la necessità di ulteriori operazioni, Inoltre, la valutazione preoperatoria dell’osso può influire sul processo decisionale chirurgico.  Durante la degenza ci occupiamo del trattamento dell’osteoporosi che continua anche a domicilio con consigli e indicazioni terapeutiche nella lettera di dimissione”.

LA RETE SPECIALISTICA FERRARESE E IL FOCUS SULL’OSTEOPOROSI MASCHILE. Le Aziende Sanitarie ferraresi garantiscono percorsi specialistici completi dalla diagnosi alla terapia avanzata e al follow-up. L’attività di endocrinologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e dell’Usl, per il trattamento delle patologie fosfo-calciche di I° e II° livello, è diffusa sul territorio presso diverse sedi. Il paziente può accedere agli ambulatori prenotando una visita endocrinologica con indicazione “osteoporosi” nel quesito clinico, per una valutazione del metabolismo fosfo-calcico, l’impostazione di un trattamento terapeutico mirato a ridurre il rischio fratturativo e la presa in carico per i controlli successivi.

Questi servizi sono attivi in diverse sedi, tra cui: Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara presso il polo ospedaliero di Cona (Equipe dell’UOC Endocrinologia e Malattie del Ricambio), la Casa della Salute Cittadella S. Rocco (dott.ssa Mariella Minoia), l’Ospedale SS. Annunziata di Cento (dott.ssa Fiorenza Bertelli), la Casa della Salute di Portomaggiore (dott.ssa Martina Rossi), la Casa della Comunità di Comacchio San Camillo (dott.ssa Alessandra Guerra), l’Ospedale del Delta (dott.sse Rossi, Bertelli, Guerra), la Casa della Salute Terra e fiumi di Copparo (dott.ssa Martina Rossi) e la Casa della Salute Fratelli Borselli di Bondeno (dott.sse Martina Rossi e Alessandra Guerra).

Analizzando il territorio ferrarese i dati locali aggiornati a gennaio 2025 riportano che nella provincia le donne tra i 45 e i 64 anni rappresentano il 32% della popolazione femminile, mentre le donne oltre i 65 anni sono il 39%. Si tratta di numeri importanti – dichiara la dott.ssa Ilaria Farina, referente della Rete Reumatologica Territoriale – considerando che l’osteoporosi colpisce in modo significativo donne dopo i 50 anni. La percentuale di donne in età “a rischio” sul nostro territorio è elevata, suggerendo che la prevenzione (screening, l’educazione e gli stile di vita), una diagnosi precoce e un’adeguata terapia sono particolarmente importanti per prevenire fratture e disabilità. Per queste ragioni sul territorio ferrarese l’Azienda USL ha organizzato una rete di specialisti ambulatoriali con varie competenze che si occupano di Osteoporosi, coinvolgendo specialisti e endocrinologi e reumatologi.  Sul territorio questi professionisti hanno la possibilità di prescrivere densitometrie ossee mediante un percorso stabilito con la radiologia ospedaliera e possono prescrivere terapie di primo e II livello che saranno monitorate mediante appuntamenti forniti direttamente dal medico o dal PDA preposto”.

“L’osteoporosi non è una patologia esclusivamente femminile – evidenza Mariella Minoia, Referente di Branca Specialista in Endocrinologia e malattie del metabolismo dell’Azienda Usl di Ferrara, che prosegue: “pur essendo l’incidenza dell’osteoporosi inferiore rispetto alle donne, negli uomini è tutt’altro che trascurabile: colpisce circa il 20% delle persone affette in Italia e fino all’8% degli uomini sopra i 50 anni. La diagnosi avviene spesso tardivamente a causa della percezione che sia una malattia femminile, ma va ricordato che gli uomini presentano un rischio di mortalità più elevato dopo una frattura da fragilità, come quella dell’anca”.

GESTIONE DEI CASI COMPLESSI E OSTEOPOROSI SECONDARIA. L’Unità Operativa di Endocrinologia e Malattie del Ricambio – evidenzia la prof.ssa Zatelli – è riconosciuta come Centro di Riferimento SIOMMMS Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) e centro di riferimento regionale per la prescrizione di farmaci antiosteoporotici. Nel 2025 il servizio ha preso in carico 1000 pazienti con fratture da fragilità o osteoporosi grave, 800 pazienti provenienti dai PDTA della mammella e cancro della prostata, e circa 500 pazienti per terapie infusionali in Day Service. La nostra Unità Operativa è anche coinvolta nella presa in carico dei pazienti gestiti dal PDTA della frattura di femore, in collaborazione con l’UOC di Geriatria”.

