ROMA, 20 OTTOBRE 2025 – “Dopo anni di battaglie, era un atto dovuto: non era costituzionalmente corretto mantenere differenze tra strutture che erogano le stesse prestazioni. Con l’articolo 67 del ddl di bilancio, che disciplina la Farmacia dei servizi, si introduce finalmente un principio di parità e di non discriminazione, che tutela cittadini e imprese sanitarie”. A parlare è la presidente dell’Associazione Imprese Sanitarie Indipendenti (AISI), Karin Saccomanno, che sottolinea come la norma sancisca il riconoscimento dei servizi resi dalle farmacie all’interno del Servizio sanitario nazionale, al pari di poliambulatori e strutture accreditate.
Nota tecnica – cosa prevede davvero l’articolo 67
L’articolo 67 del ddl di bilancio rappresenta il passaggio decisivo: i servizi erogati dalle farmacie entrano a pieno titolo nel Servizio sanitario nazionale, con la stessa dignità e le stesse regole di poliambulatori e strutture accreditate. La norma, a decorrere dal 2026, prevede inoltre lo stanziamento di una quota vincolata di 50 milioni di euro annuiall’interno del fabbisogno sanitario nazionale standard, destinata proprio a sostenere la “Farmacia dei servizi”. Le modalità di erogazione e i criteri di remunerazione saranno definiti nell’ambito degli Accordi collettivi nazionali, così da garantire uniformità e trasparenza. Si stabilisce infine che le prestazioni diagnostiche, assistenziali e socio-sanitarie svolte in farmacia dovranno rispettare gli stessi standard di sicurezza, accreditamento e responsabilità previsti per tutte le altre strutture convenzionate, eliminando così ogni forma di disparità o discriminazione.
Dalle risorse dedicate alle regole di accreditamento
L’articolo 67 stabilisce che, a decorrere dal 2026, una quota vincolata di 50 milioni di euro annui sia destinata ai servizi erogati dalle farmacie nell’ambito del fabbisogno sanitario nazionale standard. Si prevede inoltre che le prestazioni siano ricondotte agli Accordi collettivi nazionali, con principi e criteri di remunerazione analoghi a quelli fissati per le altre strutture sanitarie convenzionate.
“Se in farmacia si vogliono svolgere prestazioni diagnostiche e assistenziali – evidenzia il direttore generale Giovanni Onesti – allora devono valere gli stessi criteri, gli stessi standard e le stesse responsabilità già in vigore per poliambulatori e imprese sanitarie indipendenti. Non è un privilegio, ma una condizione di equità e sicurezza, sia per i cittadini che per i professionisti della salute”.
La vigilanza contro possibili marce indietro
Il segretario generale Fabio Vivaldi mette in guardia dal rischio che le disposizioni possano essere indebolite: “Sappiamo che già in queste ore si registrano pressioni per rimettere mano alla norma e ridimensionarla. Non possiamo permetterlo. AISI farà sapere con chiarezza che conosce la portata di questo cambiamento e continuerà a informare e vigilare affinché non si compiano passi indietro su un principio etico fondamentale: regole uguali per tutti”.
Un risultato che nasce da una battaglia di civiltà
Per AISI, la novità introdotta dal ddl di bilancio non è una concessione di parte, ma il frutto di una battaglia di civiltà durata anni. La correzione elimina una stortura che discriminava farmacie e imprese sanitarie indipendenti, nonostante erogassero le stesse tipologie di prestazioni.
“È un risultato che ci auguriamo definitivo – conclude Saccomanno – e che potrà portare benefici concreti non solo alle imprese sanitarie indipendenti, ma soprattutto ai cittadini, che hanno diritto a ricevere prestazioni sicure e garantite, indipendentemente dal luogo in cui vengono erogate”.