L’Endocrinologia e Malattie del Ricambio dell’Azienda Ospedaliero Universitaria ha inoltre organizzato Congressi e Seminari di alta formazione, sviluppando il progetto “Ossa in Rete” in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, per rafforzare il legame Ospedale-Territorio e divulgare informazioni sui percorsi diagnostico-terapeutici disponibili.

L’approccio multidisciplinare all’osteoporosi è garantito anche dalla Reumatologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna, che gestisce soprattutto l’osteoporosi secondaria, inclusa quella indotta da farmaci come il cortisone e quella associata a malattie reumatologiche autoimmunitarie e infiammatorie croniche.

La valutazione specialistica reumatologica– dichiara il prof. Marcello Govoni, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia – è cruciale per l’identificazione precoce dei pazienti a rischio di osteoporosi secondaria, che non presentano i classici fattori di rischio. Il nostro Servizio garantisce la presa in carico dei casi complessi e l’accesso alle terapie di seconda linea. Inoltre collaboriamo strettamente con l’Odontoiatria provinciale della Usl di Ferrara, diretta dal prof. Leonardo Trombelli, per la prevenzione dell’osteonecrosi mandibolare una complicanza associata all’uso di alcuni farmaci impiegati nella terapia dell’osteoporosi”. 

Presso la Reumatologia è attivo anche un ambulatorio dedicato alla valutazione dei quadri di osteoporosi complicata da fratture e un servizio per la somministrazione di terapie infusionali, assicurando un percorso integrato.

La Reumatologia fa parte del Centro di Ricerca del Dipartimento di Medicina Traslazionale per la Romagna dell’Università di Ferrara, per lo Studio dell’Osteoporosi e delle malattie metaboliche dello scheletro.

SALUTE ORALE E PREVENZIONE DELLE COMPLICANZE DA FARMACI ANTI-RIASSORBITIVI NELLE DONNE CON OSTEOPOROSI. La salute orale nelle pazienti donne con osteoporosi (sia primaria che secondaria) riveste un ruolo cruciale non solo per il benessere locale ma anche per la sicurezza delle terapie con farmaci anti-riassorbitivi. Infiammazione cronica, carie non trattate e patologie parodontali aumentano il rischio di complicanze orali dopo somministrazione di farmaci largamente prescritti, come ad esempio i bifosfonati.

         È infatti noto che le infezioni orali non controllate aumentano il rischio di MRONJ (medication-related osteonecrosis of the jaw); ovvero l’osteonecrosi delle ossa mascellari correlata a farmaci, una grave patologia dell’osso mascellare o mandibolare che comporta la morte del tessuto osseo nella bocca, spesso dopo un’estrazione dentaria o un trauma orale. Per questo motivo la valutazione odontoiatrica preventiva e l’eliminazione dei foci infettivi prima dell’inizio della terapia riducono significativamente il rischio di eventi avversi. È chiaro come la pianificazione multidisciplinare (medico–odontoiatra) e l’adozione di protocolli preventivi miglioino significativamente esiti e sicurezza terapeutica, a vantaggio della paziente. 

Da questi assunti nasce la collaborazione pluirennale tra i professionisti delle aziende territoriali ferraresi. “Presso l’Unità Operativa di Odontoiatria Provinciale dell’Azienda USL di Ferrara” spiega il Direttore del Servizio, prof. Leonardo Trombelli“vengono erogate le valutazioni odontoiatriche, su richieste di consulenza specialistica da parte di colleghi specialisti oncologi, endocrinologi, reumatologi e medici di medicina generale, per la valutazione di donne candidabili a trattamenti antiriassorbitivi”.

“L’Obiettivo non è solo quello di valutare le condizioni orali” aggiunge la dott.ssa Renata Vecchiatini, dirigente Odontoiatra, “ma anche quello di informare correttamente ed educare le pazienti affinchè intraprendano i percorsi terapeutici con serenità e mantengano elevata l’aderenza terapeutica, che è la chiave per il successo della cura stessa”.

PREVENZIONE E ACCESSO AI SERVIZI. La prevenzione e la diagnosi precoce sono strumenti essenziali contro l’osteoporosi. E’ molto importante l’adozione di uno stile di vita sano, un’adeguata assunzione

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